Descrizione

La storia ha due volti: quello ufficiale, mendace e quello segreto e imbarazzante, in cui però sono da ricercarsi le vere cause degli avvenimenti occorsi” - Honorè de Balzac -

"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano !" - Isaac Newton -

Contra factum non valet argumentum”

sabato 26 settembre 2015

Azzannate le Iene. Lobby di Banchieri, tecnici della politica e media manipolati stanno divorando l'Italia e il mondo intero...

LIBRI
Francesco Amodeo
Azzannate le Iene 
a prezzo scontato 
sul Giardino dei Libri
Chi manovra i nostri politici ed i nostri media? Quali sono le lobbies di potere che stanno decidendo le sorti del nostro paese e del mondo intero, attuando un piano di spoliazione della sovranità popolare e distruzione degli Stati nazionali?

Qual'è l'attività del Gruppo Bilderberg, della Commissione Trilaterale e delle altre lobbies mondialiste?


Chi sono gli italiani che prendono parte alle loro riunioni e che ruoli hanno nel nostro Governo? Cosa possiamo fare per opporci a questo piano di conquista da parte dei banchieri?

Il blogger napoletano diventato ormai uno dei protagonisti della contro-informazione sul web decide di affrontare in prima persona questi argomenti censurati dai media tradizionali e con due video inchiesta diffusi su you tube ha raggiunto oltre 3 milioni di Italiani che sono rimasti inchiodati davanti a quelle realtà cambiando per sempre la propria percezione sul ruolo dei politici e dei media.

Nel libro sono riportate interviste esclusive come quella all'autore del best seller mondiale sul Club Bilderberg Daniel Estulin ex collaboratore Kgb ma anche rivelazioni di europarlamentari e giornalisti che hanno deciso di rompere il silenzio.

Una meticolosa ricerca permette di far luce sui veri assetti del potere in Italia e sui rapporti fra personaggi come Monti, Letta, Draghi, Prodi e le grandi lobbies internazionali, veri dominus della nostra economia e della nostra politica. Dito puntato in particolare sui Media che l'autore definisce il "braccio armato" dei poteri forti.

"Azzannate le iene" è un condensato di ciò che il giornalismo dovrebbe indagare, se veramente fosse il controllore del potere.

 

(tratto da Azzannate le iene di F.Amodeo)

I media italiani nel Gruppo Bilderberg.
“Siamo riconoscenti al Washington Post ed al New York Times e alle testa- te giornalistiche, i cui direttori hanno partecipato ai nostri incontri ed hanno rispettato la loro promessa di segretezza e discrezione per quasi quaranta anni. Sarebbe stato impossibile per noi sviluppare un progetto per il mondo se fossimo stati nel mirino pubblico per tutto questo tempo. Ma adesso il mondo è più sofisticato e pronto a marciare verso un governo mondiale. La sovranità dell’élite intellettuale,insieme a quella dei banchieri mondiali, è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli scorsi.”David Rockefeller al Meeting della Commissione Trilaterale, Baden Baden, giugno 1991
Per quanto riguarda i rappresentanti dei media, un dato singolare è sicuramente costituito dal fatto che non si rilevi mai la presenza di Silvio Berlusconi o di qualche esponente del Gruppo Mediaset. Hanno partecipato invece alle riunioni: Ferruccio de Bortoli, CEO di RCS libri e successivamente Direttore de “Il Sole 24 Ore”, e oggi del “Corriere della Sera”. La maggioranza assoluta del capitale ordinario di RCS Media Group è controllata da un Patto di Sindacato siglato tra i maggiori azionisti, e quasi tutti hanno preso parte al Gruppo Bilderberg. Oltre ai già citati Fiat e Banca Intesa, infatti, c’è anche Marco Tronchetti Provera, presidente della multinazionale italiana Pirelli. Pure presente, anche se in minor misura, è l’impero economico che ruota attorno alla famiglia De Benedetti. Rodolfo de Benedetti, primogenito del più noto Carlo, è presente agli incontri del 2003 e 2004 come amministratore delegato della CIR (Compagnie Industriali Riunite). Egli è consigliere di amministrazione del Gruppo Editoriale l’Espresso, ovvero uno dei maggiori gruppi editoriali del paese, attivo anche nel settore radiofonico, televisivo e del digitale (setti- manale “Espresso”, quotidiano “Repubblica” e diciassette quotidiani locali). Ferruccio De Bortoli e Rodolfo De Benedetti nel 2004 hanno partecipato insieme alla riunione Bilderberg. Su nessuna delle testate da loro controllate è apparso un resoconto di quella riunione. Tra coloro che hanno ricoperto incarichi da direttori abbiamo anche Gianni Riotta, opinion maker e giornalista del “Corriere della Sera” e de “La Stampa” di Torino, di proprietà della famiglia Agnelli. Riotta è stato poi direttore del TG1 e direttore de “Il Sole 24 Ore”. Egli, infatti, partecipa al Bilderberg nel 2000 e nel 2001, mentre nel 2006 viene nominato direttore del TG1 e nel 2009 direttore de “Il Sole 24 Ore”. In pratica, il nostro maggiore quotidiano economico, quello che dovrebbe darci le informazioni sul reale stato della nostra economia e sull’andamento dei mercati, quello che dovrebbe svelarci le insidie dei trattati economici firmati e delle scelte economiche di chi ci governa, manda invece i suoi Direttori a riunioni come quella del Bilderberg, senza però raccontarci quali sono state le decisioni intraprese. Tenendo conto che a quelle riunioni partecipano anche i nostri ministri dell’Economia, è lecito credere che vadano lì solo per ricevere il “manuale delle istruzioni” su come gestire la nostra economia ed organizzare la comunicazione per giustificare al popolo le ragioni del- le scelte economiche intraprese. Questo spiegherebbe la totale disinformazione degli italiani rispetto a trattati come il Fiscal Compact ed il MES. Ma questa sudditanza ai poteri forti è davvero vergognosa. Poi abbiamo Carlo Rossella, editore de “La Stampa”, e Marco Panara di Repubblica a seguire nel 2012, e nel 2013 la signora Lilli Gruber, che non a caso lavora per una testata televisiva che, all’epoca, era di proprietà di un grande gruppo industriale, Telecom Italia di Franco Bernabè, rappresentante italiano nel Comitato Direttivo del Bilderberg. “Non è obbligata a parlare della sua partecipazione al Bilderberg”, ha risposto Luca Telese, collega della Gruber, incalzato dalle mie domande in diretta proprio su La7, ed anzi ha aggiunto che potrebbe aver scelto di non parlarne a causa di un non specificato “conflitto d’interesse”.

