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La storia ha due volti: quello ufficiale, mendace e quello segreto e imbarazzante, in cui però sono da ricercarsi le vere cause degli avvenimenti occorsi” - Honorè de Balzac -

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Contra factum non valet argumentum”

mercoledì 15 febbraio 2017

L'economia della Gran Bretagna cresce più di tutta l'erozona e più della Germania, ma guai a dirlo - Censura Totale



Giuseppe De Santis
14 febbraio 2017

Londra - Che l'adozione dell'euro sia stato un colossale fallimento e' oramai un dato di fatto che nessuna menzogna da parte dei giornali di regime può smentire visto che i dati confermano questa tesi.

E cosi ecco che l'ultima revisione dei dati stima la crescita dell'area euro nell'ultimo trimestre del 2016 dello 0,4%, inferiore alla stima iniziale dello 0,5% e tale stima al ribasso non è stata fatta da euroscettici xenofobi ma dall'Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione Europea.

L'Economia del
Bene Comune
Tale calo è dovuto a un forte calo della produzione industriale che risulta essere il più forte degli ultimi quattro anni e ha avuto luogo nonostante la banca centrale europea stia stampando moneta nel tentativo fallito di rilanciare l'economia dell'eurozona. Stampare moneta significa, per chi non l'avesse capito, acquistare per contanti 60 miliardi di euro al mese di titoli di stato che diversamente sarebbero solo pezzi di carta di difficile vendita, anzi impossibile al valore pagato dalla BCE.

L'aspetto interessante è che nello stesso trimestre nel quale l'eurozona segnava un +0,4%, l'economia della Gran Bretagna è cresciuta dello 0,5% nonostante le previsioni catastrofiste fatte all'indomani del referendum sulla Brexit.

Ma quanto sono cresciuti i singoli paesi dell'eurozona?

Ebbene, nel trimestre in questione la Germania è cresciuta dello 0,4%, uguale a quella della Francia, l'Italia dello 0,2% e la Grecia ha avuto una crescita negativa del -0,4%.

Questi dati confermano cio che tutte le persone di buon senso dicono da tempo e cioè che l'unico modo per uscire da questa recessione è che tutti i paesi dell'eurozona ritornino alle valute nazionali.

A questo tema il Daily Express dedica un articolo, e buona parte della stampa britannica ne parla, mentre in Italia vige la censura più assoluta: guai a dire alla gente che fuori dall'euro e dalla Ue si prospera, mentre dentro quelle due gabbie c'è solo disoccupazione, povertà e gravissime tensioni sociali.
Giuseppe De Santis - Londra




In effetti per avere notizie bisogna girare un pò, notizie se ne trovano ne Il Sole 24 Ore del 26 gennaio 2017 ma non è un giornale letto dalla massa, ed è a quella che bisogna tenere l'anello al naso.

Un'Economia Nuova
dai Gas alla Zeta
Il Pil è aumentato dello 0,6% nell’ultimo trimestre del 2016, dato ufficiale, dall’Ufficio nazionale di Statistica (Ons), superiore alle previsioni degli analisti e in linea con il +0,6% registrato nel secondo e terzo trimestre dello scorso anno. Nel 2016 quindi l’economia britannica è cresciuta del 2%, in calo rispetto al +2,2% del 2015 ma comunque a un ritmo superiore a quello dei Paesi dell’Eurozona. La crescita è stata come sempre trainata dai servizi e sostenuta dai consumi, ha detto Darren Morgan dell'Ons:
«I consumatori hanno speso molto e questo ha contribuito all’espansione del settore servizi, mentre il settore edilizio e quello manufatturiero sono rimasti pressochè invariati nel corso dell’anno».
Nel 2016 quindi l’economia britannica è cresciuta del 2%, in calo rispetto al +2,2% del 2015 ma comunque a un ritmo superiore a quello dei Paesi dell’Eurozona. La crescita è stata come sempre trainata dai servizi e sostenuta dai consumi, ha detto Darren Morgan dell'Ons:
«I consumatori hanno speso molto e questo ha contribuito all’espansione del settore servizi, mentre il settore edilizio e quello manufatturiero sono rimasti pressochè invariati nel corso dell’anno».
ContanteLibero.it

Ma come si fa a competere? Non bisogna pensare alla Cina, ma anche solo all'Inghilterra, basta un dato : 
"Per le imprese al momento la Gran Bretagna ha una corporate tax del 20%, che secondo il programma dovrebbe diminuire al 19% nell’aprile 2017, fino a scendere al 17% entro il 2020"
In Italia andiamo verso il 90% tra tasse dirette, indirette, pizzi e balzelli vari, bisogna ricordare che le tasse sono state inventate contestualmente alla nascita delle banche centrali per ripagare la moneta a debito e depredare l'umanità, il risultato è debiti per 60,891,197,147,639 dollari di debito planetario, 61 triliardi, e a chi li dobbiamo ?
E' il pizzo da pagare ai banchieri e alla cosiddetta élite oltre quanto già estorto che ovviamente è molto, molto, molto di più.

