Il collegamento tra le Repubbliche ed una cittadinanza armata è tutta una strada che và fino a Machiavelli. Le élite hanno sempre disarmato coloro che temevano di più. Nel periodo prebellico della storia americana, agli schiavi ed agli uomini liberati sono state negate le armi. La Suprema Corte, nella famigerata sentenza Dred Scott nel 1856 stabilendo che gli afro-americani non avrebbero mai potuto essere cittadini, ha osservato: "Se i neri avessero diritto ai privilegi e alle immunità dei cittadini, che li esenta dal funzionamento delle leggi speciali e dai regolamenti di polizia che negli stati del Sud sono considerate necessarie per la loro sicurezza. Sarebbe come dare alle persone di razza negra, che sono stati riconosciuti come cittadini di uno Stato dell'Unione ... la piena libertà di parola in pubblico e in privato su tutte le materie in cui i propri cittadini possano parlare, di tenere incontri pubblici sulla politica ed affari, e di tenere e portare armi ovunque andassero. E tutto questo sarebbe stato fatto riguardo alla soggetta razza dello stesso colore, sia liberi che schiavi, inevitabilmente producendo malcontento e insubordinazione tra di loro, e mettendo in pericolo la pace e la sicurezza dello Stato". Dalla Sentenza della Corte Suprema del 1856, sul caso Dred Scott v. Sandford. |
In conseguenza delle mie ricerche storico/politiche per comprendere i fenomeni dell'attualità ben oscuri al di là della propaganda di sistema, obbligatoriamente vieni catapultato nelle teorie dette "complottistiche" che a mio personale parere teoriche non lo sono mai state ma sono, erano e saranno sempre più reali e sempre causate da dichiarazioni e documentazioni ufficiali. Capiti i meccanismi di base mi sono chiesto se per caso non convenisse a "qualcuno" vietare o limitare il possesso delle armi, utilizzando la scusa delle stragi, negli Stati Uniti e di conseguenza ovunque nel mondo e mi sono imbattuto al secondo tentativo, prova che il dubbio non è solo mio, in questa interessantissima analisi ed altre che aggiungerò in seguito, nei siti americani questo dibattito è accesissimo, ovvio ! Premesso che personalmente non sono mai stato contro le armi perchè non ho mai visto una pistola od affini prendere alzarsi ed andare a sparare a qualcuno. A rafforzare quanto sostenuto nell'articolo che segue posso testimoniare che parlando con le persone nelle zone rurali dell'eventualità di un complotto della cosidetta elitè contro il popolo non battono ciglio, non hanno paura, ti rispondono : "io gli sparo in testa", sono tutti armati !! Vanno a caccia ......... Si sentono liberi, molto più liberi di quanto mi senta io se non fosse che nella vita ho acquisito la capacità di difendermi senza possedere armi, nell'eventualità si trovano ...
Concludo che anche noi dovremmo avere il secondo emendamento, le armi sono un deterrente, per fare un esempio, come lo sono state le armi atomiche nella guerra fredda, qualche problema od incidente stà nel gioco della vita. Qualcuno poi addirittura sostiene che in effetti le due bombe atomiche sganciate sul Giappone in realtà avevano il semplice scopo deterrente contro qualche eventuale velleità futura dell' URSS.
Chi scrive questa analisi, Gary North, non è il solito fondamentalista guerrafondaio alcolizzato ma un teorico e storico economico che dal 1967 pubblica tutt'altri argomenti, anche se alcuni discutibili, dell'area della destra cristiana americana, area dove proprio si annidano i padri del disegno complottistico che in questa analisi prende forma e viene in parte svelato ....
Tenere ben presente quanto segue, en.wikipedia, Secondo emendamento :
L'esperienza in America prima della Costituzione degli Stati Uniti.
I primi coloni inglesi in America avevano il diritto per le armi e/o il diritto di portare armi e/o milizie statali importanti per una o più di queste finalità (in nessun ordine particolare): consentendo alle persone di organizzare un sistema di milizia :
La giurisprudenza della Corte Suprema
- partecipando all'applicazione della legge;
- scoraggiando un governo tirannico;
- respingere una invasione;
- sopprimere l'insurrezione, presumibilmente comprese le rivolte di schiavi;
- facilitando il diritto naturale di autodifesa.
Nel luglio del 2008 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha riconosciuto il diritto dei cittadini di possedere armi, dichiarando incostituzionale la legge del Distretto di Columbia che invece ne vietava ai residenti il possesso. È così stabilito il diritto individuale dei cittadini statunitensi ad essere armati, annullando la legge che da 32 anni proibiva di tenere in casa una pistola per difesa personale nella città di Washington. La sentenza ha fornito un'interpretazione definitiva al Secondo emendamento della Costituzione che dal 1791 sancisce il diritto di portare le armi. Questo significa che è stato riconosciuto un diritto inviolabile al pari di quello al voto e della libertà di espressione.
Qualche estratto esaustivo, a seguire il testo completo molto interessante anche come analisi storica, è forse la più importante lezione di politica reale che io abbia mai letto o sentito :
Secondo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America :
Voglio andare a fondo nelle questioni fondamentali riguardo il Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti: il diritto di possedere e portare armi.
C’è un grande coinvolgimento emotivo negli Stati Uniti in una di queste due posizioni agli estremi:
Dalla fine della Guerra Civile fino ad oggi, le nazioni si sono impegnate in ciò che è talvolta chiamata guerra di seconda generazione. Ci sono eserciti, flotte e forze aeree in grado di assemblare una potenza di fuoco di massa, con armi ad alta precisione e molto costose. Queste unità militari non possono sconfiggere i movimenti della guerriglia sul terreno. La guerra di quarta generazione, vale a dire la guerriglia, sta ora ristabilendo la sovranità dell’uomo comune. Il Vietnam è un caso evidente, ma certamente anche l’Afghanistan. Nel caso dell’Afghanistan, l’uomo comune ha sempre avuto il vantaggio. Nessuno è stato in grado di conquistare l’Afghanistan per più di qualche anno. Ciò risale ad Alessandro Magno. La topografia della nazione e l’impegno dei suoi uomini a combattere fino alla fine, cioè la fine amara degli invasori, sono stati tali da rendere queste persone imbattibili.
