La sconvolgente intervista censurata, condotta dallo studioso di storia medica Edward Shorter per la televisione pubblica di Boston WGBH e la Blackwell Science, è stata tagliata dal libro “The Health Century” a causa dei sui contenuti – l’ammissione che la Merck ha tradizionalmente iniettato il virus (SV40 ed altri) nella popolazione di tutto il mondo.
Questo filmato contenuto nel documentario “In Lies We Trust: The CIA, Hollywood & Bioterrorism“, prodotto e creato liberamente dalle associazioni di tutela dei consumatori e dall’esperto di salute pubblica, Dr. Leonard Horowitz, caratterizza l’intervista al maggior esperto di vaccini del mondo, il Dott. Maurice Hilleman, che spiega perché la Merck ha diffuso l’AIDS, la leucemia e altre orribili piaghe nel mondo:
L'articolo è datato, i video come da programma sono magicamente scomparsi. Il film completo in streaming "In Lies We Trust: The CIA, Hollywood & Bioterrorism" sottotitoli altrimenti:
“In Lies We Trust: The CIA, Hollywood & Bioterrorism“ Full Length Documentary
Prodotto e diretto da Dr Leonard Horowitz (2007)
Bayer Exposed (HIV Contaminated Vaccine)
Merck Vaccine Chief Brings HIV/AIDS to the world (InLiesWeTrust, Part 14 of 16)
Nei vaccini venduti al terzo mondo si é scoperto che molti di questi contenevano l’ormone B-hCG un anti fertile se immesso in un vaccino.
La corte Suprema delle Filippine ha scoperto che oltre 3 milioni di ragazze e donne hanno assunto questi vaccini contaminati, così come in Nigeria, Tailandia ecc…
Per chi non abbia ancora visto questi video-documenti scioccanti:
http://uk.youtube.com/watch?v=edikv0zbAlU”
http://it.youtube.com/watch?v=wg-52mHIjhs&feature=related
Sembrerebbe che oltre al profitto a tutti i costi, ci sia dietro qualcosa d’altro ... impedire alle donne dei paesi del terzo mondo… di avere figli ..
Sembrerebbe che oltre al profitto a tutti i costi, ci sia dietro qualcosa d’altro ... impedire alle donne dei paesi del terzo mondo… di avere figli ..
“…..Quando risultò assolutamente innegabile che la vaccinazione (del vaiolo) non salvaguardava la vita, si ripiegò sull’affermazione che il suo effetto aveva una durata di sette anni (sette, numero magico) e la vaccinazione in molti casi fu resa obbligatoria, per esempio per le persone impegnate nei servizi pubblici e per quelle che volessero attraversare le frontiere senza sottostare alla quarantena.
Il termine di sette anni sarebbe potuto diventare di sette mesi o addirittura di sette giorni se la vaccinazione non avesse ricevuto un colpo mortale nel 1871, nel momento in cui la vaccinazione obbligatoria giungeva al suo punto massimo, in corrispondenza della piu’ terrificante epidemia di vaiolo mai registrata.
Questa fu poi seguita da un’altra grande epidemia, nel 1881, durante la quale a proposito, il sottoscritto, sebbene fosse stato vaccinato, contrasse la malattia. Me la cavai meglio di mio nonno, che prese pure lui la malattia pur essendo stato vaccinato !”
vedi anche Storia dei Vaccini
La Spagnola fu quindi l’effetto delle campagne di vaccinazione (per il Vaiolo ed altre richieste dallo Stato) fatte negli anni precedenti !
Testimonianze di persone anziane che ci hanno descritto negli anni scorsi quel brutto periodo storico (1918) in Europa, ci hanno raccontato che si ammalavano di Spagnola coloro che erano stati vaccinati qualche anno prima ! Persino i medici e gli infermieri degli ospedali che erano stati vaccinati si ammalarono di Spagnola e molti di essi morirono; mediamente moriva il 30% dei malati !
I soldati vaccinati si ammalavano TUTTI quanti e molti di questi rimanevano anche paralizzati (Poliomielite) !!
Quelli che si erano rifiutati di vaccinarsi, non si ammalarono di nessuna malattia !
Fra i civili dopo le campagne di vaccinazioni del 1919, ne rimasero paralizzati molti !! E così… nacque la Poliomielite…..per la quale si dovette, dopo 40 anni, inventare un nuovo vaccino, il quale produsse un enorme aumento di epatite, per la quale si invento un nuovo vaccino che produsse la meningite, per la quale si inventò un nuovo vaccino che produsse……e così si può continuare all’infinito…..
Il dott. L. Day, MD., ex chirurgo in capo del grande ospedale di S. Francisco (USA) e professore nella facoltà di medicina, dichiara:
"Non lasciatevi indurre in errore, lo scherzo… dell’influenza non è il primo. Il governo, la medicina ufficiale e le compagnie farmaceutiche (BIG PHARMA) hanno già mentito al pubblico. Tutto ciò per generare la paura, il profitto e la carneficina ! Lo hanno già fatto con l’influenza suina degli anni 70 e l’influenza spagnola provocata dalle vaccinazioni".Siccome la prima guerra mondiale non era durata molti anni, i fabbricanti dei vaccini, non hanno potuto vendere tutta la loro produzione. Siccome cercavano (e cercano anche oggi), essenzialmente il profitto, essi decisero di vendere i loro stock alla popolazione (con la connivenza dei politici)
E’ così che hanno iniziato a battere il chiodo, ed hanno lanciato la più grande campagna pubblicitaria di vaccinazioni che gli Stati Uniti hanno mai conosciuto nel corso della loro storia. Non vi era nessuna epidemia per giustificare queste imponenti misure, ed allora hanno immaginato e fatto ricorso ad altre astuzie.
La loro propaganda pretendeva che i soldati che rientravano dall’estero erano tutti quanti malati di ogni sorta di malattia ed che tutti dovevano darsi l’obbligo di farsi inoculare tutti i vaccini che erano sul mercato.
Una cosa era certa: l’influenza spagnola del 1918 è stata provocata dalle campagne di vaccinazione, per il massiccio livello di intossicazione dei corpi dai differenti vaccini”.
Tutti i medici e la popolazione che hanno vissuto all’epoca dell’epidemia di influenza spagnola del 1918 dicono che fu la malattia la più terribile che il mondo abbia mai conosciuto. Uomini vigorosi e robusti potevano morire da un giorno all’altro. La malattia presentava gli aspetti della peste nera, come quelli della febbre tifoide, della difterite, della polmonite, del vaiolo, e delle malattie paralizzanti, come delle altre malattie per le quali erano stati vaccinati parte della popolazione dopo la prima guerra mondiale.
Avevano inoculato i vaccini e sieri tossici praticamente in molta parte della popolazione. La situazione divenne realmente tragica quando scoppiarono tutto in un colpo quelle malattie generate dalla sanità.
La pandemia si stabilizzò in 2 anni, nutrita dai farmaci tossici che i medici prescrivevano per sopprimere i sintomi. Ho potuto osservare che l’influenza essenzialmente veniva contratta dai vaccinati: coloro che non erano stati vaccinati, evitavano la malattia. La mia famiglia aveva rifiutato le vaccinazioni; è in questo modo che siamo rimasti tutto il tempo in ottima salute”.
IMPORTANTE: NON è vero che i virus sono nell’aria, come ci raccontano i medici allopati e gli “esperti” che vogliono spaventare le popolazioni con la paura delle epidemie (es. influenze tipo Spagnola, Sars, Aviaria, Suina ecc.) che si diffondono nell’aria che respiriamo, per il semplice motivo che i virus (proteine a DNA con involucro di grassi) NON possono galleggiare e quindi viaggiare nell’aria, cioè nelle Flugge (goccioline di vapor acqueo in sospensione nell’aria), come ci raccontano i cosiddetti “esperti“, gestiti dalle multinazionali dei farmaci e vaccini, perche essi sono 1.000 volte più grandi della più grossa goccia di vapor acqueo (Flugge) !