Luca Telese sembra impassibile quando gli racconto che il nostro attuale Presidente del Consiglio Enrico Letta è membro del Bilderberg e vicepresidente dell’Aspen Institute Italia, alle cui riunioni ha preso parte anche Giorgio Napolitano, nostro attuale Presidente della Repubblica. Molto strana la reazione del giornalista, che fa di tutto per minimizzare le partecipazioni degli italiani al Bilderberg, tanto che, in un esempio, cita anche il “club di Topolino”. Ancora più strano se si pensa che proprio su La7 hanno gridato allo scandalo quando Carlo Freccero, durante la trasmissione Piazza Pulita, ha raccontato che, “girando su internet”, ha scoperto, badate bene, che Enrico Sassoon, socio della Casaleggio Associati, creatori del blog di Grillo, era membro dell’Aspen Institute, definita succursale del Bilderberg, e quindi, su questa base, Freccero paventava l’idea che ci fosse proprio il Bilderberg dietro il Movimento di Beppe Grillo, con lo scopo di organizzare e gestire l’opposizione in Italia. Tutto ad un tratto il Bilderberg, nelle parole dell’ex direttore di Rai 2, diventa “il male oscuro”, ed è sempre l’intervistato (al quale è evidente che non si possa nascondere nulla) che addirittura racconta: “Sembra che del Bilderberg faccia parte anche Monti”. Qui siamo davvero all’assurdo e al ridicolo. Ricapitoliamo: i media si allarmano e si occupano del fatto che un socio di Casaleggio, socio di Grillo, avendo partecipato all’Aspen potrebbe, quindi, appartenere anche al Bilderberg (pur non essendo mai presente nelle liste ufficiali dei membri), e a nessuno importa, invece, che il nostro attuale Presidente Del Consiglio sia presente nelle liste ufficiali del Bilderberg, e sia anche vicepresidente della stessa Aspen, alle cui riunioni Sassoon è accusato di partecipare e nelle quali, però, troviamo anche il nostro Presidente della Repubblica. L’idea che ci possa essere il Bilderberg dietro l’opposizione politica italiana turba il sonno dei nostri media, mentre invece la certezza assoluta che il Bilderberg abbia organizzato interamente gli ultimi governi in Italia li lascia del tutto indifferenti. Questo è il più palese esempio di disinformazione mediatica e di media al servizio dei poteri forti. Nella riunione del Bilderberg 2013 di Londra per l’Italia hanno partecipato il solito Franco Bernabé (Telecom Italia), che, come abbiamo visto, è anche membro del Comitato Direttivo; Enrico Tommaso Cucchiani (Intesa San Paolo), la maggiore azionista della Banca d’Italia, presente anche nel patto di sindacato del gruppo editoriale RCS; Mario Monti (ex Primo Ministro), tornato al Bilderberg nonostante avesse dichiarato, dopo la sua elezione a Presidente del Consiglio, di aver lasciato tutti gli incarichi nel gruppo; Gianfelice Rocca (Techint) considerato uno degli uomini più ricchi d’Italia e tra i primi duecento del mondo, membro anche lui sia della Commissione Trilaterale che dell’Aspen Institute, oltre ad essere stato anche vicepresidente di Confindustria; Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, altra banca che, come abbiamo visto, ha partecipazioni nel Gruppo editoriale RCS. Nagel è anche consigliere d’amministrazione della ABI (associazione bancaria italiana), ed infine Lilli Gruber (giornalista anchorwoman La7), che si troverà insieme ad autorevoli editorialisti, direttori, editori di giornali come “Financial Times”, “Economist”, “Washington Post”, “Les Echos”, ma anche esponenti di quotidiani turchi e greci. La Gruber non ci racconterà mai nulla di quanto discusso a queste riunioni nei programmi d’informazione da lei condotti. Questa realtà apre a due scenari entrambi inquietanti. O la segretezza del Club le vieta di parlarne, oppure, se vogliamo prendere in parola l’ultimo articolo de “La Stampa”, dal titolo Bilderberg all’insegna della trasparenza, allora dovremmo credere che lei sia stata invitata come giornalista italiana per fare un resoconto dettagliato della riunione. Ma dove ha pubblicato gli articoli al riguardo? Quando ne ha parlato nella sua trasmissione? Se invece non è andata in veste di giorna- lista, come il suo silenzio lascia supporre, che ci faceva per tre giorni in un albergo tra i banchieri più importanti del mondo ? Scegliete voi quale potrebbe essere lo scenario peggiore. Anche se il primo è sicuramente il più plausibile. Anche “Repubblica”, che non ha mai posto particolare attenzione agli oltre cinquant’anni di segretezza delle riunioni del Gruppo, guarda caso, decide di porre attenzione proprio a quella che gli organizzatori hanno dichiarato che sarà all’insegna della “trasparenza” e gli dedica un articolo fazioso dal titolo “Bilderberg si mette a nudo e smaschera i complotti.” Una bufala, tra l’altro, quella diffusa dagli organizzatori stessi mediante i loro media servili, che la giornalista di “Repubblica” è riuscita solo parzialmente a nascondere: infatti, al di là del titolo ingannevole, all’interno dell’articolo si legge anche che: “C’è una specie di tribuna stampa per i giornalisti che vogliono seguire l’evento, si fa per dire perché è a cinque chilometri di distanza dall’albergo”. Per tenere a bada i manifestanti provenienti da tutto il mondo, infatti, era stata assicurata la diffusione delle notizie per la primavolta mediante un Ufficio Stampa che “fornirà informazioni ai giornalisti, cameramen, fotografi, bloggers, ricercatori presenti”, e “dettagli” sui delegati invitati, foto comprese. Ovviamente non è stato permesso ai giornalisti di assistere alla riunione, ma soltanto di avere un comunicato stampa preparato apposta per loro, il che rende la notizia del tutto irrilevante, se non addirittura comica, ma i nostri giornalisti sono stati ugualmente pronti a cavalcarla. Nonostante le promesse di trasparenza, i nostri media alla fine hanno preferito glissare sulla questione Bilderberg 2013, ignorando persino il fatto che, bloccati tra i manifestanti a Londra, ci fossero anche due deputati del Parlamento italiano, come Carlo Sibilia e Paolo Bernini del M5S, ai quali non è servito a nulla mostrare la tessera parlamentare per poter avvicinarsi all’albergo sede della riunione. Una riunione talmente “trasparente” che a due parlamentari è stato addirittura impedito di avvicinarsi all’entrata dell’hotel.