L’unica nazione Occidentale che l’ha compreso è la Svizzera. Ogni maschio Svizzero fino all’età di 60 anni può svolgere il servizio militare. Ogni maschio Svizzero che serve nelle forze armate dovrebbe padroneggiare alla perfezione l’uso del fucile. E’ una questione d’onore essere un buon tiratore in Svizzera. I banchieri cinquantenni competono contro gli impiegati ventenni come tiratori. Questo è accaduto per cinque secoli. Si tratta di un popolo di cittadini-guerrieri. Si tratta di una nazione con un governo centrale molto debole, il più debole nel mondo industriale moderno. La presidenza è una carica simbolica, e si svolge a rotazione, con un solo anno come suo termine. Eppure l’esercito della nazione può essere mobilitato in pochi giorni. La Svizzera ha la storia più lunga di libertà politica rispetto a qualsiasi altra nazione dell’Europa continentale.
E’ vero che gli Svizzeri cedono le loro munizioni all’armeria locale al termine dell’addestramento di ogni estate. E’ anche vero che la tradizione politica della democrazia è così profondamente radicata che sarebbe impossibile per qualsiasi governo Svizzero rifiutare di restituire tali armi l’estate successiva. Gli Svizzeri non sono una popolazione disarmata. Lasciano semplicemente che il governo conservi le munizioni durante l’anno. Non si tratta di un governo che permette ai cittadini di avere accesso alle armi. Sono i cittadini che permettono al governo di conservare le munizioni. La mentalità è completamente diversa da coloro che sostengono il controllo delle armi negli Stati Uniti.
In ogni nazione ad eccezione della Svizzera, i sostenitori di un controllo delle armi desiderano centralizzare il possesso di qualsiasi arma che potrebbe essere utilizzata contro gli agenti del governo. Non si tratta di una prospettiva casuale. Tutte le tesi su una riduzione della criminalità sono confutate dalle statistiche di una maggiore criminalità ogni volta che il governo confisca le armi della popolazione. Le armi sono tanto disponibili per la classe criminale quanto le droghe illegali lo sono per i cittadini e per tutti gli altri residenti.
I sostenitori per il controllo delle armi insistono sul fatto che la centralizzazione del possesso delle armi nelle mani del governo monopolistico è un obbligo morale. Perché è un obbligo morale? Perché queste persone credono davvero che il governo centrale possieda la legittima sovranità politica, una sovranità esclusiva, sulle armi che potrebbero essere usate contro esso stesso.
Una delle peculiarità di alcuni conservatori che dicono di credere nel diritto del possesso di armi (e che a volte dicono anche che si tratta di un mezzo di difesa contro la tirannia) è quella di essere a favore dell’invasione di nazioni straniere, quando quelle stesse nazioni straniere hanno adottato il concetto del possesso universale di armi che è paragonabile alla filosofia del conservatorismo Americano. I “piccoli popoli” ben armati nei paesi del Medio Oriente sono in grado di sconfiggere le truppe d’invasione Americane, così come altri simili a loro fecero in Vietnam, proprio perché il decentramento reso possibile da una diffusione del possesso di armi ed esplosivi è efficace nella lotta contro l’espansione del controllo centralizzato politico e militare. In altre parole, le truppe Americane non possono sconfiggere questi paesi piccoli proprio perché la proprietà diffusa di armi può essere utilizzata contro le truppe di occupazione.
MILIZIE: REALI E FALSE
Voglio chiarire che non credo che sia possibile, nelle attuali condizioni, che gli Americani possano prendere le armi contro il governo centrale. In un periodo di crisi finanziaria, in cui il governo centrale non può più consegnare (economicamente) i beni e che pertanto inizia a perdere il suo potere di controllare le comunità locali, ci potrebbero essere scontri tra campi armati. I campi armati evidenti a cui sto pensando sono le gang. E al confronto della maggior parte dei dipartimenti di polizia delle piccole città, sono molto meglio armate delle forze dell’ordine. La polizia lo sa. Le gang sono spietate, e hanno qualcosa che ricorda una catena di comando militare. In un momento di crollo economico nazionale, ci saranno alcune comunità in cui le gang possiedono un’autorità principale. Ciò è vero oggi in gran parte dell’America Latina.
La migliore forma di difesa in tali condizioni sarebbe che lo sceriffo locale arruolasse i cittadini che sanno usare le armi e che sono armati. Questo è il concetto di posse locale. Non è una milizia indipendente, perché non esiste una cosa come una milizia indipendente. All’inizio del XX secolo, sotto la direzione dell’avvocato Elihu Root di New York, che è a volte definito come il primo presidente dell’Establishment Americano, il governo federale nazionalizzò le milizie statali. Era un tentativo del movimento Progressista di centralizzare il potere politico a Washington. Fu molto efficace. Così, oggi, le milizie armate sono le agenzie del governo federale, anche se sono tecnicamente sotto il comando dei governatori. In ogni caso, non sono locali.
I cittadini degli Stati Uniti sono in questo modo lontani anni luce dai cittadini delle colonie Americane del 1776, cioè sarebbe inconcepibile organizzare una resistenza militare contro il governo centrale. Non sto incitando una cosa del genere. Suggerisco solo che vi è una relazione tra il possesso di armi da fuoco e l’affermazione della sovranità politica. Insisto sul fatto che il diritto di possedere e portare armi sia un’affermazione simbolica della sovranità politica ultima dei singoli cittadini sul governo centrale. Ciò era compreso nel 1790, e dovrebbe essere compreso oggi. Non credo che lo sia.
Penso che i sostenitori per il controllo delle armi non comprendano questa relazione simbolica. Di solito sono sostenitori del diritto di voto. Sono ufficialmente dalla parte dei diritti dei cittadini. Ma non capiscono la natura simbolica del diritto di possedere e portare armi come affermazione dell’autorità del cittadino, armato con una pistola e con il diritto di voto, di porre il veto sulle decisioni dei governanti.
I difensori delle libertà del Secondo Emendamento lo capiscono molto meglio del movimento per il controllo delle armi, comprendono che c’è una connessione tra il diritto di possedere e portare armi e l’affermazione fondamentale della sovranità politica da parte dei cittadini. Capiscono che la violazione del governo federale delle libertà del Secondo Emendamento è parte di un programma globale di centralizzare il potere politico e di superare la capacità dei cittadini di usare le urne per resistere all’estensione di questo potere politico centralizzato.