Leggete con attenzione qui sotto:
“Sono stata testimone oculare dell’epidemia del 1918"
I medici e tutte quelle persone che vissero l’epidemia d’influenza chiamata Spagnola sono concordi nell’affermare che è stata la malattia piu’ terribile che il mondo abbia mai visto. Anche uomini forti e in ottima salute potevano morire nello spazio di un giorno.La malattia aveva le caratteristiche della peste nera, con l’aggiunta di tifo, polmonite, vaiolo e di quelle malattie contro le quali la gente era stata vaccinata alla fine della prima Guerra Mondiale.
Praticamente l’intera popolazione era stata inseminata con sieri tossici contenenti una dozzina o più di malattie. Quando quelle malattie iniziarono a manifestarsi tutte assieme, il risultato fu tragico.
La pandemia si trascinò per due anni, mantenuta viva dall’aggiunta di altri farmaci velenosi dispensati dai medici nel vano tentativo di sopprimere i sintomi. La mia personale osservazione e’ che la pandemia colpì solo le persone vaccinate. Quelli che rifiutarono le vaccinazioni non si ammalarono.
Anche la mia famiglia aveva rifiutato le vaccinazioni, così restammo sempre in buona salute. Sapevamo, dagli insegnamenti di Graham, Trail, Tilden e altri che non si può contaminare il corpo con veleni senza causare una malattia.
Quando l’influenza era al suo picco, tutti i negozi erano chiusi, come le scuole, gli uffici e le fabbriche. Anche l’ospedale era chiuso, dato che i medici e le infermiere che erano stati vaccinati furono colpiti dalla malattia. Era come vivere in una città fantasma.
Dato che non avevamo preso il vaccino, sembravamo essere l’unica famiglia nel vicinato a non avere l’influenza.
Se germi, batteri, virus o bacilli fossero stati la causa della malattia, questi avrebbero avuto tante opportunità d’attaccare i miei genitori, quando passavano molte ore nelle stanze degli ammalati. Ma non presero l’influenza e non portarono nessun germe a casa ad attaccare noi bambini.
Nessuno della famiglia contrasse l’influenza, neanche uno starnuto, benchè mi ricordo che quell’inverno la neve era alta in giardino.
Si e’ detto che l’epidemia uccise 20 milioni di persone in tutto il mondo.
In realtà sono stati i medici a ucciderle, con i loro trattamenti crudi e mortali. Questa e’ un’accusa dura ma vera, a giudicare dal successo che ebbero invece quei medici che trattarono i malati senza usare alcun farmaco.
Mentre i medici ortodossi e gli ospedali stavano perdendo il 33% dei ricoverati, altri ospedali che seguivano terapie naturali, come Battle Creek, Kellogg e Macfadden stavano ottenendo quasi il 100% di guarigioni, usando terapie come la cura delle acque, il lavaggio del colon e diete che usavano cibi naturali. Un medico non perse un solo paziente in otto anni.
Se i medici ortodossi fossero stati così bravi come questi medici, non ci sarebbero stati quei 20 milioni di morti a causa dell’influenza. La malattia colpiva sette volte di più i soldati vaccinati che i civili non vaccinati, e le malattie dalle quali morivano erano quelle per le quali erano stati vaccinati !
Un soldato che era ritornato dalla guerra mi disse che gli ospedali militari erano pieni di casi di paralisi infantile e mi chiese come fosse possibile che adulti possano contrarre una malattia che dovrebbe colpire solo i bambini. Ora sappiamo che la paralisi e’ una conseguenza comune di avvelenamento da vaccino.
Tra i civili non ci furono casi di paralisi infantile se non dopo la campagna di vaccinazione del 1918″.
Fonte : Eleanor McBean, The Poisoned Needle – Suppressed Facts About Vaccination
Tratto da: http://www.whale.to/a/mcbean.html
Data registrazione: Feb 2009
Distribuzione della morte per età da influenza e polmonite a Boston 1912 - 1918 |
Nel 1948 Heinrich Mueller, gia’ capo della Gestapo, parlò durante alcuni interrogatori condotti dalla CIA della pandemia dell’influenza chiamata “Spagnola”, che nel 1918-1919 colpì il 20% della popolazione mondiale e che uccise tra i 60 e i 100 milioni di persone.
Oberfeldwebel Heinrich Mueller |
Mueller asseriva che l’influenza era parte di un’arma batteriologica (iniettata con i vaccini) dell’esercito americano che in qualche modo infetto’ i soldati del Camp Riley KS nel marzo del 1918 e si diffuse in tutto il mondo, dopo che era "diventata incontrollabile”.
Nella stessa America circa il 28% della popolazione ne soffrì, e ne morirono dalle 500.000 alle 675.000 persone.
La caratteristica di questa pandemia fu che uccise per lo piu’ adulti giovani, con il 99% delle vittime di eta’ inferiore ai 65 anni di cui piu’ della meta’ tra i 20 e i 40 anni. Cio’ che incuriosisce e’ che normalmente l’influenza è più micidiale tra i bambini di meno di due anni ed i vecchi con piu’ di 70“. (i più deboli NdR)
Vediamo quali erano le “fonti” di Mueller.
Ad una conferenza sulla guerra batteriologica indetta dai nazisti nel 1944 a Berlino, il generale Walter Schreiber, Capo dei Medici Militari dell’esercito tedesco, disse a Mueller che nel 1927 aveva passato due mesi in America, consultandosi con i suoi omologhi.
Questi gli dissero che il cosiddetto “virus colpo doppio” (Influenza Spagnola) era stato sviluppato ed usato durante la guerra del 1914-18. Secondo Mueller :
L’armistizio ebbe poi luogo l’11 agosto 1918.
L’interrogante, James Kronthal, capo agente CIA stazionato a Berna, USA, chiese a Mueller di spiegare il termine “colpo doppio”. (La sua definizione mi ricorda l’AIDS).
Nella stessa America circa il 28% della popolazione ne soffrì, e ne morirono dalle 500.000 alle 675.000 persone.
La caratteristica di questa pandemia fu che uccise per lo piu’ adulti giovani, con il 99% delle vittime di eta’ inferiore ai 65 anni di cui piu’ della meta’ tra i 20 e i 40 anni. Cio’ che incuriosisce e’ che normalmente l’influenza è più micidiale tra i bambini di meno di due anni ed i vecchi con piu’ di 70“. (i più deboli NdR)
Vediamo quali erano le “fonti” di Mueller.
Ad una conferenza sulla guerra batteriologica indetta dai nazisti nel 1944 a Berlino, il generale Walter Schreiber, Capo dei Medici Militari dell’esercito tedesco, disse a Mueller che nel 1927 aveva passato due mesi in America, consultandosi con i suoi omologhi.
Questi gli dissero che il cosiddetto “virus colpo doppio” (Influenza Spagnola) era stato sviluppato ed usato durante la guerra del 1914-18. Secondo Mueller :
“Ma sfuggiì loro di mano ed invece di uccidere i tedeschi che a quel punto si erano gia’ arresi, si ritorse contro essi stessi e quasi tutti gli altri”(Gregory Douglas: Gestapo Chief, the 1948 Interrogation of Heinrich Müller, Vol. 2, p. 106).
L’armistizio ebbe poi luogo l’11 agosto 1918.
L’interrogante, James Kronthal, capo agente CIA stazionato a Berna, USA, chiese a Mueller di spiegare il termine “colpo doppio”. (La sua definizione mi ricorda l’AIDS).
Disse Mueller:
“Non sono dottore, sapete, ma il ‘colpo doppio’ riferito ad un virus, o veramente ad un paio di virus, funzionava come un campione di pugilato.Il primo colpo attaccava il sistema immunitario e rendeva la vittima fatalmente suscettibile al secondo colpo, cioè ad una forma di polmonite… [mi disse Schreiber] e’ stato uno scienziato inglese a svilupparlo…
Ora sapete perchè queste cose sono pazzesche. Sono virus che possono mutare e cosa era stato previsto per un fine potrebbe cambiare in qualcos’altro di veramente terribile”.
Il soggetto dell’influenza spagnola venne fuori nel contesto di un dibattito sul tifo. Il virus del tifo, intenzionalmente introdotto nei campi dei prigionieri di guerra russi, insieme alla fame contribuì ad uccidere 3 milioni di uomini.
Il virus si diffuse ad Auschwitz ed altri campi di concentramento con prigionieri russi e polacchi.
Nel contesto della guerra fredda Mueller disse :
Il virus si diffuse ad Auschwitz ed altri campi di concentramento con prigionieri russi e polacchi.
