Descrizione

La storia ha due volti: quello ufficiale, mendace e quello segreto e imbarazzante, in cui però sono da ricercarsi le vere cause degli avvenimenti occorsi” - Honorè de Balzac -

"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano !" - Isaac Newton -

Contra factum non valet argumentum”

domenica 13 marzo 2016

“Terrorismo dal volto umano” di Michel Schooyans. ONU, FMI, Banca Mondiale, OMS


Michel Schooyans in questa sua ultima fatica aiuta il lettore a ricostruire il filo rosso che collega le politiche antinataliste dei neomalthusiani del XX secolo alle grandi strategie internazionali di diffusione della contraccezione, dell’aborto e della c.d. “pillola del giorno dopo”: il tutto, smascherando le menzogne che, attraverso una sapiente e paziente manipolazione del linguaggio, hanno consentito a vere centrali del terrore (ONU, UNICEF, UNFPA, ecc.) di far depenalizzare e rendere addirittura meritorie politiche eugenetiche e di sterminio degne dei peggiori totalitarismi: un vero e proprio “terrorismo dal volto umano”, come dice il titolo.
Una visione "religiosa" del problema che combinazione pur partendo da un altro punto di vista non si sposta di un millimetro dagli altri di ben altra provenienza, una lettura estremamente interessante, i sistemi descritti sono ovviamente utilizzati anche in altri campi con i medesimi obiettivi dagli stessi personaggi ... 

Esiste un terrorismo subdolo che produce più vittime di quello esplicito realizzato con bombe e attentati suicidi.

Michel Schooyans (in collaborazione con Anne-Marie Libert) Cantagalli, Siena 2009.
Recensione di Angela Maria Cosentino

È il terrorismo dal colletto bianco di alcune organizzazioni internazionali (per esempio ONU, OMS, UNFPA, Banca Mondiale) che, attraverso una cultura dall’apparenza persuasiva, accogliente e progressista, lancia e applica progetti economicamente consistenti, per promuovere una devastante cultura di morte che comprende, tra l’altro, aborto, eutanasia e selezione eugenetica di embrioni (p.130). A denunciare questa nuova forma di dittatura nel suo ultimo libro Terrorismo dal volto umano, Cantagalli 2009, è il prof. Michel Schooyans, filosofo, sacerdote e teologo, docente emerito all’Università di Lovanio, Belgio, esperto di filosofia politica, politiche demografiche e morale sociale. Il prof. Schooyans, per volontà di Giovanni Paolo II, è diventato membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, della Pontificia Accademia per la Vita e consultore del Pontificio Consiglio per la Famiglia; autore prolifico ha pubblicato più di venti libri (uno dei quali, in otto lingue). La prefazione di un suo volume del 2000, Nuovo disordine mondiale. La grande trappola per ridurre il numero dei commensali alla tavola dell’umanità, è firmata dall’allora Cardinale Joseph Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI. Il recente Terrorismo dal volto umano è la traduzione aggiornata di un testo, pubblicato nel 2006 da Schooyans, in collaborazione con la ricercatrice Anne-Marie Libert.

Con una ricca bibliografia e un accurato indice analitico, l’autore belga denuncia i pericoli del “terrorismo dolce” che “sembra avere un volto umano, sembra favorire la libertà” ma, con una tecnica di ingegneria verbale, confeziona “bombe che fanno meno rumore e meno fumo” ma che, a partire dalla decostruzione del linguaggio e dall’uso distorto delle parole, producono un devastante effetto di morte. L’esempio classico, riportato a p. 65 del volume, richiama la precisa esposizione di S.E. Mons. Elio Sgreccia (E. Sgreccia, Manuale di bioetica, I volume, Vita e Pensiero, 2007, p. 591) relativa all’uso improprio del termine contraccettivo, per indicare alcune tecniche di controllo delle nascite che non impediscono l’incontro tra i gameti, cioè la fecondazione, come farebbe pensare il termine “contraccettivo” o “antifecondativo”, ma l’impianto dell’ovocellula già fecondata (cioè dell’embrione), in utero. 

