Descrizione

La storia ha due volti: quello ufficiale, mendace e quello segreto e imbarazzante, in cui però sono da ricercarsi le vere cause degli avvenimenti occorsi” - Honorè de Balzac -

"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano !" - Isaac Newton -

Contra factum non valet argumentum”

lunedì 10 ottobre 2016

Fake News and False Flags Quei filmati di Al Qaeda? Li faceva il Pentagono di Marcello Foa


Come il Pentagono ha pagato una società di PR britannica 
500 milioni di $ per  la propaganda  top secret in Iraq

Forza allora inutili istupiditi idioti ipnotizzati, venitemi a dire che non avendolo detto al TG1 della presidente Monica Maggioni a breve eletta presidente della sezione italiana della "Commissione Trilaterale", la peggior loggia massonica semi mascherata del pianeta, proprio perchè è semi mascherata, non è vero ...
A prova di stupido ma generalmente gli stupidi non leggono commentano solo le cazzate che gli hanno piantato in testa ed essendo vuota poco ci vuole, al fondo c'è la conferma del Pentagono, arriva tramite il blog del "Giornale" che può piacere o non piacere ma resta una testata nazionale e Marcello Foa, l'autore è un docente universitario e un ottimo giornalista riconosciuto come l'agenzia che ha la proprietà dello scoop.


Fake News  and False Flags Quei filmati di Al Qaeda?
Li faceva il Pentagono
di Marcello Foa
5 ottobre 2016

I video di Al Qaeda? Così falsi da sembrare veri e commissionati non da Bin Laden, ma dal Pentagono, per il tramite dell'agenzia di PR britannica Bell Pottinger che per almeno cinque anni ha lavorato in Iraq su mandato del Dipartimento della difesa americano ottenendo un compenso di oltre 100 milioni di dollari all'anno. Totale: 540 milioni di dollari, una cifra esorbitante.

Martin Wells

Sì, sì, avete letto bene: certi filmati di Al Qaeda erano "made in USA". A rivelarlo è il Bureau of Investigative Journalism in un'ottima inchiesta appena pubblicata sul web, incentrata sulla testimonianza di un video editor, Martin Wells, che quei filmati li ha fatti in prima persona, e riscontri nei documenti ufficiali.
(Articolo con inchiesta originale, Fake News and False Flags. How the Pentagon paid a British PR firm $ 500 million for top secret Iraq propaganda NdR)
La storia è intrigante, quasi da film. Siamo a Londra. Wells, un video operatore free lance, nel maggio del 2006 viene contattato con la prospettiva di un contratto in Medio Oriente e al primo colloquio si accorge che il committente è molto particolare. Non è la solita società di produzione ma l'ambiente in cui viene accolto è militare; anzi di intelligence militare. Viene scortato da guardie armate all'ultimo piano di un palazzo. Il colloquio è breve e gli comunicano subito l'assunzione perché hanno fatto delle verifiche sul suo conto e lo hanno trovato «pulito». Tempo 48 ore e si trova a Baghdad in una base ultraprotetta, una centrale dove vengono pianificate operazioni di guerra psicologica, in gergo le psyops, alcune delle quali tradizionali.

Il personale della campagna Pottinger ha lavorato nelle zone di alta
sicurezza all'interno di Camp Victory. Photo da Martin Wells
"Dovevamo produrre filmati "bianchi" ovvero nei quali la fonte era dichiarata, tendenzialmente si trattava di spot contro Al Qaeda",
spiega Wells. Ma altre erano decisamente meno trasparenti.
"La seconda tipologia era 'grigia': finti servizi giornalistici che poi venivano mandati alle Tv arabe".

E poi c'era quella "nera" in cui la paternità dei video era "falsamente attribuita". Insomma false flag, che Wells spiega così:
"Producevamo finti filmati di propaganda di Al Qaeda, secondo regole e tecniche precise; dovevano durare dieci minuti ed essere registrati su dei CD, che poi i marines lasciavano sul posto durante i loro raid, ad esempio durante un'incursione nelle case di persone sospettate di terrorismo. L'obiettivo era di disseminare questi video in più località, possibilmente lontani dal teatro di guerra"
perché scoprire filmati di quel genere in località insospettabili avrebbe aumentato il clamore e l'interesse mediatico. Dunque non solo a Baghdad, ma anche "in Iran, in Siria (prima della guerra) e persino negli Stati Uniti".


Soldati in preghiera in un cerchio a Camp Victory nel 2007 da Nikola Solic / Reuters

Capito? Certi angoscianti scoop che rimbalzavano sul web o in Tv in realtà erano fabbricati a tavolino da una società di PR britannica all'interno di una base statunitense in Iraq. E vien da sorridere pensando che poi erano la CIA o la Casa Bianca a certificarne l'autenticità.

