Descrizione

La storia ha due volti: quello ufficiale, mendace e quello segreto e imbarazzante, in cui però sono da ricercarsi le vere cause degli avvenimenti occorsi” - Honorè de Balzac -

"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano !" - Isaac Newton -

Contra factum non valet argumentum”

sabato 12 dicembre 2015

Quella ricetta di Mussolini che salvò l'Italia dalla crisi. Bruno Vespa



Chi si pone a priori pregiudizialmente e ideologicamente contro qualcuno o qualcosa o è un idiota o è in malafede, carta canta, contano solo i fatti.

Avevo letto tempo fà questo articolo e non è che non ne conoscessi il tema prima, ma ora che sono andato a riprenderlo per pubblicarlo, come tutte le cose ogni volta che le leggi cambiano i sentimenti e pensieri a seconda del momento. Quello che mi viene in mente ora nella situazione attuale al netto delle mie conoscenze è che non non vi è dubbio che quest'uomo abbia fatto queste e molte, molte altre cose ottime per l'Italia e gli Italiani ma stà agli antipodi di quelli che sono ed erano i "padroni del mondo" e per questo andava eliminato. E' sotto gli occhi di tutti cosa hanno in mente per noi i "padroni del mondo", non stò nemmeno a dire chi sono, loro si definiscono tra i vari termini "The Olympians", vi lascio immaginare, hanno in mente l'eliminazione dei "mangiatori inutili", noi, e la schiavizzazione dei rimanenti e non sono follie complottistiche ma semplicemente quello che dichiarano, che scrivono nei loro rapporti e quel che si deduce dai fatti. 

Altro che socializzazione, welfare, colonie estive, la ricetta odierna è OGM, taglio spese sanitarie, taglio delle pensioni, distruzione della famiglia, eliminazione della classe media, delocalizzazione del lavoro e dumping sociale, per contro stipendi miliardari ai manager e amministratori delegati per bene o male che facciano il loro lavoro, accentramento della ricchezza a soli pochi individui, no comment su malattie e medicinali, è meglio, e via discorrendo.

Politici e magistrati uccisi, minacciati, ricattati, cooptati, corrotti o collusi maggiordomi dei banksters  e multinazionali di medesima proprietà, che con tasse e multe salassano le popolazioni per poi portare il bottino ai loro padroni tramite il signoraggio, l'aggio del Re sull'emissione del denaro esercitata da privati, i primi e con processi e indagini politiche mirate i secondi dirigono la vita delle nazioni. Non dimentichiamo guerre e rivoluzioni pilotate sempre a beneficio dei medesimi, questa dicevo è la ricetta odierna che poi molto prende dal passato.

Tornando all'argomento iniziale cosa sbagliò il Duce secondo i detrattori ?
Entrare in guerra con Hitler, dimenticando che è ampiamente documentato e riconosciuto ormai che la guerra la vollero altri e le "tre guerre mondiali" erano già state decise fin dal 1871 almeno questa è la data che risulta, dimenticando che fù una guerra mondiale e ben pochi riuscirono a starne fuori, qualche nazione agli antipodi del mondo occidentale, parte dell'Africa e sud America ma probabilmente non erano al momento geopoliticamente di interesse e questo ben si sà, l'obiettivo era l'Europa, poi ne stettero fuori la Svizzera con tutti i soldi del mondo, ovvio e la Spagna appena uscita da una sanguinosissima guerra civile ma anche lì qualcuno la prese male.

Pare poi che furono gli inglesi a chiedere a Mussolini per motivi geopolitici di aiutare Franco, portandosi poi dietro la Germania, dopo, ho letto da qualche parte, che Hitler non fù poi così contento di aver aiutato papisti e borghesi ed era la fine degli anni '30 poco dopo sempre gli inglesi chiesero sempre a Mussolini nel 1938 di attivarsi per tenere calmo Hitler e fù così portato agli onori delle cronache del tempo come "eroe mondiale" con la pace di Monaco. Ho sempre avuto ottimi voti a scuola di storia, mai sentito parlarne, combinazione, quindi ottimi rapporti con Churchill, contatti governativi frequenti, la combinazione della magica scomparsa del carteggio Mussolini - Churchill che anche quì per puro caso compare sulle sponde del lago di Como per "disegnare" appena finita la guerra, due sono le cose scomparse in quei frangenti, il carteggio e "l'Oro di Dongo", il tesoro della Banca d'Italia, i soldi degli Italiani, qualcosa mi dice che qualcuno si è spartito la torta, il bastardo ciccione inglese si è preso il carteggio e i rossi del C.L.N. come paga di giuda si son fottuti i soldi, guarda la combinazione tutti quelli che si sono interessati del tesoro nel primo dopoguerra han fatto una brutta fine, forse poi han capito l'antifona e ce lo siam perso, è finito a Botteghe Oscure come tanto altro, intoccabili !!