Non penso che molti sostenitori del Secondo Emendamento credano che ci sarà un momento in cui i cittadini Americani prenderanno le loro armi, lasceranno le loro case, e in qualche modo adotteranno tattiche di guerriglia urbana. Ma capiscono che le gang potrebbero farlo. Non credono che le autorità locali saranno sempre in grado di difenderli contro la violenza criminale. Capiscono che il decentramento della proprietà delle armi è fondamentale per il mantenimento della pace nella società, perché i gruppi di guerriglieri (come lo sono le gang) sono mobili, ben armati, ben organizzati e spietati.
Sostengo che il cittadino che possiede armi di difesa, ed è stato addestrato al loro uso, costituisce la grande barriera contro il potere centralizzato dall’alto e la violenza criminale decentrata dal basso. E’ l’uomo al centro, l’elettore armato, che è la spina dorsale della libertà Occidentale.
Ogni volta che un movimento politico cerca di disarmare il cittadino, allo stesso tempo sta cercando di espandere il potere del governo federale e anche il potere dei criminali armati, tra cui le gang. Disarmando i cittadini, lo stato afferma una sovranità ultima su di loro, e tuttavia non è in grado di svolgere questa affermazione di sovranità negli affari locali.
Il governo centrale non può fare quasi nulla per le gang. Può fare ben poco contro il comportamento criminale. Il declino nella criminalità che abbiamo visto negli ultimi 30 anni è stato soprattutto un fenomeno sociale. Il più grande fattore è che gli uomini tendono a commettere meno reati man mano che invecchiano. Inoltre, gli uomini sposati commettono meno crimini e meno atti di violenza. Il punto più alto del crimine in Occidente è stato circa nel 1980. E’ coinciso anche con il punto più basso dell’età. Dopo il 1980, l’età media dei residenti Occidentali ha cominciato ad aumentare. Il tasso di criminalità è sceso. E non perché il governo federale è diventato più abile a combattere il crimine.
I membri di gruppi marginali si definiscono patrioti, e talvolta si definiscono membri di una milizia. Adottano una sorta di romanticismo suicida per quanto riguarda la loro capacità di resistere alle forze armate degli Stati Uniti. Questi guerrieri del fine settimana se ne vanno in giro per i boschi, armati di fucili semiautomatici, illudendosi di essere in grado di stare sul campo per sei o sette anni (con la loro produttività e autorità) e di ricevere sostegno dalle popolazioni rurali che li vedrebbero come liberatori. Potrebbe aver funzionato negli Stati del Sud nel 1863, ma non oggi. Ci sono troppo poche persone nelle zone rurali affinché possano sostenere bande di miliziani vagabondi. Queste milizie diventerebbero l’equivalente delle gang in breve tempo. Fortunatamente, sono troppo incompetenti per raggiungere lo status di gang.
PROPRIETÀ SIMBOLICA
Per la maggior parte dei proprietari di armi, tale possesso è più simbolico che pratico. La maggior parte delle persone non passa una settimana o due in estate ad esercitare le proprie abilità nel tiro a segno. Questo è quello che fanno tutti i maschi in Svizzera ogni anno. Gli Svizzeri prendono sul serio la loro capacità di difendere il loro paese contro una qualsiasi invasione. Gli Americani credono che il governo, vale a dire il governo federale, dovrebbe adempiere a tale compito.
Quando il governo federale fallisce nel raggiungere tale obiettivo, soprattutto lungo il confine meridionale degli Stati Uniti, alcuni conservatori cercano di responsabilizzare i governi statali affinché si sostituiscano al governo federale. Il governo federale si oppone, in quanto riconosce che si tratta di un’affermazione dei diritti dello stato in questione e della sua sovranità. Il governo federale è felice di lasciare che gli immigrati si intrufolino negli Stati Uniti lungo la nostra frontiera meridionale, perché in realtà non c’è molto che il governo possa fare a questo proposito, oltre ad autorizzare i governi statali a fare qualcosa, o i governi della contea a fare qualcosa, e il governo federale non farà nulla.
Sto sostenendo, quindi, che per la maggior parte dei proprietari di armi tale possesso è più simbolico che pratico. Questo è vero anche per i sostenitori del controllo delle armi. Non penso che la maggior parte di loro creda che ci sia una vasta cospirazione della destra affinché il popolo prenda le armi, si organizzi, lasci il proprio stile di vita alle spalle, e rovesci il governo degli Stati Uniti. Se un sostenitore per il controllo delle armi ci crede, ha approssimativamente la stessa connessione con la realtà del membro della milizia del fine settimana che se ne va in giro per la campagna con i suoi amici.
I simboli sono importanti. Il cittadino che ha il diritto di possedere e portare armi, anche se non ha intenzione di unirsi alla milizia di stato, che è in realtà un braccio del governo federale, capisce che possiede un certo grado di sovranità che non è posseduta dai cittadini di quelle nazioni che vietano la proprietà diffusa delle armi da fuoco. Capisce che si trova in una situazione unica. Ha ancora i segni fondamentali della sovranità politica, vale a dire, le armi da fuoco. Le sue armi testimoniano il fatto che il governo centrale non si sente ancora sufficientemente sicuro nel confiscare le armi da fuoco in nome del monopolio esclusivo della violenza. Le sue armi testimoniano il fatto che è ancora un cittadino, e che possiede ancora i diritti che i politici e i burocrati non possono ribaltare con la legge.
I sostenitori per il controllo delle armi vogliono soverchiare questo diritto perché sono a favore del controllo politico centralizzato. Ritengono che la loro classe, vale a dire, la classe intellettuale, abbia il controllo delle agenzie del governo civile. In linea di principio, questa ipotesi è corretta. Affermano che la loro classe, e solo la loro classe, ha la saggezza di assegnare le armi. Credono che solo la loro classe possieda il diritto di determinare quale cittadino debba avere accesso alle armi, in quali circostanze, e per quanto tempo.
In effetti, il sostenitore per il controllo delle armi è un po’ come un cavaliere medievale del XV secolo. Si risente del fatto che le armi sono sempre più economiche, e che l’uomo comune che si unisce all’Esercito diventa una minaccia per la sua classe sociale, e quindi per la sua posizione sociale. Si risente del fatto che le sue armi non gli danno più un monopolio della violenza. Le armi sono giunte sul mercato, e possono essere utilizzate efficacemente da gente comune che non spende decenni di formazione per imparare ad usarle.
I cittadini-soldati del tardo XVIII secolo affrontarono il problema delle milizie locali. I militari di carriera si trovarono ad affrontare uomini comuni che avrebbero potuto schierarsi nei boschi, sparare ai loro ufficiali a distanza, sparare agli esploratori che si avventuravano nei boschi per trovarli, e poi sparire senza lasciar traccia. Le tattiche sono cambiate, e quindi anche le strategie.