Il prof. Schooyans mostra alcuni meccanismi essenziali con cui agisce questo nuovo terrorismo, al fine di imporre politiche contrarie alla famiglia naturale e alla vita. In riferimento alla discussione sull’uso della pillola contraccettiva e al conseguente passaggio dalla pillola all’aborto, per una comune mentalità di fondo, Schooyans riporta gli elementi tenuti nascosti anche a Paolo VI, nell’ambito della “Commissione per lo studio della Popolazione, della Famiglia e della Natalità”, durante il Concilio Vaticano II. L’autore spiega come anche autorevoli esperti cristiani furono ingannati, e come l’ideologia relativista penetrò nel tessuto sociale della Chiesa cattolica provocando una diaspora che portò Cardinali e Conferenze episcopali a criticare e ad opporsi all’enciclica Humanae vitae di Paolo VI (Sulle problematiche collegate a tale enciclica, Schooyans ha pubblicato il saggio La profezia di Paolo VI. 

L’enciclica Humanae vitae (1968), Cantagalli Siena 2008). In riferimento alle evidenze sulla vita, l’autore auspica che i fatti demografici prevalgano sulla vulgata maltusiana, e neomaltusiana, poiché “non è possibile fondare all’infinito programmi di salute pubblica, in particolare in materia di riproduzione, sul misconoscimento sistematico di dati scientifici indiscutibili a proposito di due fenomeni generalizzati: la caduta della fecondità e la tendenza all’invecchiamento (p. 131). Eppure, sono sempre più diffusi programmi contro la vita, attaccata, dagli anni Cinquanta in poi, anche “giocando” con le parole. È apprezzabile perciò, il volume che, in 286 pagine, presenta e denuncia gli effetti nefasti della nuova rivoluzione culturale di portata mondiale,totalmente chiusa alla trascendenza e alla speranza; il testo offre un’accurata documentazione a sostegno della verità sull’uomo e sulla sua autentica libertà: un aiuto per smascherare e contrastare insidiose menzogne e occulte schiavitù dell’ideologia nichilista.

ONU e il “terrorismo dal volto umano”
di Lorenzo Fazzini
Intervista a Michel Schooyans
Michel Schooyans
Michel Schooyans
La denuncia del filosofo Michel Schooyans: «Aborto e eutanasia sono i cavalli di Troia di un’ideologia antinatalista che, un passo alla volta, mina le radici della vita. Perché i laici lasciano sola la Chiesa nella difesa dell’uomo?»

La dignità della vita umana è minacciata da un «terrorismo dal volto umano», altrimenti detto «bioterrorismo». Il quale, facendo leva su una subdola «ingegneria verbale», colpisce a livello internazionale il fondamentale diritto del nascere e del morire dell’uomo. La denuncia è di Michel Schooyans, docente di filosofia politica all’Università di Lovanio, in Belgio, che di recente ha pubblicato un volume in cui mette sotto accusa le politiche demografiche delle agenzie Onu. Si tratta di Le terrorisme à visage humain (edizioni François-Xavier de Guibert), scritto in collaborazione con Anne-Marie Libert.

Professor Schooyans, la copertina del suo ultimo libro è choccante: «Il terrorismo dal volto umano» viene spiegato con una foto dell’assemblea generale delle Nazioni unite. Perché?

«Questa scelta rivela una delle tesi centrali del testo: l’ONU è in effetti uno dei principali agenti della deriva che denuncio. Questa azione si esercita soprattutto attraverso delle sue agenzie come il Fondo delle Nazioni unite per la Popolazione (Unfpa), l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), l’Unicef, ecc. Si può sperare che i principali organi che compongono le Nazioni unite siano fedeli alla missione definita dalla Carta di fondazione dell’organismo internazionale: promuovere i diritti
dell’uomo, la giustizia, lo sviluppo e la pace».


La deriva che lei va evidenziando è il «bioterrorismo», termine che di solito per indica la possibilità di attacchi terroristici con armi biologiche. Cosa intende lei con questa espressione?