Nel contesto della guerra fredda Mueller disse :
“Se Stalin invadesse l’Europa, una piccola malattia qui e là annienterebbe i suoi, lasciando tutto intatto. Inoltre, una bottiglietta di germi è molto meno costosa di una bomba atomica, non è vero ?Pensate, poter tenere in pugno piu’ uomini che mai Stalin riuscirebbe a mettere insieme, e non dover preoccuparsi di sfamarli, vestirli o rifornirli di munizioni.
D’altra parte, la minaccia di una guerra… fa meraviglie per l’economia”
- G. Douglas - op. cit, p. 108
Dobbiamo credere a Mueller ? Gregory Douglas, dopotutto, è lo pseudonimo di suo nipote a cui Mueller ha lasciato le sue carte. In genere una bufala non arriva a migliaia di pagine.
L’interrogatorio prende 800 pagine. Le memorie 250 pagine. L’archivio di microfilm sembra coprire addirittura 850.000 pagine.
Tratto da: pandemia.blog.tiscali
E se la Spagnola non fosse stata un’influenza ?
La teoria dei ricercatori è che la mortalità in realtà fosse dovuta a quella che usualmente si definisce “superinfezione”, cioè a una patologia respiratoria opportunistica causata da batteri che attacca un paziente già debilitato pesantemente dal virus influenzale. E il batterio indiziato numero uno è lo Streptococcus pneumoniae.
Cosa aggiunge di nuovo questo studio ? Tom Jefferson della Cochrane Collaboration, esperto di pandemie e influenze, ci risponde che
Tratto da Pensieroscientificoeditore.it – 12 Febbraio 2009 Flu Was Not the Real Killer in the 1918 Pandemic Strep infections, rather than the flu virus itself, may have killed most people during the 1918 influenza pandemic. This suggests that some of the most dire predictions about a potential new pandemic could be exaggerated.
Scientists looked at the available information regarding the 1918 flu pandemic, which killed anywhere between 50 million and 100 million people globally in the space of about 18 months. Some research has shown that on average it took a week to 11 days for people to die, which fits in more with the known pattern of a bacterial infection than a viral infection.
People with influenza often get what is known as a “superinfection” with a bacterial agent. In 1918 it appears to have been Streptococcus pneumoniae.
Many projections for a new pandemic have been based on a worst-case 1918 scenario, in which tens of millions of people would die globally. However, since strep is much easier to treat than the flu using modern medicine, a new pandemic might be much less dire than it was in the early 20th century.
Sources: Reuters February 5, 2009 + Emerging Infectious Diseases February 2009; 15(2):346-7
Necromanzia dei medici ricercatori moderni:
Nel 1918 l’epidemia d’influenza detta «spagnola» infettò un quarto della popolazione mondiale e uccise tra i 40 e i 50 milioni di uomini nel mondo, una strage superiore a quella della Grande Guerra appena conclusa.
Ora il virus responsabile di quella che fu forse la più grande epidemia della storia è ricomparso sulla terra.
Non per opera della natura, ma dei laboratori militari USA. Da anni gli scienziati militari americani cercavano di farlo rivivere. A questo scopo sono andati in Islanda per dissotterrare cadaveri di vittime della «spagnola» ben conservati nel terreno ghiacciato (permafrost).E dai polmoni dei morti hanno estratto parti del DNA del virus. Solo parti di un patrimonio genetico formato da soli otto geni.
Ma ora il dottor Jeffrey Taubenberger e il suo gruppo – che lavora per l’Istituto di Patologia delle Forze Armate USA – ha annunciato il suo trionfo: non solo è riuscito a ricostruire l’intero patrimonio genetico del virus letale, anche nelle sue parti mancanti, ma anche a “riportarlo in vita“.
Quello che questo “ricercatore” fa intendere è che un virus è un essere vivente – NULLA di PIU’ FALSO
Per ora hanno provato il virus su un topo. L’animaletto è morto nei laboratori del Center for Disease Control (CDC) di Atlanta (USA), suscitando le grida di giubilo dei ricercatori: il loro virus “funziona” come quello del 1918. La sperimentazione ha avuto luogo a livello di sicurezza estremo: i ricercatori potevano accedere ai laboratori solo dopo aver apposto le impronte digitali e persino le iridi ad uno scanner.
Tuttavia, queste precauzioni paiono ormai inutili al dottor Richard Ebright, che lavora alla Rutgers University:
L’interrogatorio prende 800 pagine. Le memorie 250 pagine. L’archivio di microfilm sembra coprire addirittura 850.000 pagine.
Tratto da: pandemia.blog.tiscali
E se la Spagnola non fosse stata un’influenza ?
La teoria dei ricercatori è che la mortalità in realtà fosse dovuta a quella che usualmente si definisce “superinfezione”, cioè a una patologia respiratoria opportunistica causata da batteri che attacca un paziente già debilitato pesantemente dal virus influenzale. E il batterio indiziato numero uno è lo Streptococcus pneumoniae.
Cosa aggiunge di nuovo questo studio ? Tom Jefferson della Cochrane Collaboration, esperto di pandemie e influenze, ci risponde che
“questo studio riprende le conclusioni dei primi sanitari pubblici dell’epoca che non potevano visualizzare i virus, anche se ne sospettavano l’esistenza. Dall’esame autoptico dei morti per la Spagnola, venne evidenziata una presenza del bacillo di Loeffler, che prese appunto poi il nome di Haemophilus influenzae”.Di fatto sulla causa di origine batterica o virale della famigerata Spagnola sono state avanzate diverse ipotesi ma mancano evidenze per arrivare a delle conclusioni certe. L’ipotesi di Klugman è plausibile ma vi sono diversi aspetti atipici ancora inspiegabili.
“La riproposizione della teoria – fa notare Jefferson – dimostra come nella scienza vi siano poche certezze e come persistano le incertezze in questo campo, nonostante le certezze assolute dei cattivi maestri”Fonte: Klugman KP, Astley CM, Lipsitch M. Time from onset to death, 1918 influenza and pneumococcal pneumonia. Emerg Infect Dis 2009; DOI: 10.3201/eid1502.081208.
Tratto da Pensieroscientificoeditore.it – 12 Febbraio 2009 Flu Was Not the Real Killer in the 1918 Pandemic Strep infections, rather than the flu virus itself, may have killed most people during the 1918 influenza pandemic. This suggests that some of the most dire predictions about a potential new pandemic could be exaggerated.
Scientists looked at the available information regarding the 1918 flu pandemic, which killed anywhere between 50 million and 100 million people globally in the space of about 18 months. Some research has shown that on average it took a week to 11 days for people to die, which fits in more with the known pattern of a bacterial infection than a viral infection.
People with influenza often get what is known as a “superinfection” with a bacterial agent. In 1918 it appears to have been Streptococcus pneumoniae.
Many projections for a new pandemic have been based on a worst-case 1918 scenario, in which tens of millions of people would die globally. However, since strep is much easier to treat than the flu using modern medicine, a new pandemic might be much less dire than it was in the early 20th century.
Sources: Reuters February 5, 2009 + Emerging Infectious Diseases February 2009; 15(2):346-7
Il bilancio delle vittime e la lista dei malati sono tra i più pesanti mai registrati |
Nel 1918 l’epidemia d’influenza detta «spagnola» infettò un quarto della popolazione mondiale e uccise tra i 40 e i 50 milioni di uomini nel mondo, una strage superiore a quella della Grande Guerra appena conclusa.
Ora il virus responsabile di quella che fu forse la più grande epidemia della storia è ricomparso sulla terra.
Non per opera della natura, ma dei laboratori militari USA. Da anni gli scienziati militari americani cercavano di farlo rivivere. A questo scopo sono andati in Islanda per dissotterrare cadaveri di vittime della «spagnola» ben conservati nel terreno ghiacciato (permafrost).E dai polmoni dei morti hanno estratto parti del DNA del virus. Solo parti di un patrimonio genetico formato da soli otto geni.
Ma ora il dottor Jeffrey Taubenberger e il suo gruppo – che lavora per l’Istituto di Patologia delle Forze Armate USA – ha annunciato il suo trionfo: non solo è riuscito a ricostruire l’intero patrimonio genetico del virus letale, anche nelle sue parti mancanti, ma anche a “riportarlo in vita“.