CONCLUSIONE
Credo che ci stiamo avvicinando alla fine della stato-nazione come l’abbiamo conosciuto negli ultimi 500 anni. Credo che lo storico militare, Martin van Creveld, abbia ragione. I governi centrali sono a corto di solvibilità, e la loro capacità di fornire protezione contro la criminalità e prestazioni pensionistiche per l’umanità è in declino.
Nel corso del prossimo mezzo secolo, e forse anche meno, i politici si renderanno conto che non possono più proteggere i cittadini contro i criminali armati a livello locale, e non possono permettersi di sostenere l’invecchiamento della popolazione. A quel punto, ci sarà un trasferimento di legittimità in direzione di un governo locale. Tali governi si baseranno in larga misura su cittadini armati da essere deputati.
Quindi, mi aspetto un maggiore decentramento. Questo decentramento avrà luogo più rapidamente nelle società in cui i cittadini non hanno mai ceduto il diritto di possedere e portare armi. Per questo motivo credo che gli Stati Uniti sono la nazione che probabilmente diventerà il modello funzionante di questo processo di decentramento. Gli Americani sono pesantemente armati rispetto a qualsiasi altro popolo del mondo democratico. Forse non così armati come gli abitanti delle zone rurali dell’Afghanistan, ma sono sicuramente meglio armati di qualsiasi altra nazione Occidentale ad eccezione della Svizzera.
Dubito che la mia visione del Secondo Emendamento sia ampiamente condivisa in quei circoli che sono impegnati nella sua difesa. La mia difesa di tale Emendamento si basa su un particolare concetto di sovranità politica. Credo che i singoli cittadini sono sovrani e non per dono di un’autorità statale, ma per dono dell’autorità di Dio. Lo stato non ha il diritto di confiscare le armi del popolo, proprio perché lo stato non ha donato al popolo la concessione originaria della sovranità.
Le armi da fuoco sono i marchi della sovranità politica. Dovrebbero essere difese su questa base, non sulla base di qualche rivoluzione ipotetica, che non avrà luogo. Sto dicendo che una tale rivoluzione non è necessaria, proprio perché le persone possiedono il diritto di possedere e portare armi. Non hanno bisogno di imbracciare le armi contro il governo, proprio perché sono già in possesso delle armi.
traduzione di Francesco Simoncelli
Scrissi questa nota nei giorni seguenti la strage del furbacchione Batman che giusto ieri si è beccato 12 ergastoli. Oggi dopo la strage in Virginia torna di attualità la possibilità di disarmare il popolo americano. Più cose ci sono da valutare e non sono di poco conto a mio parere. Molto molto interessante il contenuto della nota. Vediamo altro :
Ci sono molti studi approfonditi in varie parti del mondo che comprovano il fatto che dove ci sono più armi legali ci sono contestualmente meno reati.
Altri studi collegano direttamente le stragi all'uso di psicofarmaci perchè riassumendo disumanizzano l'individuo sono poi devastanti e pressoché inutili ma fruttano alle multinazionali farmaceutiche miliardi di dollari, approfondiremo a parte.
Ricordo il film di Michael Moore “Booling a Columbine” dove si diceva mi pare circa 200.000 morti anno negli USA derivati dall'uso delle armi da fuoco ma strettamente collegati al fatto di vivere in una società, film, telegiornali, videogames, ecc. estremamente violenta ma ad un centimetro in Canada dove tutti sono armati per motivi di caccia questo non succedeva.
Quando stamattina ho sentito di nuovo che Obama vuole limitare il numero delle armi mi sono chiesto se le vittime statunitensi erano in qualche modo un prezzo giustificabile da pagare per tentare la salvezza dell'umanità aggredita dalle oligarchie sioniste neoconservatrici ed imperialiste ? Perchè se si fottono il popolo americano siamo fottuti tutti più prima che poi anche se ho i miei dubbi che questa umanità di pecoroni abbia qualche speranza.
Si è un prezzo giustificabile anche perchè uno muore quando è la sua ora.
Avevo pubblicato degli articoli americani dove ci si aspettavano dei tumulti negli USA per il 2016, sappiamo anche che i Black Block sono pilotati da Soros tramite Indymedia in automatico i tumulti popolari sappiamo da chi sono pilotati ed a chi fanno comodo. Solito teorema di Hengeliana memoria : Creare il PROBLEMA, stimolare una REAZIONE, offrire la SOLUZIONE.
Si rispondeva con una analisi strategica: negli USA ci sono 100 milioni di porto d'armi e 200 milioni di armi da fuoco in mano alla popolazione, esercito e forze di polizia ammontavano a circa 4 milioni e se non erano state capaci di controllare la strada che da Bagdad portava all'aereoporto come potevano pensare di controllare una nazione come gli Stati Uniti in caso di guerra civile? Non per questo si voleva iniziarla, le armi sono un deterrente come lo sono gli armamenti militari e gli arsenali atomici delle nazioni nei confronti delle altre, si pensi all'uso delle atomiche sul Giappone per intimidire l'URSS …
In Inghilterra lo stato ha ricomprato dalla popolazione le armi corte in Italia limitano la vendita delle munizioni per ogni singolo porto d'armi senza per altro il decreto attuativo della legge ...
I want to go over in considerable detail the fundamental issues of the Second Amendment to the United States Constitution: the right to keep and bear arms.
There is a great deal of emotional commitment in the United States to one of two extreme positions: (1) the right of every non-felon adult citizen of the United States to own any weapon he chooses, and (2) the right of the government of the United States to outlaw the ownership of firearms.
I am hard core. I would extend this right to convicted felons who have served their time or have made restitution to their victims. I would not let the federal government revoke this fundamental right of citizenship.
To understand the Second Amendment, we need to go back to something like the beginning.
FEUDALISM AND POLITICAL SOVEREIGNTY
In English common law in medieval times, meaning as late as the 13th century, the feudal legal system limited ownership of military weapons to members of the knightly class, and those classes over the knights. In other words, the ownership of weapons had to do with legal status.
The common man, meaning a peasant, could not be called into military service. Military service was a matter of inheritance of land and status, and this inheritance mandated military training, which created a military mindset. Thus, the weapons associated with this class, which was also a matter of social status, were not to be shared with the peasantry. This placed the peasantry at an obvious disadvantage in terms of military power. It also extended to political power. They had little political power. They were represented mainly by priests.
