Muro di costruzione israeliana ma su terreno palestinese che una risoluzione ONU intimerebbe di abbattere, ma come nulla fosse ... |
Credo invece, dicevo come scrivono di Israele nel testo : "una facciata ripulita dalle immagini di violazioni e violenze", anche per Repubblica sia una bella lavata di faccia dal Sionismo, magie, magheggi mi piace di più, della propaganda ....
Oh guarda, non ci sono Travaglio, Mentana, Saviano, Mieli, Gad Lerner, Zingaretti ... qualcuno mi sfugge ... Magdi Allam☺...
Quì il resto della storia La partenza del giro d’Italia comprata da Israele, tra falsi storici, minacce e ripuliture mediatiche
Senza dubbio aderisco alla richiesta finale : "chiedendo a ciascuno, con un atto di responsabilità personale, di sottoscrivere la nostra denuncia" e faccio anche i miei più sentiti complimenti per il "non Politically Correct" e per l'onestà intellettuale di cui sono forniti che però non mi stupisce proprio per niente, perchè la maggior parte di quel che sappiamo delle loro nefandezze tribali lo sappiamo proprio da alcuni di loro, altrimenti non potrebbe essere essendo un gruppo, non so mai come chiamarli, popolo non sono, etnia non sono, razza men che meno, va beh, sono una religione e nemmeno monoteistica, essendo una tribù, religione estremamente chiusa praticamente dittatoriale, tutto questo sappiamo appunto da alcuni di loro, facciamo qualche nome a caso : Gilad Atzmon, Prof. Israel Shahak, Prof. Shlomo Sand, Prof. Roger Dommergue, Israel Shamir, questa storia non è troppo conosciuta : Fischer e Spassky: Due Infami ebrei antisemiti - Fischer And Spassky: Two Infamous Jewish Anti-Semites ...
Sosterrò fino alla morte e oltre che non sono tutti uguali, per amore di verità e giustizia in primo luogo, ma anche perchè è estremamente importante capire che questo è il loro trucco principale, nascondersi, chiamiamoli quelli ricchi, dietro un popolo, chiamiamoli quelli poveri, neri li chiamano in Israele, prima o poi vi svelerò perchè, quando li picchiano e arrestano perchè protestano per i diritti civili dei palestinesi, per esempio, nascondersi e usarli come carne di cannone per farsi passare per vittime, i carnefici e così inventarsi l'antisemitismo quando gli unici semiti rimasti sono proprio i palestinesi. Cadendo nella loro trappola ovviamente facciamo il loro gioco, ma poi è assolutamente impossibile che siano tutti criminali ...
La questione di Gerusalemme è poi ridicola, o meglio è una tragedia ma quello che ci raccontano gli uni e gli altri è una barzelletta, lo illustro in Gerusalemmecapitale, Trump, i sionisti e Israele, l'Islam e i Palestinesi,qual'è il problema ? Si infiammano nuovamente i Territori e vedrete che storicamente è tutto un "secondo la leggenda", "secondo las tradizione", "si dice che", "si racconta", insomma con queste favole stanno scassando i cabasisi a tutto il mondo da più di un secolo e bagni di sangue, il vero problema è che questi vivono ancora nella preistoria "quando Mosè scese dal monte con le tavole dei comandamenti" ... e gli altri nel medioevo "quando Maometto sogno di volare in paradiso a fianco di Allah" ... nel mentre che noi bestemmiamo tutti i santi del paradiso ... Gerusalemmenon è la capitale di Israele di Richard Falk. Bene, vediamo che hanno da dirci che ce n'è abbastanza ...
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70° anniversario di Israele, lettera aperta di denuncia e richiesta di sottoscrizione di 32 personalità ebraiche italiane
2 maggio 2018
Pubblichiamo la lettera aperta sottoscritta da 32 personalità del mondo ebraico italiano a proposito dell'operazione di immagine organizzata in occasione del 70°anniversario della nascita dello Stato di Israele, operazione che coinvolge anche il nostro paese con la partenza del Giro d'Italia con grande risonanza mediatica da Gerusalemme.
Da : Bruno Segre, Susanna Sinigaglia, Stefano Sarfati, Anna Farkas, Carla Ortona, Stefania Sinigaglia, Giorgio Forti, Giorgio Canarutto, Joan Haim, Miriam Marino, Paola Canarutto, Sergio Sinigaglia, Marco Ramazzotti, Fabrizio Albert, Marina Ascoli, Guido Ortona, Giovanni Levi, Simona Sermoneta, Shmuel Gertel, Giorgio Segrè, Bruno Osimo, Ester Fano, Renata Sarfati, Irene Albert, Paolo Amati, Dino Levi, Barbara Agostini, Ferruccio Osimo, Lavinia Osimo, Antoine Dubois, Daniel Magrizos, Marina Morpurgo.
Nel prossimo maggio lo Stato d’Israele compirà 70 anni. Se per molti ebrei la memoria del maggio ‘48 sarà quella di una rinascita portentosa dopo la Shoà e un’oppressione subita per molti secoli, i palestinesi vivranno lo stesso passaggio storico ricordando con ira e umiliazione la Nakba, la “catastrofe”: famiglie disperse, esistenze spezzate, proprietà perdute, il tragico inizio dell’esodo di una popolazione civile di oltre settecentomila persone.