L'Invenzione
dell'Economia
Ripeto quello che possiamo fare quì e ora è aderire alla causa collettiva promossa dall'Avvocato Alfonso Marra : Denuncia contro l'espropriazione della sovranità monetaria, il signoraggio e la magistratura corrotta per coloro che vogliono presentarla, siamo a disposizione per qualsiasi chiarimento, al momento è l'unica strada da intentare, se attendiamo i politici ....

Restituendo allo stato, cioè a noi, la facoltà di battere moneta contestualmente scomparirebbero le tasse perchè l'economia per funzionare normalmente ha bisogno di denaro equivalente al PIL, che è l'insieme dei prodotti e servizi della nazione, quindi lo stato li stamperebbe e così si finanzierebbe in automatico senza ingrassare i banksters che nessun problema hanno oltre a quello di trovare la destinazione di montagne di soldi rapinati.

Tornando a noi, dopo questa disquisizione importante, è chiaro perchè gli incantatori propagandino previsioni nefaste per una eventuale uscita dall'euro, in Inghilterra prevedono che il prossimo paese ad uscire sarà l'Italia con il termine di "Quìtaly".
I dati di ottobre che seguono relativi all'economia inglese rendono molto ben chiara la situazione e del perchè di questi risultati.



Tasse al 17%, Pil e investimenti in crescita.
La Gran Bretagna post Brexit vola
05 Ottobre 2016

Fare bilanci di sorta a soli tre mesi di distanza dal referendum popolare che ha decretato l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea può essere esercizio sterile; è passato troppo poco tempo, i dati riflettono dinamiche anche precedenti al voto e in ogni caso i britannici non hanno ancora attivato l’articolo 50 del trattato di Lisbona (quello che fa effettivamente partire il processo di uscita), e secondo alcuni osservatori politici probabilmente mai lo faranno realmente. Tuttavia non si può ignorare il fatto che le previsioni catastrofiste, che raccontavano di un immediato crollo dell’economia d’Oltremanica, si stiano dimostrando clamorosamente sbagliate. Perchè in futuro le cose potrebbero cambiare, ma al momento l’economia britannica naviga tutt’altro che in cattive acque.

È l'Economia che
Cambia il Mondo
Yanis Varoufakis
NUMERI – Partiamo dagli indicatori economici più immediati: come già scritto gli investimenti esteri suolo di Sua Maestà sono aumentati dell’11% nell’ultimo anno. Si aggiunga che le vendite al dettaglio sono cresciute dell’1,4% a luglio (che vuol dire + 5,9% su base annua, numeri da boom economico), che le richieste di sussidio di disoccupazione sono scese di 8.600 unità, che la fiducia dei consumatori è aumentata del 5% nei mesi estivi, che l’indice dei direttori acquisiti (l’indice composito dell’attività manifatturiera di un Paese) è ai massimi da vent’anni a questa parte, che la Borsa di Londra è cresciuta del 10% dopo lo scivolone di giugno e che anche la sterlina è in forte recupero. Lo scorso 17 agosto, inoltre, l’agenzia di rating Moody’s (che prima del referendum aveva vaticinato revisioni al ribasso in caso di Brexit) ha scritto di non attendersi alcuna recessione, prevedendo anzi una crescita dell’1,5% quest’anno e dell’1,2% il prossimo anno, in entrambi i casi più di qualunque altro partner europeo.

DISOCCUPAZIONE
– Il tasso di disoccupazione è rimasto fermo al 4,9% nei tre mesi a luglio come atteso. Si tratta del livello più basso da agosto-ottobre 2005. Nei tre mesi a luglio, il totale dei disoccupati è risultato essere pari a 1,63 mln di unità (-39 mila rispetto al trimestre precedente e -190 mila rispetto allo stesso trimestre del 2015). Nello stesso periodo il numero degli occupati si è attestato a 31,77 mln di unità, salendo di 174 mila unità su trimestre e di 559 mila unità su anno.

Infine, il tasso di crescita dei salari medi (esclusi i bonus) ha mostrato una variazione positiva del 2,1%, dal 2,3% del trimestre precedente e contro il 2,2% atteso. Includendo i bonus si è registrato invece un incremento del 2,3%, rispetto al 2,5% precedente ed al 2,1% del consensus.


L'Economia È una
Bella Storia
TASSE AL 17% – Subito dopo l’esito del referendum pro-Brexit, l’ex cancelliere Osborne aveva annunciato l’intenzione di abbassare la percentuale di tassazione alle imprese al 15% per mitigare l’effetto dell’addio all’Unione europea. Al momento la Gran Bretagna ha una corporate tax del 20%, che secondo il programma dovrebbe diminuire al 19% nell’aprile 2017, fino a scendere al 17% entro il 2020. Lo ha confermato Philip Hammond, Cancelliere allo scacchiere di Sua Maestà, durante il vertice Ecofin con i suoi colleghi europei.


Fonte ilnord   quifinanza/    ilsole24ore


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