Quello che questo “ricercatore” fa intendere è che un virus è un essere vivente – NULLA di PIU’ FALSO
Per ora hanno provato il virus su un topo. L’animaletto è morto nei laboratori del Center for Disease Control (CDC) di Atlanta (USA), suscitando le grida di giubilo dei ricercatori: il loro virus “funziona” come quello del 1918. La sperimentazione ha avuto luogo a livello di sicurezza estremo: i ricercatori potevano accedere ai laboratori solo dopo aver apposto le impronte digitali e persino le iridi ad uno scanner.
Tuttavia, queste precauzioni paiono ormai inutili al dottor Richard Ebright, che lavora alla Rutgers University:
«altri possono ricreare il virus secondo le procedure del gruppo Taubenberger, che sono pubblicate. Stiamo parlando di un germe che uccise a suo tempo l’1 % della popolazione mondiale”.FALSO perchè furono le vaccinazioni per il Vaiolo a generare la “Spagnola” ! – vedi anche Malattie del passato
Il fatto che tanto interesse, studio e spese siano stati affrontati dalle Forze Armate lascia sospettare, ovviamente, al peggio: che si provi a creare una versione «militarizzata» del vecchio virus, per farne un’arma biologica di distruzione massiccia. By:aranciamec@lycos.it – April 23, 2006 Cosa facevano i generali nel laboratorio delle pandemie ? – By Maurizio Blondet 23 ottobre 2008
Non deve accadere mai niente attorno al Saranak Lake, Stato di New York; sicchè l’evento è stato riportato con un certo rilievo dal giornale locale, l’Adirondack Daily Enterprisek. Il 18 ottobre, un grosso Boeing 757 con l’insegna «United States of America» è atterrato nel locale aeroporto regionale a Lake Clear; e due membri dell’airport committe, Barry DeFuria e Larry Miller (sono anche membri del consiglio comunale) vedono sbarcare dall’apparecchio «i più alti membri degli Stati Maggiori riuniti USA e i loro pari grado di Francia, Germania e di un altro Paese, forse la Gran Bretagna».
DeFuria e Miller non sono precisi, perchè hanno potuto guardare la scena solo da lontano; file di soldati vietavano di avvicinarsi, ed hanno sorvegliato l’apparecchio di Stato per tutto il tempo in cui ha sostato all’aeroporto (1).
Il signor DeFuria può però aggiungere un particolare: è arrivata anche una delegazione militare del più alto livello dall’Italia, ma su «un volo separato, su un Falcon». Un tocco di commedia all’italiana. Ecco a cosa servono i vostri soldi, contribuenti, e a cosa servono i 18 nuovi aerei blù comprati dal Salame.
Ma il giornale dell’Adirondack, poco incline all’umorismo, si chiede invece: cosa ci facevano dalle nostre parti «generali e ammiragli del più alto grado, appartenenti alle più potenti nazioni della terra» (sic), proprio qui nel nostro angolo di fredde foreste e laghi ?
Essi hanno tenuto una riunione «da qualche parte nella zona», una parte che il giornale non è in grado di precisare. Nella zona, proprio sul lago Saranak, c’è un solo luogo di alto interesse militare dove i gallonati dell’Occidente possono essere stati accolti: il Trudeau Institute, un laboratorio bio-chimico molto riservato, in cui si coltivano microrganismi di tipo «pandemico», allo scopo (quello dichiarato) di elaborare un vaccino contro le specie più letali di influenza.
Gli scienziati del Trudeau compiono queste ricerche insieme ai ricercatori della US Navy, dunque il tutto è coperto da segreto militare.
Coincidenza: appena pochi giorni prima – per l’esattezza, il primo di ottobre – il presidente Bush ha promulgato un decreto chiamato «Consolidated Security, Disaster Assistance & Continuing Appropriation Act 2009» (H.R. 2638).In questa legge di preparazione alle catastrofi, tra l’altro, si stanziano 1,6 milioni aggiuntivi per finanziare
«il programma congiunto fra Trudeau Institute e la Marina militare per sviluppare un vaccino contro l’influenza pandemica».Lo stanziamento ha fatto esultare David Woodland, presidente del Trudeau Institute:
«E’ ampiamente condivisa la preoccupazione che possa accadere un’altra pandemia»,ha detto, spiegando poi che un vaccino avanzato aiuterà le forze armate americane a condurre le loro missioni senza subire perdite per una pandemia influenzale (2).Un’altra pandemia ? Quale pandemia c’è stata prima ?
Vediamo: l’antrace, pandemia rientrata, originata da spore di antrace rubate dal laboratorio militare di Fort Detrick, USA; l’AIDS, in corso ma molto lenta (ha gia’ fatto 25 milioni di morti però); e la SARS, la terribile influenza asiatica degli anni scorsi, terribile più che per gli effetti (pochi morti) per la psicosi che l’allarme-SARS è riuscito a creare, con la volonterosa cooperazione dei media. Coincidenza: il 21 ottobre, USA Today rivanga la storia della SARS (avvenuta nel 2003) e titola: «Un esperto predice che la prossima epidemia comincerà dagli animali», come la SARS dai polli.
Il fatto è che – altra coincidenza – un’associazione senza scopo di lucro chiamata «Trust for American Health» sta cominciando a diffondere un suo rapporto, dal titolo: «I germi sono globali – Perchè le malattie infettive emergenti sono una minaccia all’America», dove dice che una nuova pandemia o «un attentato bioterroristico» possono far diventare il problema «una questione di sicurezza nazionale» (3).
Ulteriore coincidenza: proprio in questi giorni Google ha versato 15 milioni di dollari alla sua entità filantropico-benefica (Google.org) con l’ordine di identificare le nuove malattie, e da quali punti del globo possano emergere.
Il direttore esecutivo della filantropica-Google, Larry Brilliant (provate ad immaginare a quale etnia appartiene) sostiene che «l’attuale collasso economico globale rende più probabile una pandemia, perchè i governi devono tagliare le spese sanitarie… Inevitabilmente, inesorabilmente, avanziamo verso una pandemia».
E’ incredibile quanti americani, in vista delle elezioni, si scoprano doti di chiaroveggenza, riuscendo a prevedere le catastrofi che nel prossimo futuro «metteranno alla prova» il nuovo presidente.
I Lloyd’s di Londra sono i primi a credere a queste doti paranormali.
Infatti (altra coincidenza ?) il 20 ottobre hanno emanato un rapporto dal titolo: «Pandemic – Potential Insurance Impact», dove si preoccupano del costo che la pandemia può avere sulle casse delle assicurazioni.
Trevor Maynard, direttore dei rischi emergenti al Lloyd’s, ricorda che l'«epidemia di Spagnola nel 1918 ha ucciso 100 milioni di persone nel mondo. Anche se la influenza aviaria è ritenuta la pandemia prossima più probabile, dobbiamo essere preparati per altri tipi di pandemie che possono richiedere altre risposte e porre altre sfide, fra cui un tasso di mortalità superiore all’influenza» (4).
Si aggiunga che il primo ottobre, lo stesso giorno in cui Bush ha emesso il «Disaster Assistance ACT 2009» che stanziava nuovi fondi al Trudeau Institute, è lo stesso identico giorno in cui il medesimo Bush ha attivato una forza militare bellica – la 1st Brigade Combat Team, prima operante in Iraq – per azioni di contenimento di disordini all’interno degli Stati Uniti.
E nello stesso 1° d’ottobre, l’ufficio del Segretario del Dipartimento della Sanità americana ha rilasciato una «Declaration under the Public Readiness and Emergency Preparedness Act», la quale ha lo scopo di «fornire protezioni mirate per contromisure anti-antrace, basate sul credibile rischio che le minacce di esposizione al Bacillus Anthracis costituiscano una pubblica emergenza sanitaria».
L’ignoto terrorista islamico (che alcuni ritengono essere il colonnello Philip Zack, ferocemente anti-musulmano, biochimico a Fort Detrick, già beccato da teleamere-spia a sottrarre culture batteriche letali (5) usò le sue spore di antrace Made in USA nel 2001, spedendole per lettera a senatori democratici, i quali ne furono debitamente intimiditi.
