Gilad Atzmon è un notissimo musicista jazz, nato in Israele di famiglia laica nel 1963 ed ha effettuato il servizio militare nell’esercito israeliano. E’ l’autore di un recente romanzo ‘A Guide to the Perplexed’. Atzmon è anche uno dei migliori sassofonisti europei. Il suo ultimo CD ‘Exile? (Esilio) è stato dichiarato il migliore CD Jazz dell’anno da parte della BBC. Oggi vive a Londra, dove dirige l'Orient House Ensemble. Si batte da molti anni per la giustizia e l'uguaglianza in Terra Santa.
Interessante questa visione "ebraica" dell'olocausto che a leggere tra le righe è anche peggio di quello che sembra, leggendo la sua intervista se non lo si conosce si riesce a capire meglio il personaggio.
gennaio 2005
Lo sfruttamento politico di Auschwitz"Auschwitz è qui per mantenere il mito della società aperta; è qui per presentare l’illusione di un’identità occidentale liberata. Finché Auschwitz sarà qui, al centro dei nostri discorsi, saremo tutto tranne che liberi. C’è vita dopo Auschwitz e questa vita ci appartiene. Dovremmo farne qualcosa di meglio. Se c’è qualcosa che non dovremmo mai fare, è prendere le vite altrui in nome di Auschwitz."Sessanta anni dopo la liberazione, Auschwitz è diventato un evento politico internazionale. Non è una coincidenza, e sento che dovremmo prenderci un momento per domandarci: perché ora, perché Auschwitz?
Vivendo in un ambiente scientifico tecnologico, è naturale per la maggioranza dei commentatori giudicare le narrative riflettendo sui loro contenuti positivi, cioè le storie che raccontano, i fatti su cui si basano e il messaggio che trasmettono. Invece, quando si arriva ad Auschwitz, si tratta sempre dei numeri terrificanti, Mengele e la selezione, l’omicidio di massa clinico, le Camere a Gas, i treni, il famoso Arbeit Macht Frei sul cancello principale, la marcia della morte fino alla liberazione ecc. Eppure ritengo che sarebbe almeno altrettanto illuminante esporre quello che la narrativa su Auschwitz è qui per nascondere. Ogni racconto storico può funzionare come una cortina fumogena; le narrazioni sono molto efficaci nell’incoraggiare la cecità collettiva. La narrativa su Auschwitz e l’Olocausto, in questo senso, non sono differenti.
L’ingresso del campo di Auschwitz con la scritta “Arbeit Macht Frei”, “il lavoro rende liberi” |
In superficie, la risposta a queste domande è semplice, la devastante immagine di Auschwitz e del giudeocidio nazista è un argomento autosufficiente contro nazionalismo, razzismo e totalitarismo. Entro i limiti fissati dall'accettazione della narrativa dell’olocausto, ognuno di questi tre è visto come nemico dell’umanità. Ma si deve ammettere che non sono stati nazionalismo, razzismo, o totalitarismo che hanno ucciso così tanti esseri umani innocenti ad Auschwitz. Le ideologie non uccidono, sono sempre le persone ad uccidere, indipendentemente dalle loro ideologie.
Ma si va oltre, con l’immagine di Auschwitz stampata nelle nostri menti, i nostri pensatori e politici liberali occidentali stanno entusiasticamente raffigurando una visione infantile della nostra realtà sociale, presentandoci una semplicistica visione binaria. Da un lato troviamo la società aperta, dall’altro i suoi molti nemici. Seguendo questa visione del mondo, c’è una sola società aperta, ma molti nemici differenti; e ancora è importante dire che “società aperta” è un significante vuoto, in pratica significa poco, per non dire nulla. Come sembra, per poter diventare un membro dell’esclusivo club aperto, bisogna semplicemente unirsi alle guerre giuste. Il Presidente Bush, un uomo lontano dall’essere eloquente quando sono implicate le capacità verbali, è stato inaspettatamente chiaro nel presentare l’assioma occidentale post Auschwitz: o con noi o contro di noi.