Tutte queste strane combinazioni mi fan pensare che gli inglesi c'entrassero qualcosa con l'entrata dell' Italia in guerra e ovviamente essendo l'ultimo arrivato non lo penso solo io. Quello che penso io è che amici e nemici alla fine si sono decisi solo quando per il "tradimento" del Giappone, Hitler non riuscì a sconfiggere la Russia e quindi nei pressi di Yalta, altrimenti ci avrebbero propinato tutta un'altra storia, tutto e il contrario di tutto.

Quindi stenderei un velo pietoso sull'entrata in guerra di Mussolini e passerei ad altro, che altro gli si imputa ? 
Le leggi razziali, come si è potuto notare io penso che la seconda guerra mondiale sia stata la più grande truffa perpetrata ai danni del genere umano e quindi anche questo argomento fà parte della truffa. Mussolini è noto che prima era stato il più grande difensore degli ebrei ed aveva avuto anche due relazioni sentimentali importanti con donne ebree. Penso che le leggi razziali siano venute in compagnia dell'alleanza con la Germania e pare che non ci fosse poi così tanto da scherzare in generale, la paura di una guerra con "l'alleato" è sempre stata presente. La truffa è su cosa sono state le leggi razziali di Hitler e Mussolini, tecnicamente, razionalmente e numericamente impossibile credere a quanto ci propinano, ultimamente anche per legge.

Quello che si sà per certo che la seconda guerra mondiale loro la fomentarono e vollero dichiarando "è la nostra guerra".

Giacomo Matteotti, ad oggi il figlio dichiara che fu il Re a causarne la morte, ma pare non essere veramente così, a parte la famiglia chi ne pagò le conseguenze fu proprio Mussolini che gli fu messo un cadavere davanti alla possibilità di un governo con i socialisti, ma è un argomento da approfondire, troppi gli interessi in gioco.  
Arturo Navone

Quella ricetta di Mussolini che salvò l'Italia dalla crisi

8 novembre 2012

«Il Palazzo e la piazza. Crisi, consenso e protesta da Mussolini a Beppe Grillo» 

Nel libro di Bruno Vespa vengono analizzate in chiave attuale le misure che il Duce introdusse per tirare fuori il Paese dal baratro. Molte sarebbero d'esempio anche oggi.

Il saggio dell'anchorman e conduttore di Porta a porta è una cavalcata attraverso le crisi economiche italiane e internazionali, dalla crisi del 1929 a quella attuale, che pesa di più sull'umore popolare per i clamorosi casi di corruzione politica che hanno fatto esplodere astensionismo e voto di protesta anche nelle recenti elezioni siciliane. Ne pubblichiamo un ampio brano dedicato all'operato del Duce.
Poiché è stata la crisi del 2011-12 a suggerire l’idea di questo libro, e a fronte delle difficoltà incontrate dal go­verno Monti nel taglio della spesa pubblica, può essere interessante vedere come se la cavò Mussolini nell’altra Grande Crisi del secolo scorso. Come ogni regime dittatoriale, il fascismo spendeva grosse cifre per la difesa: all’inizio della crisi es­se rappresentavano il 32 per cento del bilancio statale, contro il 14 de­gli stanziamenti per opere pubbli­che. Ora, negli anni successivi al 1931, il bilancio della Difesa fu ta­gliato del 20 per cento, mentre lo stanziamento per opere pubbli­che fu quasi raddoppiato. 
«Nei primi dieci anni del mio governo­ - amava puntualizzare il Duce- si è speso in opere pubbliche più di quanto abbiano speso i governi li­berali nei primi sessant’anni dal­l’Unità d’Italia».
Il bilancio della polizia, altra po­sta strategica del regime, fu decurtato del 30 per cento, come quello della Giustizia, mentre gli stanzia­menti per le Colonie furono ridot­ti quasi del 50 per cento. Colpisce, invece, che non sia stato tagliato di una sola lira il bilancio della Pubblica istruzione. Nonostante la scuola fosse uno dei settori sui quali Mussolini puntava mag­giormente (famoso lo slogan «Libro e moschet­to »), l’istruzione non fu mai veramente «fascistiz­zata », perché tra gli stessi in­segnanti fascisti erano pochi quelli che accettavano di svuotare la scuola della sua funzione culturale appiatten­dosi completamente sulle esi­genze del regime. Furono ridotti del 20 per cento anche i servizi fi­nanziari, malgrado i robusti inter­venti per salvare banche e impre­se. Nella prima metà degli anni Trenta il bilancio dello Stato oscil­lò tra i 19 e i 21 miliardi di lire. Nel­l’esercizio finanziario 1930-31 il disavanzo fu limitato al 2,5 per cento, ma dall’anno successivo passò via via dal 20 al 35, per ridi­scendere al 10 nel biennio 1934-35 .