Al punto da svuotare il Congresso, sicchè Bush potè promulgare il decreto d’emergenza (Patriot Act) senza il controllo parlamentare. E’ un’altra intimidazione, in vista della «crisi generata» profetizzata da Joe Biden e da Colin Powell ?
Fatto sta che i blog americani riportano la storia del misterioso incontro dei militari a Saranake Lake con allarme.
E alcuni dicono: una pandemia «generata» dall’uomo, da una cultura della US Military, può essere il modo migliore di gestire l’ira delle masse nel collasso dell’economia americana.
Con l’epidemia in corso, la gente non si riunirà in manifestazioni, per timore dell’infezione; starà alla larga dal vicino di casa; non protesterà se migliaia di vicini di casa saranno internati in lazzaretti d’isolamento, e se vedrà attuare misure severe di controllo per mezzo di forze armate.
Senza contare che uno sfoltimento della popolazione mondiale è da anni nei programmi dei veri poteri forti, che fanno capo al Council on foreign Relations, lo storico think-tank dei Rockefeller.
Coincidenza: Il Trudeau Institute ha come direttore Ralph Steinman (*) (indovinato l’etnia ?), che e’ primario al Rockefeller University Hospital e professore alla cattedra «Kunkel» della Rockefeller University; è un biologo cellulare che ha concentrato le sue ricerche sul sistema immunitario.
(*) Ralph Marvin Steinman, M.D., is an immunologist and cell biologist at Rockefeller University, who coined the term dendritic cells together with Zanvil A. Cohn in 1973, and its research. He has received numerous awards and recognitions for his life-long work on dendritic cells, such as the Albert Lasker Award For Basic Medical Research (2007) and the Gairdner Foundation International Award (2003).
In addition, he was made a member of Institute of Medicine (U.S.A.; elected 2002) and theNational Academy of Sciences (U.S.A.; elected 2001) – vedi: Big Pharma – Rockefeller I nostri militari d’alto grado sanno la verità; sono andati lì al Trudeau sul Falcon da noi pagato, ad ascoltare i progetti e gli sviluppi prossimo venturi, fianco a fianco coi capi di SM dei maggiori Paesi NATO.
Avranno almeno ricevuto il vaccino anti-pandemia prossima, per se’ e i loro cari ?
C’e’ una fiala per Salame ?
1) Peter Crowley, «Top international military officials meet in Adirondacks», Adirondack Daily enterprise, 18 ottobre 2008.
2) Si consulti il sito del Trudeau Institute: http://trudeauinstitute.org/dynamicPages
3) Steve Sternberg, «Experts predict next epidemic will start in animals»,
USA Today, 21 ottobre 2008. Chikungunya may well become the next epidemic to reach the USA. Carrying an African name that roughly means “bent over”, chikungunya is a mosquito-borne illness that causes severe flu-like symptoms and muscle aches that may last a lifetime. In the past two years, the disease traveled from East Africa to French-speaking islands in the Indian Ocean, afflicting 266,000 people, swamping hospitals and causing 255 deaths, says Antoine Flahault of the L’Ecole des Hautes Etudes en Sante’ Publique in Paris, who coordinated the research into the island outbreaks.
From there, the virus leapt to the Indian mainland, infecting more than 1.5 million people and killing up to 90,000, most of them elderly. Today, it is making its way through Southeast Asia, aided by a genetic mutation that enabled it to adapt to the tiger mosquito, also found in the USA. In August, chikungunya turned up in Ravenna, Italy, a city on the same latitude as Bangor, Maine, carried by a South Indian man who was visiting relatives, according to a report in Lancet.
Tiger mosquitoes in Ravenna feasted on the visitor and caused a local outbreak, spreading the disease to more than 250 people. Researchers from the University of Marseille reported last year in
The New England Journal of Medicine that chikungunya turned up in more than 1,000 people returning from outbreak areas to Europe and the USA. «It clearly has the ability to come to the U.S.» says Larry Madoff of ProMed and Harvard University.
4) «Lloyds publishes report on pandemic impacts», Continuity Central, 21 ottobre 2008.
5) Ho raccontato la storia del dottor Zack nel mio «11 settembre, colpo di Stato in USA».
Data registrazione: Feb 2009
La SPAGNOLA fu il RISULTATO delle campagne di Vaccinazioni per il VAIOLO, le quali procurarono alla popolazione vaccinata, mutazioni genetiche, intossicazioni, infiammazioni e quindi immunodepressione !
La prova ? ECCOLA: Sulla rivista PNAS – I geni cruciali (mutazioni genetiche virali) per la virulenza della Spagnola
L’insieme dei tre geni scoperti, in combinazione con un quarto gene chiave, permette al virus di colonizzare le cellule dei polmoni
Il virus della Spagnola viene ricordato come uno dei più letali nella storia dell’umanità. Secondo le cronache, uccise tra 20 e 50 milioni di persone nel 1918, complici anche le cattive condizioni delle popolazioni stremate dalla Grande Guerra. Secondo quanto riporta l’ultimo numero della rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences”, un gruppo guidato dai virologi Yoshihiro Kawaoka e Tokiko Watanabe dell’Università del Wisconsin a Madison è riuscito a identificare i geni che diedero al virus dell’influenza del 1918 la capacità di riprodursi nei tessuti del polmone.
“I virus dell’influenza, convenzionali, si replicano essenzialmente nelle vie respiratorie superiori: bocca, naso e gola; il virus del 1918 si replica nelle stesse zone ma anche nei polmoni”, causando una polmonite primaria nei soggetti infetti, ha spiegato Kawaoka. Le autopsie delle vittime della spagnola infatti rivelavano spesso polmoni pieni di liquido e danneggiati da copiose emorragie. Un’ipotesi seguita da molti studiosi era che la capacità dei virus di prendere il controllo dei polmoni fosse associata con l’alto livello di virulenza del patogeno, ma i geni in grado di conferirla rimanevano sconosciuti.
Per colmare questa lacuna, Kawaoka e colleghi hanno mescolato elementi genetici del virus della spagnola con quelli dell’influenza aviaria attualmente in circolazione e hanno poi testato le varianti risultanti in un gruppo di furetti, animali che riproducono assai fedelmente le caratteristiche dell’infezione umana.
Nella maggior parte dei casi, le sostituzioni di singoli geni del 1918 nei ceppi attuali molto più benigni dà luogo ad agenti patogeni che ancora sono in grado replicarsi solo nel tratto superiore dell’apparato respiratorio. Un’eccezione, tuttavia, riguardava un insieme di tre geni che, in combinazione con un quarto gene chiave, permette al virus di colonizzare le cellule dei polmoni e di codificare per l’RNA polimerasi, una proteina necessaria per la riproduzione del virus. (fc)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1334349
VIRUS O GUERRA BATTERIOLOGICA ?
Tratto da: effedieffe.com
Stati Uniti – Mentre si agita l’allarmismo mondiale sull’imminente pandemia da influenza aviaria, il dottor Johan Hultin di San Francisco è riuscito a far rivivere il virus della «spagnola», che falciò da 20 a 40 milioni di vite nel 1918.
Uno sforzo che Hultin ha perseguito per dieci anni, e che ha compreso l’esumazione dei resti di alcuni morti di spagnola, ben conservati nel permafrost sub-artico, l’asportazione dei loro polmoni e la coltivazione (con varie manipolazioni genetiche) del virus assassino.
Un grande successo scientifico, come ha scritto tutta la stampa?
«Dal punto di vista scientifico, è l’equivalente del cercare il sepolcro di Dracula e strappargli il piuolo che gli attraversa il cuore», è il commento di Jean Shinoda Bolen, medico e ricercatore (1).E segnala che Hultin non è un ricercatore solitario: lavora per l’Armed Forces Institute of Pathology di Rockwille (MD), e la ricerca gli è stata finanziata dal Pentagono.
Lo scopo dichiarato è studiare un vaccino per un agente patogeno che non esisteva più: ora che è stato riportato alla vita, è in qualche modo un’arma batteriologica ideale, perché letale solo per i non vaccinati.
Perché altrimenti questa ricerca finanziata dalla Difesa ?
Questo particolare rende credibili i peggiori sospetti, dichiarati per iscritto da Leonard Horowitz, esperto internazionale di sanità pubblica e occhiuto sorvegliante delle manipolazioni genetiche a scopo militare.