«Mi riferisco all’utilizzazione della biologia, della medicina, ma anche della filosofia del linguaggio, della demografia, del diritto e di altre discipline per attentare alla vita dell’uomo e per dominarla. Siamo in presenza di una rivoluzione culturale, di un cambiamento perverso di queste discipline che, per loro natura, dovevano restare al servizio degli uomini».

Nel suo libro lei stigmatizza la presenza, nei documenti di marca Onu, di una «ingegneria verbale» che conduce alla «decostruzione dell’essere umano». Cosa significa?

«Le rispondo con l’esempio di un ragionamento fallace, un vero sofisma. È risaputo che la pillola del giorno dopo causa un aborto precoce. E invece, dagli anni Cinquanta in poi, si è sempre giocato con le parole; le si commercia, si imbroglia la gente con i termini. Si continua a martellare la gente con un ragionamento mistificatore, così esplicabile: “Non c’è aborto prima dell’annidamento dell’ovulo fecondato. La pillola contraccettiva agisce prima; dunque essa non è abortiva”. Si restringe il significato del concetto di “aborto” per poter “stabilire” il fatto che la pillola non è abortiva».

Lei denuncia un’ideologia antinatalista di cui sono intrisi i documenti ufficiali che escono dagli enti affiliati all’ONU.

«Nei testi delle organizzazioni internazionali citate sopra, appare esplicitamente l’ispirazione malthusiana: sulla Terra ci sarebbero troppi poveri e quindi bisognerebbe controllarne il tasso demografico. Nelle stesse dichiarazioni compare anche l’ideologia neomalthusiana, ovvero il diritto di tutti al piacere sessuale senza rischio, cioè senza la nascita di bambini. Spesso le due fonti di ispirazione si combinano negli stessi documenti».

A proposito delle agenzie Onu e dei loro interventi nei Paesi in via di sviluppo: lei parla di «tattica del salame» per indicare come questi organismi agiscono verso le confessioni religiose ivi presenti. Di che cosa si tratta?

«Questa strategia è stata messa a punto in Ungheria nel 1947 dall’allora segretario generale del partito comunista locale, Mátyás Rákosi. Essa cerca di condurre gli avversari a sottoscrivere, poco a poco, in maniera impercettibile, quei programmi che essi rifiuterebbero se fossero loro sottomessi in blocco. Il ricorso a questa tattica è oggi molto comune da parte di chi è nemico della vita umana. Questa metodologia è facilitata dall’uso dell’antifrase, facendo dire alle parole l’esatto contrario di ciò che esse significano abitualmente. Sotto il termine “salute riproduttiva” si nasconde il diritto all’aborto; la parola “eutanasia” nasconde l’atto di dare la morte. La stessa giurisprudenza viene così sfregiata nella sua dignità perché ciò che è giusto o sbagliato viene definito con un atto di pura volontà del più forte».

Vi è un ruolo specifico delle religioni, non solo del cristianesimo, nell’affrontare e contrastare il «bioterrorismo»?

I cristiani non hanno il monopolio della difesa della vita umana. Il rispetto della sua dignità è ben presente nell’intimo di tutte le grandi tradizioni filosofiche, morali e religiose dell’umanità. Laddove il diritto alla vita non è rispettato, tutti gli altri diritti sono minacciati e la democrazia diventa impossibile. Oggi la Chiesa si trova molto sola nella difesa di questo diritto fondamentale. Di fronte al “terrorismo dal volto umano”, il mondo attende dalla Chiesa e dai suoi pastori parole chiare, informate, forti e unanimi. Un eccesso di circospezione farebbe diventare un’ipotesi la credibilità della Chiesa e l’autorevolezza dei suoi pastori. Non è mai stato così pressante il dovere profetico della Chiesa».

"II volto umano del terrorismo"
di Antonio Gaspari
per l'agenzia Zenit
Roma, 17 e 18 aprile 2007
Intervista a Monsignor Michel Schooyans 
“Adozione di bambini da parte di coppie ‘gay’, eutanasia anche per i bambini, liberalizzazione dell’aborto, anche in Portogallo, campagne di ecologisti radicali per diffondere la cultura contro la vita … Cosa sta succedendo in Europa? Da dove nasce questo desiderio di morte e chi lo promuove?”.