One of the marks of the knightly class was the right to wear armor. Armor was heavy. So, a peasant who had a simple walking staff was in a position to knock a knight off his horse. A knight in shining armor who was lying on the ground could not get up by himself. He was defenseless. So, the fact that a peasant was not allowed to carry a sword, or a bow and arrow, did not necessarily place him at a complete disadvantage, one-on-one, when dealing with a knight on horseback. It all depended on the tactics of surprise. The knight who was not expecting to be knocked off his horse might be at a disadvantage.
Peasants early on learned how to use walking sticks as weapons. Peasants could not be deprived of their walking sticks. So, they retained a degree of power which was not legally associated with their class. The movie scene of Robin Hood, an outlaw from the knightly class, battling Little John on a log over a stream was unlikely. Little John would easily have killed him. Knights were not trained in the use of staffs.
Anyone who possessed expensive weapons began with a competitive advantage in the use of power. The knightly class was careful to guard its legal rights. Magna Carta was a document created by the barons to defend their rights against the king. These rights were jealously guarded both against intrusions of power from below, as well as any intrusions from above. It was part of a hierarchical social and legal social order.
There is no question that, under most circumstances, the knightly class could deal with the peasants in the field of military battle. There were peasant rebellions from time to time. But, over the centuries, the knightly class did prevail against attempts by the peasants to overturn the legal status of the knightly class.
One of the advantages of this system was that civilians, meaning peasants and the people who lived in towns, were to be left alone by the warriors. They were not to be slaughtered in a military confrontation. Warriors were to do battle with other warriors. Warriors were not to use the specialized implements of warfare against civilians. This was a good arrangement for civilians.
GUNPOWDER
Gunpowder signaled the end of feudalism. It did not cause this decline, but it accompanied it. Armies became professional. Mercenaries appeared. Legal access to weapons was no longer based on birth and legal status. With the demise of the feudal order after the 14th century, and the rise of professional armies, which were funded by taxation rather than by a grant of land by the king to specific families, access to military training became available to common men. The more that the armies depended upon conscription, or payment by the central government, the greater the demands for the right to vote by the lower classes.
This demand became open during the Puritan revolution of the 1640s in England. Oliver Cromwell's New Model Army was made up of commoners as well as members of the higher social orders. Puritans believed in the exercise of the franchise in their local congregations. English Puritans were Congregationalists. They did not believe in a hierarchy of bishops, nor did they even believe in the hierarchy of presbyteries. Presbyterianism was a Scottish concept, not an English Puritan concept. So, with the triumph of Cromwell and the New Model Army, the issue of the franchise became an important political issue. Debates were held in 1647 within the New Model Army over what constituted the right to vote. The Levelers, who were not Communists, believed that the franchise should be extended to members of the New Model Army, irrespective of their wealth. This was opposed by the upper classes, including Cromwell, but there was an open debate over the issue. Cromwell's son-in-law, Ireton, argued for wealth, meaning personally owned land or money, as the basis of the right to vote. Rainsboro, a representative of the Levelers, argued that mere residence in the land should qualify a man to vote.
With the coming of the rifle in the 18th century, it became possible for independent farmers -- "peasants" -- to purchase the implements of war. These could be used for hunting. Civilians were still not part of the warrior class, but as the price of weaponry fell, beginning in the early 18th century, a shift of political power also began to take place.
In the second half of the 18th century, the common citizen in the British colonies of North America possessed a rifle. In most cases he was a man of the countryside. He had the ability to use it. For the first time, weapons that were available to common people had equal firepower to weapons available to the central government.
THE AMERICAN REVOLUTION
So, the central government faced a crisis. The colonists in North America were in a position to resist the King's will. After 1763, resistance against the King's representatives increased, and the ability of the King to impose his will on these upstarts became more a matter of finances than technology.
The American Revolution was a revolution of common people who were armed with weapons. The long rifle, fired from a distance, was a formidable weapon. A man who could shoot straight at a distance of several hundred yards could kill an officer on horseback. Officers wore special uniforms. This enabled their troops to identify who was in charge. They rode on horseback, above the troops. There was a universal agreement among the warriors of Western Europe that they would not target the officers. This, of course, was an agreement among officers.
The Americans honored no such agreement. Americans would target the officers from hundreds of yards away. The chain of command of British troops was disrupted by the American rifle. This was considered unsportsmanlike. But the Americans did not honor the same rules and sportsmanship.
This is why the militias were the formidable opponents of the British Army. George Washington only had two major victories, Trenton in 1776 (won by surprise) and Yorktown in 1781 (won by the French Navy). His army was usually unable to make direct confrontations in the field with the British Army. In contrast, militia units, firing from a distance against massed armies, and then running into the woods, could not be dealt with by British Army tacticians. The British armies were always tied to the cities. They could not venture far into the countryside to get food, because too many of them would be gunned down by militia members. They were dependent upon the British Navy to deliver supplies to them.
It was therefore impossible for the British to win that war. For as long as the Americans would stay in decentralized units, firing from a distance into the organized troops of the British, the British could not extend military control, and therefore political control, over the Americans. The Americans kept fighting until British taxpayers grew weary of funding the war, and until the French, during one 30-day period, provided the naval support to block the British Navy from resupplying Cornwallis's Army. George Washington got the credit, as did the centralized army under his command, but it was the militia that had kept the British at bay for the previous five years.
Americans fully understood this when the leaders wrote the Bill of Rights in 1790. This is why the Second Amendment was inserted into the Constitution. The voters understood that it was their ability to fight any organized army, through the organization of the militia, which was basic to their concept of citizenship. It was the citizen warrior, armed with a rifle that was every bit as good as that possessed by members of the Army, who was perceived as possessing final political sovereignty. The whole concept of "we the people," which introduced the Constitution, rested on the well-known ability of the American citizen warrior to grab his rifle and fight.
DEMOCRACY AND WEAPONS
Professor Carroll Quigley of Georgetown University was an expert in the history of armaments in Western Europe. He is famous among conservatives for about 20 pages late in his book, Tragedy and Hope, in which he discussed the influence of the Morgan banking interests. Very few conservatives have ever read all of this book.
In chapter 2, "Western Civilization to 1914," on page 34, Quigley wrote a very important assessment of the relationship between weaponry and political power.