Horowitz sostiene che nel 1975 Henry Kissinger affidò alla CIA la preparazione di germi che potessero «ridurre la popolazione mondiale», come risulta dagli atti del Congresso dell’epoca.
Ed accenna ad un agghiacciante «successo» di alcuni ricercatori (O’Conner, Stewart, Kinard, Rauscher ed altri) dello Special Virus Cancer Program, che sarebbero riusciti, lavorando sui virus ricombinanti, a «combinare» i virus influenzali con un virus che provoca leucemia acuta linfocitica, per produrre una bio-arma capace di trasmettere la leucemia, come l’influenza, attraverso lo starnuto (2).
E ricorda che l’Institute of Science in Society di Londra, quando esplose l’allarme SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome), si chiese se «l’ingegneria genetica non abbia prodotto per inavvertenza il virus SARS».
Per inavvertenza ? Gli studi militari nel settore biologico, spaventosi per le loro possibilità, sono i segreti meglio conservati.
Ne sappiamo pochissimo. Si sa però che fra i teorici della Revolution in Military Affairs (la nuova dottrina preferita da Rumsfeld) si è contemplata la possibilità di «una forma di schiavitù» farmacologica, in cui «la popolazione presa di mira non sa di essere messa in schiavitù» (3).
E non è detto che simili farmaci – arma vengano riservati al nemico, dice Horowitz: i comandi supremi, disponendo di un così comodo mezzo di «convinzione», possono adottarlo contro la loro popolazione.
La diffusione di epidemie funzionali al potere fa parte dei tipi di «conflitti meno che bellici» (conflicts short of war) studiati, appunto, nella Revolution in Military Affairs per un utilizzo strategico.
I motivi possono essere diversi. La manipolazione psicologica delle popolazioni, disposte a cedere le libertà civili e personali di fronte al terrore di un’emergenza; la riduzione pianificata di popolazioni, con mezzi che appariranno «naturali» come un’influenza; e la nozione, ben studiata dalla strategia, che «nessuna grande pandemia si è sviluppata senza paralleli grandi sconvolgimenti socio-politici».
La stessa «spagnola» ne dà l’esempio, visto che coincide con l’avvento del bolscevismo in Russia e dei fascismi nell’Europa occidentale.
Horowitz si domanda dunque se l’allarmismo indotto in questi anni – sulla SARS ed ora sull’influenza aviaria – non faccia parte di una preparazione all’uso di malattie per controllo dei propri cittadini.
Riferiamo i suoi dubbi, lasciandone a lui la responsabilità.
Per esempio Horowitz si domanda: quanto è letale questa influenza aviaria ?
Secondo i dati ufficiali ha ucciso 65 persone in due anni.
Abitanti del Sud-Est asiatico, dove vigono servizi sanitari discutibili, ma di cui non si conoscono – per esempio – le condizioni di immunosoppressione.
Per mettere le cose in prospettiva, è bene sapere che l’influenza comune uccide ogni inverno 40 mila nord-americani, per lo più anziani col sistema immunitario compromesso.
Anche in Italia, l’influenza falcia migliaia di persone di questa categoria (è un bel risparmio per l’INPS).
Quanto è trasmissibile l’influenza aviaria?
Come si sa ufficialmente, il virus H5N1 fino ad oggi non è mutato sì da trasmettersi da persona a persona.
Ma allora perché, si chiede Horowitz, l’amministrazione USA ha approvato lo stanziamento di 3,9 miliardi di dollari, e si prepara a stanziare altri 10 miliardi, per «vaccini e farmaci antivirali» per un agente patogeno che ancora non esiste ?
A meno che…
A meno che il vaccino sia in corso di preparazione.
Il che implica che il virus mutante che agisce (o agirà) sull’uomo può essere già stato creato in laboratorio per avere il vaccino.
Incredibile ? Resta il fatto che il virus H5N1 non ha finora operato con contagio da uomo a uomo, e molto debolmente dal contatto diretto di uomini con volatili.
Può tramutarsi però, ci dicono, in un virus che colpisce l’uomo ricombinandosi con il comune virus influenzale.
Ma come ? Horowitz dice: io posso farlo in laboratorio.
Bisogna coltivare il virus dei polli su tessuti umani per un periodo piuttosto lungo, poi iniettarlo nella scimmia e infine nell’uomo per vedere se ha l’effetto devastante che ha sui polli.
Ma questo non è un processo spontaneo.
Non sarà che il virus per l’uomo esiste già, pronto per una diffusione «accidentale» come alcuni credono sia avvenuto per la SARS ?
Un’altra domanda: come mai non si fa che parlare del vaccino prossimo venturo per questo virus non ancora esistente, come se fosse la soluzione ? I vaccini, per essere efficaci, devono essere specifici.
Ora, poiché i virus «nuovi» sono i più velocemente mutanti (i virus «storici», proprio perché sono antichi, sono più stabili) nessuno può garantire che un vaccino non venga sul mercato quando il virus è mutato tanto, da rendere quel vaccino inefficace.
I vaccini richiedono anni, o almeno mesi di prove sperimentali sulla popolazione. Perché i media, imbeccati dal governo e dalle farmaceutiche, ci assicurano che «quel vaccino (non esistente) per un virus che non è ancora nato, sarà efficace?».
Horowitz si domanda se, tra i risultati collaterali auspicati dall’allarme influenza aviaria, non ci siano gli interessi delle industrie farmaceutiche.
Business Week (4) ha parlato dei ricchi profitti che la Roche sta facendo con il suo Tamiflu, il «solo farmaco considerato efficace contro l’influenza aviaria».
Al punto che il governo USA ne ha acquistato abbastanza per 4,3 milioni di pazienti, e ne ha ordinato dell’altro.
Ma l’efficacia del Tamiflu non è affatto garantita, specie sulle categorie a rischio, gli anziani con altre affezioni croniche.
Mentre sono accertati parecchi effetti collaterali, dal vomito alla diarrea e alla bronchite.
Dopo il caso del farmaco Vioxx ritirato dalla Merck perché ha ammazzato decine di migliaia di pazienti, ci si può davvero fidare della coscienza degli industriali del farmaco ?
In USA, le malattie iatrogene (provocate dai farmaci, dagli ospedali, o dai medici) sono la prima causa di morte.
Davvero dobbiamo temere soltanto l’ancora inesistente influenza dei polli «umana»?
Domande.
Ci limitiamo a riferirle.
di Maurizio Blondet – 19/10/2005
Note
1) Jean Shinoda Bolen, «1918 flu virus, Dracula, A-Bomb», Commondreams, 16 ottobre 2005
2) L.G. Horowitz, «Emerging viruses: AIDS and Ebola, nature, accidente or intentional?», Tetrahedron Publishing Gropu, 2001.
3) Si veda il mio «La strage dei genetisti», Effedieffe, 2004
4) Wang P. «Avian Flu, inoculate your portfolio», 1 ottobre 2005.
vedi: Cosa e’ un Virus
Gli effetti nocivi sul Cervello da parte del vaccino per l’influenza = Tamiflu della Roche –Big Farma !
L’INFLUENZA “SPAGNOLA”, UN’EPIDEMIA CREATA DALL’UOMO ?
By Henry Makow, Ph.D. – Save The Males Nel 1948 Heinrich Mueller, già capo della Gestapo, disse agli interrogatori della CIA che la più devastante piaga nella storia dell’umanità era stata creata dall’uomo. Si riferiva alla pandemia dell’influenza del 1918-1919 che colpì il 20% della popolazione mondiale e che uccise tra i 60 e i 100 milioni di persone. Questo numero è pressoché tre volte maggiore al numero di persone uccise e ferite nella I Guerra Mondiale, ed è paragonabile alle perdite subite nella Seconda Guerra Mondiale, tuttavia questa piaga moderna è passata nel dimenticatoio.
Mueller asseriva che l’influenza era parte di un’arma batteriologica dell’esercito americano che in qualche modo infettò i soldati del Camp Riley KS nel marzo del 1918 e si diffuse in tutto il mondo. Disse che “divenne incontrollabile”, ma non possiamo scartare l’orrenda possibilità che “la spagnola” fosse una misura ad hoc per ridurrre drasticamente la popolazione, e che potrebbe essere usata ancora. Tra la spagnola e “l’influenza aviaria” è stato infatti trovato un legame.