Essere con noi, essere cioè tra gli "aperti", significa credere che siamo stati noi a liberare l’Europa, che siamo stati noi a liberare Auschwitz, che siamo stati noi a liberare gli ebrei, e che siamo sempre noi che portiamo la nozione di democrazia negli angoli più remoti di questo ribollente pianeta. Essere con noi significa accettare il fatto che noi siamo la voce del mondo libero. Significa anche sapere di essere incondizionatamente liberi. E’ la base per una nuova forma di tautologia: sei libero anche se non lo sei. Essere con noi significa credere che il mondo stia muovendo verso una grande divisione, uno scontro di civiltà, nella quale tu sei un buon innocente essere Giudaicocristiano illuminato, e tutti gli altri sono oscuri esseri fondamentalmente o almeno potenzialmente malvagi. Essere con noi significa che non devi fare troppe domande riguardo la nostra condotta immorale. Per esempio, non devi chiedere perché il bombardiere Harris(2) e gli altri abbiano ucciso 850.000 civili tedeschi, mirando alle città tedesche piuttosto che alle infrastrutture industriali naziste.
Essere un essere libero in una società aperta significa che non si devono mai porre domande riguardo Hiroshima. Nel caso fossi abbastanza stupido da sollevare la questione, dovresti essere abbastanza intelligente da accettare la menzogna ufficiale: era la miglior maniera per portare quell’orribile guerra alla conclusione. Essendo un essere libero non solleverai perplessità riguardo la moralità di aver lasciato 2.000.000 di morti civili in Vietnam. Essere con noi significa che non devi chiedere tutte queste stupide noiose cose perché Auschwitz è il massimo della malvagità. Auschwitz è il fondo della malvagità umana e non devi mai dimenticare che siamo stati noi a porvi fine.
Mettiamo in chiaro le cose. Auschwitz era aldilà di ogni dubbio un posto orribile, ma sfortunatamente non era l’apice della malvagità, proprio perché il male non ha né limite né scale di misurazione. Ma, a voler essere storicamente accurati, non siamo neppure stati noi a liberare Auschwitz. Come sembra, è stato Stalin, l’altro malvagio. E’ stato Stalin che ha dato a così tanti ebrei, prigionieri di guerra, prigionieri politici, zingari e carcerati la possibilità di vedere la luce del giorno. Ma ancora, essendo un essere umano libero in una società aperta non devi davvero fare attenzione a questi dettagli storici minori.
[Qui si impone una affermazione categorica: Auschwitz NON è stata “liberata”, bensì OCCUPATA il 27 Gennaio 1945 dai Russi, i Tedeschi avevano abbandonato il KL di Auschwitz il 18 Gennaio 1945, 9 giorni prima. Quindi i circa 7000 ex-internati rimasti ospiti del lager erano,di fatto,liberi.] NdR
Auschwitz sembra essenziale nella nostra virtuosa percezione occidentale di noi stessa. Quando c’è richiesta di petrolio iracheno, il presidente americano equipara Saddam con Hitler. Dopo impareremo che il popolo iracheno deve essere liberato dalla sua “Auschwitz”. Conosciamo già le inevitabili conseguenze.
Da quando Auschwitz è così cruciale per gli esecutori della politica americana, non sorprende che non lontano dalla residenza del presidente americano ci sia un grande Museo dell’Olocausto dedicato alla memoria del popolo ebraico e dei suoi eroici liberatori. Questo museo non parla della gente, e nemmeno dei crimini contro l’umanità, il suo scopo è il mantenimento dell’illusione della società aperta. Riguarda il mantenimento di una specifica narrativa. Riguarda come noi abbiamo ragione, e loro, chiunque essi siano, hanno categoricamente torto.
Questo museo non è affatto sulla sofferenza ebraica. Presumo che ci siano delle notizie basilari che il museo non voglia condividere coi suoi visitatori: per esempio, non dirà alla folla di passaggio che il governo americano adottò una politica immigratoria fortemente restrittiva, che non fu mai modificata tra gli anni 1933-1944,(3) per bloccare l’immigrazione ebraica.