Per farvi fronte, non volendo ri­nunciare alla parità aurea nono­stante la svalutazione del dollaro e della sterli­na, Mussolini fu costretto in cin­que anni a di­mezzare le ri­serve d’oro della Banca d’Italia. Gli inasprimenti fiscali raggiun­sero il picco nel 1934 con l’aggravio delle imposte sugli scambi e sulle successioni. Fu lì che il Du­ce disse «basta», con una frase che suonerebbe ancor oggi di notevo­le buonsenso : 
«La pres­sione fiscale è giunta al suo limite estremo e biso­gna la­sciare per un po’ di tempo as­solutamente tranquillo il contri­buente italiano e, se sarà possibi­le, bisognerà alleggerirlo, per­ché non ce lo troviamo schiacciato e defunto sotto il pesante far­dello ». (...) 
La diffusione delle biciclette e delle tramvie ex­traurbane aveva favorito il pendola­rismo tra campagna e città, cosicché si for­mò una potenziale nuova classe lavoratrice che i sindaca­ti cercarono di arginare, difenden­do gli operai urbani. I sindacati fa­scisti chiesero la riduzione del­l’orario lavorativo settimanale a 40 ore a parità di salario: l’Italia fu il primo paese al mondo a intro­durre tale misura fin dal 1934, una scelta così avanzata che è ancora in vigore quasi ottant’anni dopo. (…)








Nel 1933 il regime modificò radi­calmente il sistema assicurativo pubblico creando l’Istituto nazio­na­le fascista della previdenza so­ciale (Infps), dotato di gestione autonoma. Prima della fine del decennio, furono appron­tati diversi ammortizzatori sociali, come l’assicurazio­ne contro la disoccupazio­ne, gli assegni familiari e le integrazioni salariali per i lavoratori sospesi o a ora­rio ridotto. Per compensare i sacri­fici chiesti ai lavoratori e alle loro famiglie con le riduzioni salariali, il regime predispose «una serie di servizi sociali e di possibilità ricre­ative, sportive, culturali, sanita­rie, individuali e collettive, sino al­lora sconosciute o quasi in Italia e che influenzarono largamente il loro atteggiamento verso il fasci­smo e soprattutto quello dei giova­ni che più ne usufruirono».

Mussolini in visita una colonia estiva per bambini realizzata
per il programma di assistenza all'infanzia.

(...) In un paese ancora povero, in cui pochissimi bambini potevano permettersi le vacanze al mare, fu provvidenziale l’istituzione delle colonie estive, i cui ospiti passaro­no da 150mila nel 1930 a 475mila nel 1934. Nel 1926, un anno dopo la sua costituzione, l’Opera nazio­nale dopolavoro contava 280mila iscritti, che un decennio più tardi erano saliti a 2 milioni 780mila, per raggiungere i 5 milioni alla vigi­lia della seconda guerra mondia­le: quasi il 20 per cento dell’intera popolazione italiana. Gli aderenti godevano di alcune forme di assi­stenza sociale integrativa oltre a quella ordinaria, della possibilità di fruire di sconti e agevolazioni e, soprattutto, di partecipare a una lunga serie di attività sportive, ri­creative e culturali.
Agli adulti la tessera del dopolavoro dava dirit­to a forti sconti su ogni tipo di sva­go: dai cinema ai teatri, dai viaggi alle balere, dagli abbonamenti ai giornali alle partite di calcio. Tut­ti, iscritti e non, avevano diritto ­se bisognosi- alla refezione scolastica, a libri e quaderni gratuiti,al­l’accesso a colonie marine, ai cam­peggi estivi e invernali, all’assi­stenza nei centri antitubercolari. (...) 