From the end of the Civil War until today, nations have been committed to what is sometimes called second-generation warfare. These are armies, navies, and air forces that can assemble massed firepower, using highly precise and very expensive weapons. These military units no longer can consistently defeat guerrilla movements on the ground. Fourth-generation warfare, meaning guerrilla warfare, is now reestablishing the sovereignty of the common man. Vietnam is the obvious case, but Afghanistan certainly qualifies. In the case of Afghanistan, the common man has always had the advantage. Nobody has been able to conquer Afghanistan for more than a few years. This goes back to Alexander the Great. The topography of the nation, and the commitment of its men to fight to the bitter end, meaning the bitter end of the invaders, has been such that these people have not been defeated.
The one Western European nation that fully understands this is Switzerland. Every Swiss male up the age of 60 is expected to serve in the military. Every Swiss male who serves in the military is expected to master the use of the rifle. It is a matter of honor to be a good rifleman in Switzerland. Bankers in their 50s compete against clerks in their 20s as marksmen. This has been true for five centuries. This is a nation of citizen warriors. It is a nation with a very weak central government, the weakest in the modern industrial world. The presidency is a symbolic office, and it is held on a rotation basis, with only one year as its term. Yet the nation's army can be mobilized in a matter of days. Switzerland has the longest history of political freedom of any continental European nation.
It is true that the Swiss surrender their ammo back to the local armory at the end of each summer's training. It is also true that the political tradition of democracy is so deeply ingrained that it would be impossible for any Swiss government to refuse to return those weapons the following summer. The Swiss are not a disarmed population. They simply let the government store the ammo during the year. The attitude is not that the government lets the citizens have access to weapons. The attitude is that the citizens allow the government to store the ammo. The mentality is completely different from the gun control advocates in the United States.
In every nation except Switzerland, gun control advocates want to centralize the ownership of any weapon that could be used systematically against agents of the government. This is not a random outlook. All the arguments about reduced crime are refuted by the statistics of increased crime whenever the government confiscates the guns of the population. Guns are as easily available to the criminal class as illegal drugs are available to the citizens and all other residents.
Gun control advocates insist that the centralization of gun ownership into the hands of the monopolistic government is a moral obligation. Why is it a moral obligation? It is a moral obligation because these people really do believe that the central government possesses legitimate original political sovereignty, an exclusive sovereignty, over the weapons that could be used against the central government.
It is one of those peculiarities that conservatives who say they believe in the right of gun ownership, and who sometimes even say that this is a means of defense against tyranny, are also in favor of invading foreign nations, when those foreign nations have adopted the concept of universal gun ownership that is comparable to the philosophy of American conservatism. The well-armed "little people" in Middle Eastern countries are able to defeat American invading troops, just as others like them did in Vietnam, precisely because the decentralization that is made possible by a diffusion of gun ownership and explosives is effective in combating the expansion of centralized political and military control. In other words, American troops cannot defeat these tiny countries, precisely because of widespread ownership of effective weapons that can be used against the occupying troops.
MILITIAS: REAL AND PHONY
I want to make it clear that I do not believe that it is possible, under anything like present conditions, for Americans to take up arms against the central government. In a period of financial crisis, in which the central government can no longer deliver the goods economically, and which therefore begins to lose its power to control local communities, there may be confrontations between armed camps. The obvious armed camps that I am thinking of are the gangs. The gangs are well armed, and in comparison with most small-town police departments, far better armed than the law enforcement agencies. The police know this. The gangs are ruthless, and they have something like a military chain of command. In a time of national economic breakdown, there will be some communities in which the gangs possess primary authority. This is true today in much of Latin America.
The best form of defense under such conditions would be for the local sheriff to deputize adult males and females who have proficiency in the use of weapons, and who are armed. This is the concept of the local posse. It is not an independent militia, because there is no such thing as an independent militia. In the early 20th century, under the direction of the New York lawyer Elihu Root, who is sometimes called the first chairman of the American Establishment, the federal government nationalized state militias. That was part of the Progressive movement's attempt to centralize political power in Washington. It was very effective. So, today, the militias are armed agencies of the federal government, even though they are technically under the command of governors. In any case, they are not local.
The citizens of the United States are so far removed from the citizens of the American colonies in 1776 that it would be inconceivable to organize a military resistance to the central government. I do not suggest that this be done. I do suggest that there is a relationship between the ownership of firearms and the assertion of political sovereignty. I do insist that the right to keep and bear arms is a symbolic affirmation of the ultimate political sovereignty of individual citizens over the central government. This was understood in 1790, and it should be understood today. I do not think it is.
I think the advocates of gun control understand very little about this symbolic relationship. They are usually advocates of the right to vote. They officially come down on the side of citizens' rights. But they do not understand the symbolic nature of the right to keep and bear arms as an affirmation of the authority of the citizen, armed with a gun and armed with the right to vote, to veto the decisions of political rulers through politics.
The defenders of Second Amendment liberties understand far better than the gun control movement that there is a connection between the right to keep and bear arms and the fundamental assertion of political sovereignty by the citizenry. They understand that the federal government's violation of Second Amendment liberties is part of a comprehensive program to centralize political power and to overcome the ability of citizens to use the ballot box to resist the extension of this centralized political power.
I do not think that many advocates of the Second Amendment believe that there is going to be a time when American citizens get their guns, leave their homes, and somehow adopt urban guerrilla warfare tactics. But they do understand that the gangs may do this. They do not believe the local authorities will always be in a position to defend them against criminal violence. They understand that the decentralization of weapons ownership is basic to the preservation of peace in society, because guerrilla groups, which the gangs are, are mobile, well-armed, well-organized, and ruthless.
I am arguing that the citizen who owns defensive weapons, and was trained in their use, constitutes the great barrier against centralized power from above and decentralized criminal violence from below. It is the man in the middle, the armed voter, who is the backbone of Western liberty.
Whenever a political movement seeks to disarm the citizen, it is necessarily simultaneously seeking to expand the power of the federal government, and also the power of armed criminals, including gangs. By disarming citizens, the state asserts an ultimate sovereignty over them, and yet it is incapable of carrying out this assertion of sovereignty in local affairs.
The central government can do almost nothing about the gangs. It can do very little against criminal behavior. The decline in crime that we have seen over the last 30 years has been mainly a social phenomenon. The biggest single factor is that men tend to commit fewer crimes as they get older. Also, married men commit fewer crimes and acts of violence. The high point of crime in the West was around 1980. This was also the low point of age. After 1980, the average age of residents of the West began to increase. Crime rates dropped. This was not because the federal government became more adept at fighting crime.