Non c’era niente di “spagnolo” in quell’influenza. Secondo Wikipedia: “In America circa il 28% della popolazione ne soffrì, e ne morirono dalle 500.000 alle 675.000 persone. In Gran Bretagna ne morirono 200.000, in Francia 400.000. Paesi interi perirono in Alaska e Sud Africa. In Australia si stima che le morti furono circa 10.000 e nelle isole Fiji, in sole due settimane, perì il 14% della popolazione, mentre nella Samoa occidentale il 22%. Si stima che in India i morti furono 17 milioni, circa il 5% della popolazione di allora, e nell’esercito indiano circa il 22% delle truppe infettate morirono”.
Addirittura, i sintomi del 1918 erano così insoliti che dapprima la diagnosi fu sbagliata, e si pensò che si trattasse di dengue, colera, o tifo. Un cronista osservò:
Stati Uniti – Mentre si agita l’allarmismo mondiale sull’imminente pandemia da influenza aviaria, il dottor Johan Hultin di San Francisco è riuscito a far rivivere il virus della «spagnola», che falciò da 20 a 40 milioni di vite nel 1918.
Uno sforzo che Hultin ha perseguito per dieci anni, e che ha compreso l’esumazione dei resti di alcuni morti di spagnola, ben conservati nel permafrost sub-artico, l’asportazione dei loro polmoni e la coltivazione (con varie manipolazioni genetiche) del virus assassino.
Un grande successo scientifico, come ha scritto tutta la stampa?
«Dal punto di vista scientifico, è l’equivalente del cercare il sepolcro di Dracula e strappargli il piuolo che gli attraversa il cuore», è il commento di Jean Shinoda Bolen, medico e ricercatore (1).E segnala che Hultin non è un ricercatore solitario: lavora per l’Armed Forces Institute of Pathology di Rockwille (MD), e la ricerca gli è stata finanziata dal Pentagono.
Lo scopo dichiarato è studiare un vaccino per un agente patogeno che non esisteva più: ora che è stato riportato alla vita, è in qualche modo un’arma batteriologica ideale, perché letale solo per i non vaccinati.
Perché altrimenti questa ricerca finanziata dalla Difesa ?
Questo particolare rende credibili i peggiori sospetti, dichiarati per iscritto da Leonard Horowitz, esperto internazionale di sanità pubblica e occhiuto sorvegliante delle manipolazioni genetiche a scopo militare.
Horowitz sostiene che nel 1975 Henry Kissinger affidò alla CIA la preparazione di germi che potessero «ridurre la popolazione mondiale», come risulta dagli atti del Congresso dell’epoca.
Ed accenna ad un agghiacciante «successo» di alcuni ricercatori (O’Conner, Stewart, Kinard, Rauscher ed altri) dello Special Virus Cancer Program, che sarebbero riusciti, lavorando sui virus ricombinanti, a «combinare» i virus influenzali con un virus che provoca leucemia acuta linfocitica, per produrre una bio-arma capace di trasmettere la leucemia, come l’influenza, attraverso lo starnuto (2).
E ricorda che l’Institute of Science in Society di Londra, quando esplose l’allarme SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome), si chiese se «l’ingegneria genetica non abbia prodotto per inavvertenza il virus SARS».
Per inavvertenza ? Gli studi militari nel settore biologico, spaventosi per le loro possibilità, sono i segreti meglio conservati.
Ne sappiamo pochissimo. Si sa però che fra i teorici della Revolution in Military Affairs (la nuova dottrina preferita da Rumsfeld) si è contemplata la possibilità di «una forma di schiavitù» farmacologica, in cui «la popolazione presa di mira non sa di essere messa in schiavitù» (3).
E non è detto che simili farmaci – arma vengano riservati al nemico, dice Horowitz: i comandi supremi, disponendo di un così comodo mezzo di «convinzione», possono adottarlo contro la loro popolazione.
La diffusione di epidemie funzionali al potere fa parte dei tipi di «conflitti meno che bellici» (conflicts short of war) studiati, appunto, nella Revolution in Military Affairs per un utilizzo strategico.
I motivi possono essere diversi. La manipolazione psicologica delle popolazioni, disposte a cedere le libertà civili e personali di fronte al terrore di un’emergenza; la riduzione pianificata di popolazioni, con mezzi che appariranno «naturali» come un’influenza; e la nozione, ben studiata dalla strategia, che «nessuna grande pandemia si è sviluppata senza paralleli grandi sconvolgimenti socio-politici».
La stessa «spagnola» ne dà l’esempio, visto che coincide con l’avvento del bolscevismo in Russia e dei fascismi nell’Europa occidentale.
Horowitz si domanda dunque se l’allarmismo indotto in questi anni – sulla SARS ed ora sull’influenza aviaria – non faccia parte di una preparazione all’uso di malattie per controllo dei propri cittadini.
Riferiamo i suoi dubbi, lasciandone a lui la responsabilità.
Per esempio Horowitz si domanda: quanto è letale questa influenza aviaria ?
Secondo i dati ufficiali ha ucciso 65 persone in due anni.
Abitanti del Sud-Est asiatico, dove vigono servizi sanitari discutibili, ma di cui non si conoscono – per esempio – le condizioni di immunosoppressione.
Per mettere le cose in prospettiva, è bene sapere che l’influenza comune uccide ogni inverno 40 mila nord-americani, per lo più anziani col sistema immunitario compromesso.
Anche in Italia, l’influenza falcia migliaia di persone di questa categoria (è un bel risparmio per l’INPS).
Quanto è trasmissibile l’influenza aviaria?
Come si sa ufficialmente, il virus H5N1 fino ad oggi non è mutato sì da trasmettersi da persona a persona.
Ma allora perché, si chiede Horowitz, l’amministrazione USA ha approvato lo stanziamento di 3,9 miliardi di dollari, e si prepara a stanziare altri 10 miliardi, per «vaccini e farmaci antivirali» per un agente patogeno che ancora non esiste ?
A meno che…
A meno che il vaccino sia in corso di preparazione.
Il che implica che il virus mutante che agisce (o agirà) sull’uomo può essere già stato creato in laboratorio per avere il vaccino.
Incredibile ? Resta il fatto che il virus H5N1 non ha finora operato con contagio da uomo a uomo, e molto debolmente dal contatto diretto di uomini con volatili.
Può tramutarsi però, ci dicono, in un virus che colpisce l’uomo ricombinandosi con il comune virus influenzale.
Ma come ? Horowitz dice: io posso farlo in laboratorio.
Bisogna coltivare il virus dei polli su tessuti umani per un periodo piuttosto lungo, poi iniettarlo nella scimmia e infine nell’uomo per vedere se ha l’effetto devastante che ha sui polli.
Ma questo non è un processo spontaneo.
Non sarà che il virus per l’uomo esiste già, pronto per una diffusione «accidentale» come alcuni credono sia avvenuto per la SARS ?
Un’altra domanda: come mai non si fa che parlare del vaccino prossimo venturo per questo virus non ancora esistente, come se fosse la soluzione ? I vaccini, per essere efficaci, devono essere specifici.
Ora, poiché i virus «nuovi» sono i più velocemente mutanti (i virus «storici», proprio perché sono antichi, sono più stabili) nessuno può garantire che un vaccino non venga sul mercato quando il virus è mutato tanto, da rendere quel vaccino inefficace.
I vaccini richiedono anni, o almeno mesi di prove sperimentali sulla popolazione. Perché i media, imbeccati dal governo e dalle farmaceutiche, ci assicurano che «quel vaccino (non esistente) per un virus che non è ancora nato, sarà efficace?».
Horowitz si domanda se, tra i risultati collaterali auspicati dall’allarme influenza aviaria, non ci siano gli interessi delle industrie farmaceutiche.
Business Week (4) ha parlato dei ricchi profitti che la Roche sta facendo con il suo Tamiflu, il «solo farmaco considerato efficace contro l’influenza aviaria».
Al punto che il governo USA ne ha acquistato abbastanza per 4,3 milioni di pazienti, e ne ha ordinato dell’altro.
Ma l’efficacia del Tamiflu non è affatto garantita, specie sulle categorie a rischio, gli anziani con altre affezioni croniche.