Rexford Tugwell, l’uomo più di sinistra dell’amministrazione americana, pur collocandosi ideo­logicamente agli antipodi del fascismo, riconosceva che il regime stava ricostruendo l’Italia 
«mate­rialmente e in modo sistematico.Mussolini ha senza dubbio gli stes­si oppositori di Roosevelt, ma controlla la stampa e così costoro non possono strillare le loro fandonie tutti i giorni. Governa un paese compatto e disciplinato, anche se con risorse insufficienti. Almeno in superficie, sembra aver com­piuto un enorme progresso. Il fa­scismo è la macchina sociale più scorrevole e netta, la più efficiente che io abbia mai visto. E ne sono in­vidioso».
21 aprile 1927: Mussolini, Federzoni, Volpi, Bottai durante la seduta notturna
del Gran consiglio del Fascismo in cui fu approvata la Carta del Lavoro


Dal retro
Il Palazzo e la piazza. Crisi, consenso
e protesta da Mussolini a Beppe Grillo
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La crisi economica ha spazzato via 
certezze consolidate e ha avvolto il futuro in una nebbia fittissima. La frustrazione degli italiani, costretti a un'austerità in parte necessaria, ma poco sopportabile in una tremenda recessione, è diventata ribellione - ora silenziosa, ora gridata nelle piazze - dinanzi alla cecità di un mondo politico restio a sintonizzarsi con gli umori della gente nei tagli ai propri privilegi. In un mare così agitato, Bruno Vespa, per trovare le origini del cataclisma in corso parte dal crollo di Wall Street del 1929, spiega come Mussolini ebbe il maggiore consenso durante la peggiore congiuntura economica, racconta i miracoli del dopoguerra, la follia dei decenni in cui ci siamo indebitati a piene mani, il tormentato ingresso nell'euro, le ragioni della bancarotta di alcuni paesi europei, la durissima e a volte incomprensibile politica di Angela Merkel. Soprattutto indaga a fondo sui più clamorosi casi di malcostume politico e ci offre un libro per capire come gli errori del passato stanno influenzando il presente e il futuro.

Frasi del libro :
«Ho dovuto spiegare che il male è frutto dell’ignoranza, ma il bene non gode di nessun privilegio. Il male è gratuito, il bene costa fatica. Mi manca la vicinanza dei cittadini onesti. Se tutti capissero che non siamo d’intralcio alla società, ma di aiuto, se la comunità fosse meno pigra, questo paese sarebbe invincibile. Non devono servire atti eclatanti per compattare l’Italia, non bisogna affidare solo alle guardie il mantenimento della legalità. Se insegniamo ai nostri figli fin da piccoli i diritti e i doveri, avremo una società migliore. In fondo, non servono grandi persone per fare grandi cose».
«In molte occasioni gli uomini sono stati truffati da altri uomini. L’autunno del ’29, forse, fu la prima occasione in cui gli uomini riuscirono su vasta scala a truffare se stessi».
Ottantamila lire era il prezzo di una Vespa, che la Piaggio s’inventò per smaltire le scorte inutilizzate di motorini d’avviamento per aeroplani la cui costruzione era ormai stata proibita dagli americani. La Innocenti rispose con la Lambretta e introdusse la parola «motoscooter.

Sono gli anni in cui abbiamo raggiunto il più alto tenore di vita della nostra storia: non avevamo capito che il conto l’avrebbero pagato i nostri figli e i nostri

I pesci grossi erano convinti che sarebbero stati i soli a sopravvivere. Ma nel 1931 il panico dilagò anche nelle loro stanze ovattate.
«Non è vero che gli stipendi alti fanno la prosperità, è la prosperità che fa gli stipendi alti».
Nel 1927 nacque poi l’imposta sul celibato, che venne raddoppiata nel 1928.
Il periodo che va dalla conclusione dei patti lateranensi [1929] allo scoppio della guerra d’Etiopia [1935] rappresenta l’apogeo dell’era fascista

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