Da quando Auschwitz è così cruciale per gli esecutori della politica americana, non sorprende che non lontano dalla residenza del presidente americano ci sia un grande Museo dell’Olocausto dedicato alla memoria del popolo ebraico e dei suoi eroici liberatori. Questo museo non parla della gente, e nemmeno dei crimini contro l’umanità, il suo scopo è il mantenimento dell’illusione della società aperta. Riguarda il mantenimento di una specifica narrativa. Riguarda come noi abbiamo ragione, e loro, chiunque essi siano, hanno categoricamente torto.
Questo museo non è affatto sulla sofferenza ebraica. Presumo che ci siano delle notizie basilari che il museo non voglia condividere coi suoi visitatori: per esempio, non dirà alla folla di passaggio che il governo americano adottò una politica immigratoria fortemente restrittiva, che non fu mai modificata tra gli anni 1933-1944,(3) per bloccare l’immigrazione ebraica.
[Auschwitz-Monowitz bombardamento,1944]NdR |
Queste storie non appariranno nel Museo Americano dell’Olocausto. Semplicemente stonano con l’immagine eroica e virtuosa che
gli americani hanno di se stessi. La storia di Auschwitz è nei fatti la storia di una brutale negligenza angloamericana. La narrativa accettabile su Auschwitz è un mito che è qui per sostenere la pratica espansionistica americana. Auschwitz è il pilastro morale dell’ideologia americana.
[Auschwitz-Birkenau, bombardamento del 13 Settembre 1944, immediatamente sopra i Krematorium II e III] NdR
[Effetto del bombardamento alleato del lager di Nordhausen, Germania, Aprile 1945, Notare i cadaveri degli internati ,causati dal bombardamento] [E’ sconcertante che una persona come Atzmon,dicono sensibile al dolore dei Palestinesi, per esempio, si accodi alla marea di IGNORANTI e NON PENSANTI obnubilati che fanno la stessa considerazione IDIOTA, e NON rilevi che il bombardamento di un lager avrebbe fatto inevitabilmente, vittime tra gli internati stessi! In un’area ristrettissima erano concentrati ,anche, 80.000 persone internate! Non si rende conto della carneficina che ne sarebbe scaturita?]
Il Museo dell’olocausto è là per dire agli americani cosa potrebbe accadere quando tutto andasse storto. Per quanto triste possa suonare, nell’America contemporanea tutto sta andando male, malgrado il museo. La ragione è semplice, quando all'interno della tua eredità culturale, l’immagine del male viene instillata come qualcosa che si riferisce sempre all'Altro, puoi benissimo diventare cieco al fatto che tu stesso sia già diventato malvagio. Come i loro fratelli israeliani, gli americani hanno dimenticato come guardare a se stessi.
Nel caso dell’America, la narrativa dell’Olocausto serve alla filosofia espansionistica della destra. Per prevenire un’altro Auschwitz, gli americani mandano il loro esercito in Vietnam, Corea, Iraq. Sono sempre liberatori. Fino alla fine della guerra fredda, c’erano i comunisti contro cui combattere, un vero e concreto male; ma ora il male sta diventando sempre più astratto. Infatti, l’unica maniera per materializzare il vago nemico è paragonarla con Hitler.
Il caso europeo è leggermente differente. Per quanto strano possa sembrare, in Europa è la sinistra parlamentare che sta guadagnando su Auschwitz. Finché Auschwitz è così profondamente intrecciata col discorso quotidiano, la destra non può alzare la testa.(4) La sinistra europea ufficiale è totalmente dipendente dalla narrativa sull’Olocausto e dalla storia di Auschwitz. Come sembra, Auschwitz è l’ultima barricata della sinistra contro la possibilità di una rinascita della destra. In Europa, ogni senso di aspirazione nazionale, o anche una preoccupazione demografica che possa suonare come xenofobica è immediatamente indicata come risveglio del nazismo. Con questa oppressiva visione del mondo, alle persone non è concesso esprimere affetto verso il proprio paese. Inoltre, essendo politicamente dipendente dall’immagine dell’ebreo vittima innocente, la sinistra europea ufficiale non può mai sostenere completamente la causa palestinese.
