Ormai conoscendo i meccanismi questa storia della legalizzazione della marijuana in giro per il mondo non porta nulla di buono, anzi, quello che risulta da questa inchiesta è che dietro ci sono i "padroni del mondo", non ci voleva molto ad immaginarlo, non si muove foglia che l'elite non voglia e conferma quello che pensavo.
NULLA DI BUONO nessuna nuova libertà, il contrario limitazione della libertà. Quì la spiegazione : Marijuana Libera, occhio alla fregatura !!!
Uruguay: l’ombra di Monsanto dietro la legge sulla marijuana
di Dario Clemente
5 luglio 2014
Un aspetto importantissimo dell’attività dei movimenti sociali sudamericani e infatti il lavoro di ricerca e di opposizione alle attività nel continente della tristemente nota multinazionale statunitense Monsanto. Mentre in Argentina, dove dal 1996 è permessa la coltivazione di soia transgenica, di cui è prima esportatrice mondiale, è in discussione la nuova “Ley de semillas” che garantirebbe a diverse multinazionali un maggior controllo sulle licenze di semi a discapito dei piccoli coltivatori, l’ombra minacciosa di Monsanto si allunga anche sulla recente legge sulla marijuana approvata in Uruguay. A fine 2013 il paese sudamericano era stato infatti il primo al mondo a legalizzare la produzione e consumo di marijuana, con l’intento dichiarato di mettere fine al narcotraffico e al consumo di erba di pessima qualità proveniente dal Paraguay. Oltre a potersi costituire in cooperative di consumo e coltivare fino a 6 piante per persona, gli Uruguayani iscritti ad uno speciale registro potranno da fine 2014 comprare in farmacia marijuana prodotta da aziende private e commercializzata dallo Stato, ad un prezzo del 30% inferiore al mercato illegale, meno di un dollaro a grammo.
Il problema verterebbe però proprio sui soggetti che verranno autorizzati alla produzione destinata alle farmacie. I primi clamori erano stati suscitati da un inconto fra Mujica, Rockefeller e Soros a New York lo scorso settembre , proprio per parlare del processo di approvazione della legge, la cui campagna promozionale è stata finanziata al 60% dalla “Open Society Foundation” di Soros.
Il multimilionario statunitense, additatto dalle sinistre di mezzo mondo come appendice della strategia della “destabilizzazione” dei governi invisi a Washington attraverso le sue innumerevoli associazioni, ha dichiarato che “l’Uruguay è un’esperimento” nell’ambito della sua pluriennale campagna contro il narcotraffico nel continente . Il fatto è che Soros è anche un importante azionista di Monsanto e non pochi hanno collegato la presenza della multinazionale nella produzione nazionale di soia e mais, nochè il suo ingresso nel paese nel 2013 con una nuova tipologia di soia transgenica, al nuovo business della marijuana.
Il timore, insomma, è che l’Uruguay sia un pilot-test su larga scala per una sperimentazione sui semi di marijuana che Monsanto starebbe conducendo da anni, seppur indirettamente, via Olanda e Colombia. Oltretutto Mujica intenderebbe svilupare un codice genetico unico per la qualita’ di marijuana venduta dallo Stato, con lo scopo di di differenziarla da quella proveniente dal narcotraffico. Un brevetto quindi, che potrebbe facilmente essere una varietà sviluppata da Monsanto, non nuova a distribuire semi gratis per poi in seguito rivendicarne la proprietà, e che potrebbe garantire una pianta “resistente” e adatta a coltivazioni estensive.
Sia il governo Uruguayano che Monsanto negano questo scenario. Anzi, la corporation statunitense arriva ad escludere completamente sia un suo interesse allo sviluppo di marijuana O.G.M. nel mondo sia un qualsiasi collegamento con Soros. Il quale sarebbe invece implicato nella vicenda anche come azionista della azienda di produzione di bocombustibile “America del Sur Adecoagro”.
E non è finita qui perchè l’interesse nordamericano alla sperimentazione uruguayana potrebbe estendersi ad altri imprenditori, intenzionati ad una commercializzazione della sua marijuana negli Stati Uniti (Colorado e Washington) e Canada. L’Uruguay sarebbe infatti ormai più “affidabile” per l’approvvigionamento di altri paesi ( come il Messico ad esempio), anche se Mujica ha finora escluso che vi sarà una produzione per l’esportazione.
La produzione di Marijuana O.G.M. su larga scala aprirebbe inevitabilmente a tutte le problematiche connesse alle coltivazioni transgeniche presenti nel continente: monopolio dei brevetti da parte delle grandi multinazionali, abuso di pesticidi altamente intossicanti per la popolazione, distruzione della biodiversità e della produzione contadina, nonchè ovviamente delle implicazioni rispetto alla qualità del prodotto. Un ulteriore penetrazione di Monsanto renderebbe inoltre il paese ancora più dipendente dagli interessi del capitale “sojero” nazionale e straniero, avezzo a tentativi di destabilizzazione politico-militari come dimostra il non lontano caso di colpo di stato in Paraguay nel 2012.
La produzione di Marijuana O.G.M. su larga scala aprirebbe inevitabilmente a tutte le problematiche connesse alle coltivazioni transgeniche presenti nel continente: monopolio dei brevetti da parte delle grandi multinazionali, abuso di pesticidi altamente intossicanti per la popolazione, distruzione della biodiversità e della produzione contadina, nonchè ovviamente delle implicazioni rispetto alla qualità del prodotto. Un ulteriore penetrazione di Monsanto renderebbe inoltre il paese ancora più dipendente dagli interessi del capitale “sojero” nazionale e straniero, avezzo a tentativi di destabilizzazione politico-militari come dimostra il non lontano caso di colpo di stato in Paraguay nel 2012.
Nel frattempo la legge sta subendo un ritardo nella applicazione dovuto alla scarsa legislazione in materia presente a livello internazionale. L’erba destinata alle farmacie non è ancora stata piantata così come l’appalto per scegliere le aziende fornitrici non è stato ancora svolto. Infobae America riporta un sondaggio per cui il 64% degli uruguayani sarebbe contrario all’applicazione della legge e il 62% favorevole a una sua derogazione parziale. Di sicuro c’è che se la coalizione oficialista di Mujica non risulterà vincente alle elezioni di ottobre (per ora si assesta sul 40% dei consensi) l’opposizione procederà a derogarla, almeno nella parte che avoca la coltivazione allo stato, lasciando in piedi solo la possibilità di auto produrla.
Fonti tanamericana.it informazioneconsapevole
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