In una intervista rilasciata a ZENIT, monsignor Michel Schooyans, professore Emerito di Filosofia politica e di Ideologie contemporanee all’Università cattolica di Lovanio (Belgio), cerca di rispondere a queste domande, analizzando le radici di questo desiderio di morte. “Invece della vita, sembra che l’Europa abbia scelto la morte”, spiega monsignor Schooyans, che all’argomento ha dedicato un volume intitolato “Il terrorismo dal volto umano” (“Le terrorisme à visage humain”, Paris, Éditions François-Xavier de Guibert, 2006).

“Infatti – spiega monsignor Schooyans – in tutta l’Europa il numero delle nascite non compensa più il numero di decessi; la popolazione invecchia, la popolazione attiva diminuisce e ogni anno, la popolazione di una ventina di Paesi diminuisce”.

“Solo nel 2005, la Russia ha perso circa 800.000 abitanti e la Germania 140.000. L’Italia, la Polonia e la Spagna sono sulla stessa china”, afferma ancora questo esperto di Bioetica, membro della Pontifica Accademia per la Vita, della Pontificia Accademia per le Scienze sociali e dell’Accademia messicana di Bioetica.
“Giovanni Paolo II constatava già il ‘suicidio demografico’ dell’Europa, sintetizzato in due dati: verso il 1914 essa annoverava il 25% della popolazione mondiale; nel 2050 ne conterà il 7%”, sostiene Schooyans.

In quale modo si manifesta questo fascino della morte?

Mons. Schooyans: Giovanni Paolo II ha denunciato, dozzine di volte, la “cultura della morte”. Questa “cultura” è oggi molto affermata in Europa, dov’è il segno di un declino della speranza”. La sterilizzazione femminile e maschile è diventata una pratica corrente. In molti Paesi d’Europa gli aborti sono altrettanto numerosi delle nascite. Secondo l’Ufficio di Riferimento della Popolazione, oltre il 70% delle donne europee interessate ha fatto ricorso alla contraccezione.

I Paesi europei nei quali l’Enciclica “Humanae vitae” è stata ampiamente contestata figurano fra quelli dove la vita non ha alcun valore. Che dire degli effetti cancerogeni dei preparati contraccettivi riconosciuti dall’OMS? Che dire degli effetti possibilmente abortivi di alcuni di questi preparati chimici? Che dire infine del rischio di morte, assunto con cognizione di causa, da pazienti colpiti da malattie sessualmente trasmissibili?

Nella sua opera “Il terrorismo dal volto umano”, così come in altri lavori, torna spesso sulle radici di questo desiderio di morte. Lei segnala l’influenza di una pulsione di morte nelle ideologie contemporanee, in particolare nel comunismo, nel fascismo, nel nazismo, ma anche nel liberalismo utilitarista contemporaneo…

Mons. Schooyans: “Le ideologie totalitarie” del XX° secolo sopravvivono ai regimi che esse hanno ispirato. Queste ideologie hanno in comune il rifiuto di ogni riferimento morale. Bisogna essere pronti a morire, o a dare la morte, se il Partito, la purezza della Razza o lo Stato lo esigono. Queste ideologie che hanno ispirato il comunismo, il nazismo ed il fascismo sono sempre molto attive ed inoltre sono oggi sostenute dall’onda di choc dell’ideologia neo-liberale. Essa trova le sue radici nella corrente “illuminista”, che risale al XVII° secolo.
L’ideologia neo-liberale riporta due temi di questo illusionismo. Innanzitutto, l’individualismo: ciò che conta è l’autonomia, la libertà totale dell’individuo. Se tale individuo ne ha la forza, egli può utilizzare gli altri, sfruttarli, trarne vantaggi o piacere, eliminarli se sono inutili. L’uomo non è più un essere socievole; egli è nemico dell’uomo, padrone della vita. Indi l’approccio del libero esame: ciò che conta è la ragione individuale; la verità è relativa agli individui ed essi definiscono la loro morale in funzione ai loro interessi e ai loro piaceri individuali. La ragione serve a calcolare i piaceri. La religione deve essere combattuta, come devono esserlo tutti i pregiudizi.