Auschwitz è qui come simbolo di un’alleanza tra la sinistra parlamentare europea e la destra espansionista americana.(5) Per entrambe, Auschwitz è un'icona della minaccia contro l’immagine della società aperta. Grazie a questo legame fatale, ogni genuina sinistra europea è destinata ad essere spinta ai margini. Ogni forma di sinistra genuina ispirata dalle aspirazioni rosse è destinata ad essere presentata come un punto di vista sovversivo ed estremista. Nel marzo del 1998, Robin Cook, allora ministro degli esteri britannico, fece una visita diplomatica in Israele. Mentre era lì, Cook rifiutò giustamente di visitare Yad Vashem, sostenendo che fosse più preoccupato del presente che del passato. Non passò molto tempo prima che Cook perdesse il suo lavoro. Il rifiuto di inchinarsi alla storia di Auschwitz costò a Cook il lavoro. Non furono gli ebrei che lo cacciarono dal Ministero degli esteri. Fu il Partito Laburista, un'istituzione parlamentare europea di sinistra.
Quindi, Auschwitz è qui per mantenere il mito della società aperta; è qui per presentare l’illusione di un’identità occidentale liberata. Finché Auschwitz sarà qui, al centro dei nostri discorsi, saremo tutto tranne che liberi. C’è vita dopo Auschwitz e questa vita ci appartiene. Dovremmo farne qualcosa di meglio. Se c’è qualcosa che non dovremmo mai fare, è prendere le vite altrui in nome di Auschwitz. Ed è esattamente ciò che stiamo facendo.
Benvenuti!
Gilad Atzmon |
Le precisazioni in blu sono del sito olodogma, ci stavano ...
[1] Al punto che qualcuno comincia a chiedersi se la commemorazione del ‘Giorno della Memoria’ con documentari, cerimonie ufficiali, messe e prediche religiose, film hollywoodiani, testimonianze, discorsi di politici di tutte le tendenze, presentazioni di libri, poesie, concorsi nelle scuole, con una lunga e insistente programmazione di tutte le reti televisive e radiofoniche, con articoli di prima pagina di tutti i quotidiani, manifesti, ecc non corra il rischio di diventare controproducente (ndt).
[2] Arthur Harris (1892-1984) è il teorico e responsabile britannico dei bombardamenti sui civili tedeschi tra il ’40 e il ’45.
[3] Nè naturalmente il museo spiegherà che questa politica di immigrazione restrittiva era appoggiata (sembra assurdo ma è vero!) dalla principale organizzazione sionista americana che per voce di un suo dirigente, Stephen Wise, con l’approvazione del presidente della Organizzazione sionista mondiale, Weizman, si oppose all’abolizione delle restrizioni sull’immigrazione ebraica in America nella speranza che questa immigrazione si dirigesse verso la Palestina al fine di costituirvi al più presto una maggioranza ebraica e uno stato ebraico sionista (vedi Lenni Brenner, ‘Zionism in the Age of the Dictators’ Cap. 13, edizione Online, dove tutta la vicenda è esposta con dovizia di particolari.)(ndt).
[4] Questo è vero per la destra di tutti i paesi europei, come ad esempio la destra di Le Pen in Francia o la destra austriaca di Haider, ma non per la destra trasformista di AN in Italia. Fini ha fatto dell’alleanza con Bush e Sharon e del sovvertimento della precedente politica antisemita i cardini del rinnovamento del fascismo italiano. Fini ha capito che all’estrema destra oggi conviene adottare la stessa politica dell’Olocausto adottata dalla destraUSA (ndt).
[5] Blair e il partito laburista inglese ne sono gli esempi più eclatanti (ndt).
[4] Questo è vero per la destra di tutti i paesi europei, come ad esempio la destra di Le Pen in Francia o la destra austriaca di Haider, ma non per la destra trasformista di AN in Italia. Fini ha fatto dell’alleanza con Bush e Sharon e del sovvertimento della precedente politica antisemita i cardini del rinnovamento del fascismo italiano. Fini ha capito che all’estrema destra oggi conviene adottare la stessa politica dell’Olocausto adottata dalla destraUSA (ndt).
[5] Blair e il partito laburista inglese ne sono gli esempi più eclatanti (ndt).
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