Mentre sono accertati parecchi effetti collaterali, dal vomito alla diarrea e alla bronchite.
Dopo il caso del farmaco Vioxx ritirato dalla Merck perché ha ammazzato decine di migliaia di pazienti, ci si può davvero fidare della coscienza degli industriali del farmaco ?
In USA, le malattie iatrogene (provocate dai farmaci, dagli ospedali, o dai medici) sono la prima causa di morte.
Davvero dobbiamo temere soltanto l’ancora inesistente influenza dei polli «umana»?
Domande.
Ci limitiamo a riferirle.
di Maurizio Blondet – 19/10/2005
Note
1) Jean Shinoda Bolen, «1918 flu virus, Dracula, A-Bomb», Commondreams, 16 ottobre 2005
2) L.G. Horowitz, «Emerging viruses: AIDS and Ebola, nature, accidente or intentional?», Tetrahedron Publishing Gropu, 2001.
3) Si veda il mio «La strage dei genetisti», Effedieffe, 2004
4) Wang P. «Avian Flu, inoculate your portfolio», 1 ottobre 2005.
vedi: Cosa e’ un Virus
Gli effetti nocivi sul Cervello da parte del vaccino per l’influenza = Tamiflu della Roche –Big Farma !
L’INFLUENZA “SPAGNOLA”, UN’EPIDEMIA CREATA DALL’UOMO ?
By Henry Makow, Ph.D. – Save The Males Nel 1948 Heinrich Mueller, già capo della Gestapo, disse agli interrogatori della CIA che la più devastante piaga nella storia dell’umanità era stata creata dall’uomo. Si riferiva alla pandemia dell’influenza del 1918-1919 che colpì il 20% della popolazione mondiale e che uccise tra i 60 e i 100 milioni di persone. Questo numero è pressoché tre volte maggiore al numero di persone uccise e ferite nella I Guerra Mondiale, ed è paragonabile alle perdite subite nella Seconda Guerra Mondiale, tuttavia questa piaga moderna è passata nel dimenticatoio.
Mueller asseriva che l’influenza era parte di un’arma batteriologica dell’esercito americano che in qualche modo infettò i soldati del Camp Riley KS nel marzo del 1918 e si diffuse in tutto il mondo. Disse che “divenne incontrollabile”, ma non possiamo scartare l’orrenda possibilità che “la spagnola” fosse una misura ad hoc per ridurrre drasticamente la popolazione, e che potrebbe essere usata ancora. Tra la spagnola e “l’influenza aviaria” è stato infatti trovato un legame.
Non c’era niente di “spagnolo” in quell’influenza. Secondo Wikipedia: “In America circa il 28% della popolazione ne soffrì, e ne morirono dalle 500.000 alle 675.000 persone. In Gran Bretagna ne morirono 200.000, in Francia 400.000. Paesi interi perirono in Alaska e Sud Africa. In Australia si stima che le morti furono circa 10.000 e nelle isole Fiji, in sole due settimane, perì il 14% della popolazione, mentre nella Samoa occidentale il 22%. Si stima che in India i morti furono 17 milioni, circa il 5% della popolazione di allora, e nell’esercito indiano circa il 22% delle truppe infettate morirono”.
Addirittura, i sintomi del 1918 erano così insoliti che dapprima la diagnosi fu sbagliata, e si pensò che si trattasse di dengue, colera, o tifo. Un cronista osservò:
“Una delle complicanze più impressionanti era l’emorragia delle mucose, specie quelle del naso, dello stomaco e dell’intestino. Si verificarono pure sanguinamenti dalle orecchie ed emorragie petecchiali…
Un’altra caratteristica di questa pandemia fu che uccise perlopiù adulti giovani, con il 99% delle vittime di età inferiore ai 65 anni di cui più della metà tra i 20 e i 40 anni. Ciò che incuriosisce è che normalmente l’influenza è più micidiale tra i bambini di meno di due anni e i vecchi con più di 70″.
Le cosiddette “élite” non hanno mai nascosto il loro desiderio di ridurre la popolazione mondiale (Vedi “Lo sterminio delle popolazioni: come avverrà?” di Alan Stang). È probabile che per loro la I Guerra Mondiale sia stata una delusione per quanto riguarda la quantità di morti. Se “l’influenza spagnola” fosse stata pianificata o meno, non si può sapere, ma sembra che l’esercito americano abbia un archivio di esperimenti con droghe/composti chimici/batteri fatti su soldati ignari. Forse che un esperimento di questo tipo gli scappò di mano?
Finora il virus dell’influenza aviaria ha ucciso soltanto 160 persone dal 2003. Sarà un precursore di qualcosa di più funesto ? Speriamo di no, ma non dobbiamo dimenticarci del precedente stabilito dalla pandemia di influenza spagnola del 1918.
Henry Makow è l’autore di “Un lungo viaggio per un appuntamento”. Ha ricevuto il suo dottorato in Letteratura Inglese all’Università di Toronto. Gli fa piacere ricevere commenti, che potrete indirizzare a henry@savethemales.ca
Fonte: http://www.savethemales.ca/ – Link:http://www.savethemales.ca/001836.html – 01.12.2006
Traduzione per comedonchisciotte.org a cura di Gianni Ellena
Sintetizzati due geni del virus che nel 1918 provocò la terribile pandemia di influenza che uccise più di 20 milioni di persone
Un team internazionale di scienziati ha sintetizzato due geni del virus che nel 1918 provocò la terribile pandemia di influenza “spagnola”, scoprendo così nuovi indizi su cosa la rese così letale al punto di uccidere in pochi mesi fra i 20 e i 50 milioni di persone. Svelando i segreti del virus, i ricercatori sperano di migliorare i metodi per identificare la prossima epidemia potenziale, che secondo alcuni potrebbe scoppiare da un momento all’altro. “Abbiamo scoperto – spiega Yoshihiro Kawaoka dell’Università del Wisconsin di Madison e dell’Università di Tokyo – che un solo gene, chiamato emoagglutinina (HA), è sufficiente a rendere patogenico un virus benigno”.
Gli scienziati sospettano che il virus del 1918 ebbe origine negli uccelli prima di compiere il salto sugli esseri umani.
L’attuale diffusione dell’influenza aviaria in Asia ha fatto sorgere il timore di una possibile mutazione del virus, che diventerebbe così altamente infettivo per gli esseri umani. “Attualmente, non sappiamo perché il gene HA agisce in questo modo, – continua Kawaoka, che ha diretto il team di ricerca – ma studiando il gene dovremmo riuscire a scoprirlo. Potremo poi usare questa informazione per predire, quando apparirà un nuovo virus, se è patogenico e se può causare un’epidemia devastante”. Oltre a HA, gli scienziati hanno sintetizzato anche un altro gene del virus del 1918, li hanno inseriti in virus benigni e hanno scoperto che i virus così modificati sono in grado di far ammalare i topi. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Nature”.
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it – 12 Ott. 2004
SVIZZERA – 2004:
Un contenitore che custodiva fiale di virus di febbre suina è esploso mentre veniva trasportato in treno in Svizzera. Le fiale contenevano il virus H1N1 della febbre suina, ma le autorità hanno sottolineato che non vi è nessun pericolo perchè non si tratta della mutazione pericolosa per l’uomo.
«L’incidente, all’inizio inquietante, si è finalmente rivelato poco grave», ha detto il portavoce della polizia, Jean-Christophe Sauterel. «Siamo dispiaciuti per quanto accaduto», ha affermato Laurent Kaiser, responsabile del laboratorio ginevrino, ricordando che ogni giorno vengono trasportati virus in queste condizioni. Alcuni vengono addirittura inviati per posta.
Commento NdR: questi studi dimostrano e confermano ciò che insegniamo da decenni e cioè che i Vaccini producono nei soggetti sottoposti a quelle infauste pratiche in-sanitarie, spacciate per tecniche preventive, Malnutrizione con perdita di fattori vitali essenziali alla vita sana, alterazione e perdita di: flora batterica autoctona, vitamine, minerali, proteine vitali), oltre alle mutazioni genetiche occulte, immunodepressioni, intossicazioni, infiammazioni e contaminazioni da virus e/o batteri pericolosi che nel tempo possono produrre malattie le più disparate ! – vedi: Contenuto dei vaccini
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