L’Illuminismo è la fonte delle correnti attuali che contestano ogni norma, ogni regola morale e – a fortiori – ogni religione che rafforzasse le prescrizioni di una morale naturale. Questo individualismo e questo approccio del libero esame sono oggi i maggiori responsabili della banalizzazione del dono della morte, come nell’aborto e nell’eutanasia, ma anche nella contraccezione. Alcuni, fra cui Hegel, vanno ancora oltre: essi raccomandano il suicidio, non solo come un diritto, ma come l’affermazione suprema della libertà individuale. La logica di questi due temi porta inevitabilmente all’eliminazione di ogni morale e di ogni religione; essa porta al soggettivismo ed all’agnosticismo di fronte ad ogni affermazione riguardo alla vita, al relativismo di fronte alla questione dei valori, al nichilismo di fronte al senso ultimo dell’esistenza e della morte.

L’ecologia umana non potrebbe controbilanciare l’influenza di queste ideologie?

Mons. Schooyans: Bisogna capire di quale ecologia si parla, poiché vi è un’ecologia dolce, non solo buona, ma necessaria, ed un’ecologia radicale. Questa ultima trova la sua espressione contemporanea più affermata nella Carta della Terra, documento patrocinato dall’ONU. L’ideologia a cui si ispira questa Carta, riprende dei temi vicini a quelli divulgati cinquant’anni fa da Julian Huxley, primo Direttore dell’UNESCO: l’uomo è “predatore”, egli è il “cancro del pianeta”. Egli è il prodotto di un’evoluzione puramente materiale e non può rivendicare alcuna superiorità di dignità in rapporto agli altri esseri che popolano il mondo. Per Peter Singer, è meglio un cane in forma, di un bambino malato. Oggi, queste idee vengono riprese non solo nella Carta della Terra, ma anche da antropologi come Claude Lévi-Strauss. Secondo questo concetto ecologista, a forte connotazione New Age, l’uomo, alla sua morte, dovrà tornare definitivamente alla terra da dove proviene. La morte definitiva, senza alcuno spazio per la speranza, avrà sempre l’ultima parola. 

Davanti ai Nunzi dell’America latina, il Santo Padre ha fatto riferimento alla pressione delle lobby che potrebbero pesare negativamente sui processi legislativi. Vi sono dei gruppi di pressione, delle lobby, che promuovono la cultura della morte?

Monsignor Schooyans: Per rispondere a questa domanda, è necessario innanzitutto chiarire i termini. I fautori del laicismo alimentano con cura la confusione fra “laicismo” e “laicità”. Con il termine laicità si intende a partire da Renan la separazione tra Chiesa e Stato, tra il potere temporale e quello spirituale. In principio, la laicità non sollevava un problema particolare nelle nostre società. Per quanto riguarda illaicismo, è una dottrina che si richiama esplicitamente alla tradizione illuminista.
Questa dottrina si è tuttavia lasciata permeare dai suoi satelliti ideologici, in particolare fascisti ed ecologisti. Tale dottrina vuole giustificare l’eliminazione di qualsiasi convinzione, cristiana o altra. Il laicismo è inoltre un fascio di movimenti d’azione che militano per far trionfare questo razionalismo antireligioso. Alcune repubbliche europee si sono attribuite un ruolo messianico nella divulgazione universale del laicismo. E’ il caso della Francia e della Spagna, che cercano di esportare il loro laicismo, la Francia verso l’Europa, la Spagna verso l’America latina.