I nostri giornalisti, quindi, hanno prima annunciato la trasparenza, e poi ignorato “inspiegabilmente” una riunione tra i centoventi uomini più potenti del mondo, come Henry Kissinger – tra i più influenti politici americani – o come il presidente in carica della Commissione Europea, Manuel Barroso, oltre appunto agli importanti rappresentanti italiani. In quei giorni preparai io stesso un video per mostrare le prove di questa inspiegabile ed inaccettabile censura, mostrando le immagini che avevo raccolto con la mia telecamera, sfogliando, nei tre giorni che era in corso la riunione in Inghilterra, i maggiori quotidiani come “Repubblica”, il “Corriere della Sera”, “Il sole 24 ore”, e dimostrando che non è stato pubblicato nessun articolo per spiegare, anche se in maniera non esaustiva, quello che stava avvenendo a Londra. Nella sezione esteri la principale notizia di quei giorni è stata quella riguardante l’imminente divorzio di Vladimir Putin dalla moglie, mentre la notizia del giorno maggiormente battuta dall’ANSA e dai nostri TG riguardava, addirittura, le dichiarazioni di Nicole Minetti sul suo passato amore per Silvio Berlusconi. Dichiarazioni riprese da tutti i quotidiani, e spesso anche in prima pagina. Questo mette gli italiani davanti ad una realtà incredibile fatta di disinformazione, distrazione di massa e censura.



Fonti Francesco Amodeo  Il Giardino dei Libri  Azzannate le iene

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