Members of fringe groups call themselves patriots, and sometimes call themselves members of a militia. They adopt a kind of suicidal romanticism regarding their ability to resist the armed forces of the United States. These weekend warriors may go out and stumble around in the woods, armed with semiautomatic rifles, pretending that they would be able to stay in the field for six or seven years, on their own authority, with their own productivity, supported by rural people who see them as liberators. That might have worked in Southern states in 1863, but it does not work today. There are too few people in the rural areas to support roving bands of militia members. These militias would become the equivalent of gangs in short order. Fortunately, they are too incompetent to achieve the status of gangs.
SYMBOLIC OWNERSHIP
For most gun owners, the ownership of firearms is more symbolic than practical. Most people do not spend a week or two in the summer practicing their skills at shooting. This is what all males in Switzerland do every year. The Swiss are serious about their ability to defend their country against invasion. Americans believe that the government, meaning the federal government, is supposed to do this.
When the federal government proves incapable of doing this, especially along the southern border of the United States, some conservatives seek to empower state governments to do it. The federal government resists this, because the federal government recognizes that this is an assertion of state's rights and state sovereignty. The federal government is happy to let immigrants flow into the United States across our southern border, because there is really not much that the government can do about it, other than to authorize state governments to do something about it, or county governments to do something about it, and the federal government is not about to do that.
I am arguing, therefore, that for most gun owners, most of the time, the ownership of firearms is more symbolic than practical. This is also true of gun control advocates. I do not think most gun control advocates believe that there is a vast right-wing conspiracy that is chomping at the bit to take up arms, get organized, leave their middle-class lifestyle behind, and overturn the United States government. If any gun control advocate believes this, he has approximately the same connection with reality as the weekend militia member does, stomping around in the countryside with his buddies.
Symbols are important. A citizen who has the right to keep and bear arms, even though he is not planning to join the state militia, which is in fact an arm of the federal government, understands that he possesses a degree of sovereignty that is not possessed by citizens in nations that prohibit widespread firearm ownership. He understands that he is in a unique situation. He still has the fundamental marks of political sovereignty, namely, firearms. His firearms testify to the fact that the central government does not yet feel sufficiently confident to confiscate his firearms in the name of the central government's exclusive monopoly of violence. His firearms testify to the fact that he is still a citizen, and that he still possesses rights that politicians and bureaucrats cannot legally overturn.
The reason why gun control advocates want this right overturned is because they are in favor of centralized political control. They believe that their class, namely, the intellectual class, is in control of the agencies of civil government. For the most part, this assumption is correct. They assume that their class, and only their class, has the wisdom to allocate weapons. They believe that their class alone possesses the right to determine which citizen has access to weapons, under which circumstances, and for how long.
In effect, the gun-control advocate is rather like a medieval knight in the 15th century. He resents the fact that weapons are becoming cheaper, and that the common man who joins the Army becomes a threat to his social class, and therefore to his social standing. He resents the fact that his weapons no longer give him a monopoly of violence. Weapons have come onto the market, and these weapons can be used effectively by commoners who do not spend decades of training in their use.
The citizen soldiers of the late 18th century faced the problem of the local militias. Professional soldiers found themselves facing common men who could assemble together in the fields, shoot their officers at a distance, shoot the scouts who went out into the field to find them, and then disappear into the woods. Tactics changed, and then strategies changed.
CONCLUSION
I believe we are coming close to the end of the nation-state as we have known it for the past 500 years. I believe that the military historian, Martin van Creveld, is correct. The central governments are running out of solvency, and their ability to provide protection against crime and also provide retirement benefits for the mass of humanity, is in decline.
Over the next half-century, and perhaps even less, politicians are going to realize that they can no longer protect citizens against armed criminals locally, and they cannot afford to support their aging populations. At that point, there will be a transfer of legitimacy back in the direction of local civil government. Local civil governments will rest heavily upon armed citizens who are in a position to be deputized.
So, I expect a greater decentralization. This decentralization will take place most rapidly in societies where citizens have never surrendered their right to keep and bear arms. This is why I think the United States is the most likely nation to be the working model for this process of decentralization. Americans are more heavily armed than any other people in the democratic world. They may not be as heavily armed as rural residents of Afghanistan, but they are surely better armed than any other Western nation except Switzerland.
I doubt that my view of the Second Amendment is widely shared in those circles that are committed to the defense of the Second Amendment. My defense of the second amendment is based on a particular concept of political sovereignty. I believe that individual citizens are sovereign, not because of a grant of authority by the state, but because of a grant of authority by God. The state therefore does not have the right to confiscate the firearms of the people, precisely because the state did not make the original grant of sovereignty to the people.
Firearms are marks of political sovereignty. They should be defended on this basis, not on the basis of some hypothetical revolution, which is not going to take place. I am saying that such a revolution is not necessary, precisely because the people do possess the right to keep and bear arms. They need not take up arms against the government, precisely because they already possess the arms.
Qualche estratto esaustivo, a seguire il testo completo molto interessante anche come analisi storica, è forse la più importante lezione di politica reale che io abbia mai letto o sentito :
Farei notare quale importanza i patrioti americani dettero al'argomento per porlo al secondo posto della costituzione, i motivi furono evitate il ritorno degli inglesi e potrebbe sembrare strano, la possibilità che il governo impazzisse, quì siamo nel pieno dei nostri interessi e del perchè scrivo queste righe ....
(EN) «A well regulated Militia, being necessary to the security of a free State, the right of the people to keep and bear Arms, shall not be infringed».
(IT) «Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una milizia regolamentata, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto».
La violazione del governo federale delle libertà del Secondo Emendamento è parte di un programma globale di centralizzare il potere politico e di superare la capacità dei cittadini di usare le urne per resistere all’estensione di questo potere politico centralizzato.
I simboli sono importanti. Il cittadino che ha il diritto di possedere e portare armi, anche se non ha intenzione di unirsi alla milizia di stato, che è in realtà un braccio del governo federale, capisce che possiede un certo grado di sovranità che non è posseduta dai cittadini di quelle nazioni che vietano la proprietà diffusa delle armi da fuoco. Capisce che si trova in una situazione unica. Ha ancora i segni fondamentali della sovranità politica, vale a dire, le armi da fuoco. Le sue armi testimoniano il fatto che il governo centrale non si sente ancora sufficientemente sicuro nel confiscare le armi da fuoco in nome del monopolio esclusivo della violenza. Le sue armi testimoniano il fatto che è ancora un cittadino, e che possiede ancora i diritti che i politici e i burocrati non possono ribaltare con la legge.