Nella misura in cui questa dottrina trova i suoi punti di ancoraggio nel razionalismo e l’approccio del libero esame, essa stessa ed i suoi movimenti si trovano ad essere al servizio della cultura della morte. Oltre ad agenzie delle Nazioni Unite, come il potente UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione), moltissime ONG, fra cui l’International Planned Parenthood Federation si adoperano per aggredire la religione e divulgare pratiche che mirano a controllare la vita. Facciamo altri due esempi di movimenti che diffondono la dottrina del laicismo.
Il primo riguarda una specie di internazionale clandestina, la massoneria, che beneficia di un tabù che bisognerebbe spezzare. Innumerevoli pubblicazioni, a volte firmate da massoni stessi, dichiarano apertamente il ruolo delle logge nella produzione di leggi bioetiche che rendono precario il diritto alla vita. Secondo il parere stesso di alcuni suoi membri, questa organizzazione ha partecipato e continua a partecipare a campagne che mirano a privare di protezione legale efficace il bambino non nato, il malato incurabile o depresso; è protetto legalmente solo il personale che opera l’aborto o l’eutanasia.
Il secondo esempio è quello delle infinite lobby che finanziano e cercano di dare una copertura legale al commercio della morte. Ci riferiamo in particolare all’ONG Catholics for a free Choice, una truffa intellettuale che inganna numerosi cristiani, facendo credere loro di essere al servizio della vita, mentre invece il loro unico obiettivo è di indurre degli innocenti a scegliere la morte.

Nel suo ultimo libro, lei denuncia una nuova forma di terrorismo, il terrorismo dei colletti e dei camici bianchi. Questo nuovo terrorismo, in che cosa favo risée la cultura délla morte?

A differenza di quello classico, il nuovo terrorismo è tanto più efficace quanto più discreto. Esso ricorre a un insieme di discipline che comprende le scienze biomediche, demografiche, il diritto e le tecniche délia comunicazione. Questo terrorismo beneficia dell'appoggio logistico ed è finanziato da alcune tra le più rilevanti organizzazioni internazionali. Questo nuovo terrorismo colpisce anzitutto l'integrità intellettuale e morale delle persone. Esso sembra avere un volto umano; sembra rendere onore alla verità; dà l'impressione di valorizzare la libertà, mentre in realtà cerca solo di irretire gli uomini nelle maglie della cultura della morte. Il significato naturale della morte è stravolto e rimescolato per rispondere agli scopi délie industrie omicide. Non esiste più alcun criterio per distinguere il vero dal falso, o il bene dal maie. La giustizia è il frutto di una negoziazione, più che di un consenso. Da tutto ciò deriva la neccessità urgente di risollevare il diritto dal disonore in cui è precipitato nel momento in cui è stato strumentalizzato per giustificare qualunque azione.

Questo terrorismo dal volto umano è, lei lo sottolinea, un fenomeno assolutamente nuovo. Ma che cosa dire a proposito délia propaganda e del lavaggio dei cervelli cui si fa ricorso nei grandi regimi totalitari contemporanei...

Effettivamente, gli uomini hanno sempre avuto una certa tendenza ad assoggettarsi volontariamente a qualcosa o a qualcuno senza ribellarsi. Questo meccanismo psicologico è sempre stato sfruttato fino a oggi, con tecniche raffinate. L'elemento di novità, drammatico, è rappresentato dall'organizzazione, a livello mondiale, di un fronte comune contro la vita e contro la famiglia, che ne è la culla. Un fronte comune dove lavorano in sinergia giuristi, uomini politici, medici, economisti, studiosi di etica, filosofi, dai quali ci si aspetterebbe piuttosto un atteggiamento volto alla progettazione serena délia vita. Infatti noi ci troviamo di fronte a una nuova rivoluzione culturale, di portata mondiale, completamente chiusa alla trascendenza e dominata dall'utopia di una società impermeabile alla speranza.

La Chiesa sembra essere rimasta sola in questa opera di difesa della vita. In forza della loro responsabilità all'interno della società, molti cristiani si devono confrontare con la questione dell'obiezione di coscienza. In vari paesi, appaiono segni premonitori di persecuzione...