Wells conferma modalità che gli esperti di spin conoscono bene. Il mandato viene affidato da un governo a società di consulenza esterne per aggirare la legge, evitare il controllo di commissioni parlamentari e proteggere le istituzioni nell'eventualità che queste operazioni vengano scoperte e denunciate dalla stampa, cosa che peraltro non accade quasi mai. I fatti svelati dal Bureau of Investigative Journalism infatti risalgono al periodo 2006-2011; nel frattempo la Bell Pottinger è passata di mano e le truppe americane si sono ufficialmente ritirate dall'Iraq. Lo scoop è sensazionale ma difficilmente assumerà rilevanza internazionale perché riguarda un passato lontano e infatti la maggior parte dei grandi media lo ha ignorato.

Martin Wells all'interno di Camp Victory

Intendiamoci. Il fatto che in un contesto di guerra, seppur particolare come quella al terrorismo, si possano concepire operazioni di questo tipo non sorprende. Lo insegnano, da secoli, Sun Tzu e Machiavelli. Il problema è che di solito sono limitate al teatro di guerra, mentre negli ultimi anni hanno assunto una valenza globale. Quella propaganda non è rivolta solo agli iracheni e agli attivisti di Al Qaeda ma anche ai cittadini del resto del mondo, persino agli americani nonostante la legge statunitense lo vieti espressamente. Ed è diventata sistematica. Sappiamo che la guerra in Iraq è stata proclamata su accuse inventate a tavolino. Sappiamo che i report sull'andamento della lotta ai telebani in Afghanistan sono stati falsificati per anni ingigantendo i successi dell'esercito americano, sappiamo delle manipolazioni mediatiche di alcuni drammatici episodi del conflitto in Siria e sappiamo anche che alcuni filmati dell'ISIS sono stati postprodotti e manipolati, in certi casi anche con risvolti comici, come quello in cui i terroristi scorrazzano per il deserto iracheno su un pick-up con le insegne di un idraulico del Texas.
idraulico
Il pick-up con le insegne di un idraulico del Texas
La frequenza e l'opacità di questi episodi pone un problema di fondo, molto serio: quello dell'uso e soprattutto dell'abuso delle tecniche di psyops, che non può diventare un metodo implicito di governo attraverso il condizionamento subliminale ed emotivo delle masse. Non nelle nostre democrazie.

Intervista al Bureau con Martin Wells

Nella prima intervista ogni dipendente della Bell Pottinger ha lavorato per l'esercito statunitense in Iraq, il video editor Martin Wells - che non lavora più per l'azienda - ha detto il tempo all'Ufficio a Camp Victory è stato "scioccante, ho aperto gli occhi, cambio vita".
generale David Petraeus

La produzione dell'impresa è stato firmata dall'ex generale David Petraeus - allora comandante delle forze della coalizione in Iraq - e in alcune occasioni dalla Casa Bianca, ha detto Wells.

Il Pentagono ha confermato che Bell Pottinger ha lavorato per loro come un imprenditore in Iraq sotto l'Information Operations Task Force (IOTF), per la produzione di materiale che è stato apertamente destinato per le forze della coalizione, e alcuno che non lo era. Hanno insistito che tutto il materiale messo fuori da IOTF era "veritiero".

IOTF non era l'unica missione della Bell Pottinger in cui ha lavorato comunque. Wells ha detto che un certo lavoro di Bell Pottinger è stata effettuata sotto la Psychological Operations Task Force (JPOTF), che un funzionario della difesa degli Stati Uniti ha confermato.

Il funzionario ha detto di non poter commentare in dettaglio sulle attività JPOTF, aggiungendo: "Noi non discutere i metodi di raccolta di informazioni per le operazioni passate e presenti".

Il signor Bell, che si trovava come presidente della Bell Pottinger, all'inizio di quest'anno, ha detto al Sunday Times che il dispiegamento di dispositivi di localizzazione descritti da Wells era "perfettamente possibile", ma era personalmente a conoscenza di esso.
Gli iracheni passeggiano sotto cartelloni pubblicitari che mostrano manifesti che invitano
la gente a denunciare atti terroristici a Baghdad nel 2006. Il poster mostra occhi di un uomo
e di uno slogan che recita:. "Per il bene dell'Iraq, apri gli occhi"

Petraeus ha continuato fino a diventare direttore della CIA nel 2011 prima di dimettersi a seguito di una relazione con una giornalista.



In amore e in guerra tutto è permesso come lascia intendere prima Foa citando Macchiavelli e l'arte della guerra ma contro il nemico non per fomentare guerre false e scontri di civiltà che fanno comodo solo al potere e devastano l'umanità.
Sostiene poi che l'uso di queste tecniche non può diventare normale: "Non nelle nostre democrazie", lo è e da un paio di secoli e quasi sempre da parte degli stessi, le ultime, l'invasione delle droghe di stato in buona parte dell'occidente dagli anni '60, la strategia della tensione in Europa da parte di Gladio, tutti i falsi attentati degli ultimi anni sono quelli che mi vengono in mente. NdR


Fonti blog.ilgiornale thebureauinvestigates

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