Molto problematica è in particolare oggi la situazione di Gerusalemme, città che Israele, dopo averne annesso la parte orientale, celebra come “capitale unita, eterna e indivisibile”. Tale statuto, oltre a non essere riconosciuto dalla stragrande maggioranza dei governi mondiali, secondo i dettami dell’accordo di Oslo del 1993 doveva essere oggetto di negoziati fra le parti in causa. Gerusalemme Est resta quindi, secondo le norme internazionali, una città occupata con i suoi 230.000 ebrei che vi abitano in aperta violazione delle suddette norme.
A rafforzare la pretesa del governo israeliano su Gerusalemme e a infliggere l’ennesima pugnalata al già moribondo processo di pace è calata nel dicembre 2017, come un colpo di maglio, l’iniziativa di Donald Trump di riconoscere ufficialmente la città quale capitale dello Stato d’Israele: una decisione che ne trascura completamente la complessità simbolica, ne ignora la natura molteplice e la condizione giuridica, obliterando l’esistenza dei suoi residenti arabi palestinesi (quasi 350.000, tre quarti dei quali vivono al di sotto della soglia della povertà, privi del diritto di acquistare terreni, costruire o ingrandire le proprie abitazioni – da cui spesso, anzi, vengono scacciati – e di prendere parte alle elezioni in Israele).
L’amministrazione americana ha già annunciato che trasferirà l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme proprio in coincidenza con il 70° “Giorno dell’indipendenza”, una “scelta che” ha commentato il primo ministro Netanyahu lo “trasformerà… in una celebrazione ancora più significativa”.
Ma un’altra iniziativa concorrerà, nelle intenzioni dei suoi organizzatori, a rendere memorabile la ricorrenza: la partenza del Giro d’Italia da Gerusalemme. A pretesto e giustificazione di questa scelta, la volontà di onorare la memoria di Gino Bartali che ha trovato un posto nel “Giardino dei giusti” di Yad Vashem, nel 2013, grazie alla sua opera di salvataggio, peraltro non così ben documentata, di alcuni ebrei fra il ’43 e il ’44. È invece indubbio il finanziamento che riceverà la RCS insieme alla sua “Gazzetta dello Sport” grazie a tale operazione: 12 milioni di euro, più altri 4 offerti agli organizzatori dal miliardario israelo-canadese Sylvan Adams, presidente onorario del Comitato Grande Partenza Israele che afferma (da “Nena News”, 20 novembre 2017) :
“Questa storica Grande Partenza della 101esima edizione del Giro ci permetterà di presentare il nostro paese a oltre cento milioni di spettatori tra quelli collegati via televisione e presenti lungo le strade”.
E gli fa eco Yariv Levin, ministro del Turismo israeliano :
“Come parte di una rivoluzione nel marketing, che vede Israele quale destinazione turistica e per il tempo libero, stiamo portando il Giro d’Italia nel nostro paese”.
Se ne può quindi dedurre che il Giro d’Italia così concepito assecondi l’esigenza israeliana di presentare al pubblico, nazionale e internazionale, una facciata ripulita dalle immagini di violazioni e violenze coniugandola con la ricerca di RCS Sport di capitali e di una visibilità che immetta decisamente anche il ciclismo nel sistema di affari in cui il profitto detta le scelte e le agende dello sport.
A proposito di agende, in quella della prevista kermesse gerosolimitana figura, dal 13 al 15 maggio, la “Marcia delle nazioni: dall’Olocausto alla nuova vita”. Stando al testo del programma, si prevede che si raccolgano a Gerusalemme migliaia di cristiani provenienti da tutti i paesi per prendere parte a un convegno speciale .
“Insieme con israeliani di ogni segmento della società, le masse dei credenti in Cristo marceranno dalla Knesset al Monte Zion e recheranno onore ai sopravvissuti dell’Olocausto, dimostrando pubblicamente che le nazioni si ergono a fianco d’Israele per dire ‘No!’ all’antisemitismo”.
Infine, ciliegina sulla torta, è del 16 marzo la notizia che la Commissione giustizia della Knesset sottoporrà, nelle prossime settimane, al parlamento un pacchetto di leggi che trasformano definitivamente Israele in uno “stato ebraico”, abolendo così una volta per tutte la tanto fastidiosa parola “democratico” dal suo statuto e facendo in tal modo, finalmente, “chiarezza” sulla propria natura: sempre, è ovvio, per festeggiare il 70° anniversario (vedi a questo link). Tale passaggio sancirà, ancora definitivamente, l’esclusione dai diritti dei non ebrei residenti in Israele e faciliterà alle istituzioni preposte il compito di sbarazzarsi innanzitutto dei palestinesi ma anche degli immigrati non graditi. (Definiamo lo Stato d'Israele Tratto dal libro: «Storia ebraica e giudaismo: il peso di tre millenni» di Israel Shahak NdR)
Legittimando e rendendo irreversibile l’annessione di Gerusalemme Est e l’occupazione della Cisgiordania, l’intera operazione intorno al 70° anniversario della nascita d’Israele viola la legge internazionale e affossa forse definitivamente il processo di pace.
In quanto ebrei, consideriamo tale operazione un vulnus ai valori di giustizia e di ricerca della pace su cui si fonda la parte migliore della nostra tradizione. Ci rivolgiamo quindi a coloro che hanno ancora a cuore tali valori perché respingano un’operazione così dannosa per gli ebrei e tanta parte di umanità, chiedendo a ciascuno, con un atto di responsabilità personale, di sottoscrivere la nostra denuncia.
Fonte repubblica
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