Anche noi notiamo la stessa cosa. E Gesù, per primo, si è confrontato con l'ostilità di quelli che pensavano che la salvezza dipendesse dalle loro opere e non che invece fosse un dono gratuito di Dio. Gesù si è misurato con l'alleanza diabolica della menzogna e della violenza. La sua passione comincia fin dal momento délie tentazioni, quando si confronta con l'Avversario. È vero che, da un punto di vista prettamente umano, la Chiesa risulta sola nella lotta contro la cultura della morte. Ed è vero che ci troviamo a combattere una guerra di tipo nuovo, una guerra essenzialmente religiosa. Il terrorismo dal volto umano aggredisce l'uomo perché egli è creato a immagine di Dio. Non potendo raggiungere Dio, ecco che le forze del maie si sono scatenate contro la creatura che, per essere dotata di ragione e di volontà, riflette in un qualche modo il volto divino. In risposta a quelli che si rifiutano di riconoscere la propria finitezza e di accogliere l'invito a diventare figli di Dio per sempre, i cristiani devono offrire al mondo un messaggio di amore, per potere poi risvegliare la capacità di amare che sonnecchia latente anche nei cuori più induriti.

Sono molti gli ostacoli che la Chiesa incontra oggi per realizzare la sua missione in un mondo moralmente scombussolato...

Effettivamente, nella sua azione, la Chiesa deve affrontare degli ostacoli che sarebbero numerosi da elencare. Ci limiteremo qui a menzionare due scogli che i cristiani devono evitare. Il primo, insidioso, è la privatizzazione della religione, con cui si vorrebbe relegarla negli angusti confini délia sfera privata. Proposta dal laicismo, la privatizzazione délia religione mira a neutralizzare l'azione dei cristiani a livello sociale e a destabilizzarli. Il secondo ostacolo è il pescaggio, ossia il rischio che certi cristiani corrono di lasciarsi neutralizzare e perfino comprare. Questo è quanto avviene quando, ad esempio, alcuni cristiani accettano imprudentemente gli inviti aile riunioni massoniche. Obbligato a impegnarsi a non rivelare il nome delle personalità presenti alla riunione, il visitatore cristiano vende cosï una fetta significativa della sua libertà. Infatti, in questo modo, egli diventa complice délia costrizione men tale che spinge il massone a nascondere la dimensione essenziale della sua identità: l'appartenenza a una loggia. Alla fine di questo processo sarà molto difficile, per il visitatore, criticare pubblicamente, per esempio, quel dato progetto moralmente inammissibile ideato dai "fratelli" che lo hanno accolto.

Un capitolo del suo libro si intitola Quale antropologia? Quale morale? Potrebbe spiegarci l'obiettivo di questo capitolo?

Il terrorismo dal volto umano non può attecchire se non in una società in cui l'uomo viene considerato come un semplice individuo. Abbiamo appena accennato aile radici illuministe di una simile concezione individualista dell'uomo. Ora, noi non siamo sempre cosï attenti alla presenza costante di questa visione strettamente individualista dell'uomo. Nella misura perô in cui essa prédomina, prima o poi la famiglia è messa in discussione. La famiglia infatti sottende una visione personalista dell'uomo, ovvero una concezione secondo cui l'uomo è un essere in relazione, un essere sociale, un essere capace di amare e di aiutare gli altri a realizzarsi, un essere che ha bisogno degli altri per trovare lui stesso la pro pria pienezza, un essere che nella relazione coniugale si rivela pronto a dare la vita. Ora, nel momento in cui predomina la visione individualista dell'uomo, ecco che l'individuo diviene propenso a dissociare, nella sessualità umana, il fine unitivo da quello procreativo; il piacere è un bene, il figlio è un rischio. Quando predomina una simile concezione, la sessualità viene dissociata dall'amore, e serve soltanto a soddisfare una bisogno fisiologico individuale. Questo individualismo trova il suo punto di appoggio nell'ideologia di "genere", secondo cui gli individui sceglierebbero il proprio genere, indipendentemente dai loro caratteri genitali. I programmi della "salute riproduttiva" divulgati dalle diverse agenzie dell'ONU sono al servizio di questa opzione ideologica. I termini come "matrimonio", "famiglia", "maternità", "madre", "paternità", "padre", ecc. non sono ritenuti più pertinenti, per cui il loro normale significato viene allargato. Con l'aiuto della magia della lingua truccata, l'ideologia di "genere" sogna anche di ricostruire un mondo radicalmente utopistico. Esistono dei "negazionisti" che rifiutano la realtà dell'Olocausto. Esistono anche dei "negazionisti" ciechi di fronte alle realtà naturali più evidenti.


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