I sostenitori per il controllo delle armi vogliono soverchiare questo diritto perché sono a favore del controllo politico centralizzato. Ritengono che la loro classe, vale a dire, la classe intellettuale, abbia il controllo delle agenzie del governo civile. In linea di principio, questa ipotesi è corretta. Affermano che la loro classe, e solo la loro classe, ha la saggezza di assegnare le armi. Credono che solo la loro classe possieda il diritto di determinare quale cittadino debba avere accesso alle armi, in quali circostanze, e per quanto tempo.
L’unica nazione Occidentale che l’ha compreso è la Svizzera. Ogni maschio Svizzero fino all’età di 60 anni può svolgere il servizio militare. Ogni maschio Svizzero che serve nelle forze armate dovrebbe padroneggiare alla perfezione l’uso del fucile. E’ una questione d’onore essere un buon tiratore in Svizzera. I banchieri cinquantenni competono contro gli impiegati ventenni come tiratori. Questo è accaduto per cinque secoli. Si tratta di un popolo di cittadini-guerrieri. Si tratta di una nazione con un governo centrale molto debole, il più debole nel mondo industriale moderno. La presidenza è una carica simbolica, e si svolge a rotazione, con un solo anno come suo termine. Eppure l’esercito della nazione può essere mobilitato in pochi giorni. La Svizzera ha la storia più lunga di libertà politica rispetto a qualsiasi altra nazione dell’Europa continentale.
Dubito che la mia visione del Secondo Emendamento sia ampiamente condivisa in quei circoli che sono impegnati nella sua difesa. La mia difesa di tale Emendamento si basa su un particolare concetto di sovranità politica. Credo che i singoli cittadini sono sovrani e non per dono di un’autorità statale, ma per dono dell’autorità di Dio. Lo stato non ha il diritto di confiscare le armi del popolo, proprio perché lo stato non ha donato al popolo la concessione originaria della sovranità.
Le armi da fuoco sono i marchi della sovranità politica. Dovrebbero essere difese su questa base, non sulla base di qualche rivoluzione ipotetica, che non avrà luogo. Sto dicendo che una tale rivoluzione non è necessaria, proprio perché le persone possiedono il diritto di possedere e portare armi. Non hanno bisogno di imbracciare le armi contro il governo, proprio perché sono già in possesso delle armi.
In Difesa del Secondo Emendamento
di Gary North
Remnant Review
22 Dicembre, 2012
Voglio andare a fondo nelle questioni fondamentali riguardo il Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti: il diritto di possedere e portare armi.
C’è un grande coinvolgimento emotivo negli Stati Uniti in una di queste due posizioni agli estremi:
- 1. il diritto di ogni cittadino adulto non-criminale degli Stati Uniti di possedere qualsiasi arma,
- 2. il diritto del governo degli Stati Uniti di mettere fuori legge il possesso delle armi da fuoco.
La Carta dei Diritti.
The Bill of Rights
in the National Archives.
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Io sono un irriducibile. Vorrei estendere questo diritto ai condannati che hanno scontato la loro pena e hanno fatto restituzione del maltolto alle loro vittime. Non vorrei lasciare che il governo federale revocasse questo diritto fondamentale alla cittadinanza.
Per capire il Secondo Emendamento, dobbiamo tornare alle origini.
FEUDALESIMO E SOVRANITA’ POLITICA
Nel common law Inglese d’epoca medievale, il che significa nel tardo XIII secolo, il sistema giuridico feudale limitava il possesso di armi da guerra ai membri della classe dei cavalieri, e a quelli delle classi superiori. In altre parole, il possesso di armi aveva a che fare con lo status legale.
L’uomo comune, ovvero il contadino, non poteva essere ammesso nel servizio militare. Il servizio militare era una questione di eredità terriera e di status, e questa eredità prevedeva la formazione militare, che creava una mentalità militare. Così, le armi associate a questa classe, anch’esse legate ad una questione di status sociale, non potevano essere condivise con i contadini. Ciò poneva i contadini in ovvio svantaggio in termini di potenza militare. Cosa che si estendeva anche al potere politico. Avevano poco potere politico. Erano rappresentati principalmente dai sacerdoti.
Uno dei segni distintivi dei cavalieri era il diritto di indossare l’armatura. Era pesante. Quindi, un contadino che aveva un semplice bastone da passeggio era in grado di disarcionare un cavaliere dal suo cavallo. Un cavaliere in armatura brillante che giaceva a terra non sarebbe riuscito a rialzarsi da solo. Era indifeso. Quindi, il fatto che un contadino non avesse il permesso di portare una spada, o arco e frecce, non lo poneva necessariamente in una posizione di completo svantaggio qualora si fosse trovato ad affrontare un cavaliere a cavallo. Tutto dipendeva dalla tattica della sorpresa. Il cavaliere che non si aspetta di essere buttato giù dal suo cavallo potrebbe essere in svantaggio.
All’inizio, i contadini impararono ad usare i bastoni da passeggio come armi. I contadini non potevano essere privati dei loro bastoni da passeggio. Conservarono così un certo grado di potere che non era associato legalmente alla loro classe. Le scene cinematografiche di Robin Hood, un fuorilegge dalla classe dei cavalieri, che combatteva con Little John sul fusto di un albero caduto erano improbabili. Little John avrebbe potuto ucciderlo facilmente. I cavalieri non erano addestrati nell’uso dei bastoni.
Chiunque in possesso di armi costose partiva con un vantaggio competitivo nell’uso del potere. I cavalieri erano attenti a salvaguardare i propri diritti legali. La Magna Carta fu un documento creato dai baroni per difendere i loro diritti contro il re. Tali diritti erano custoditi gelosamente sia contro le intrusioni del potere dal basso, sia da eventuali intrusioni dall’alto. Era un ordine gerarchico sociale e legale.
Non vi è alcun dubbio che, nella maggior parte dei casi, i cavalieri potevano affrontare i contadini sul campo di battaglia. Le rivolte contadine erano frequenti. Ma, nel corso dei secoli, i cavalieri prevalsero contro i tentativi dei contadini di rovesciare lo status giuridico della loro classe.
Uno dei vantaggi di questo sistema era che i civili, ovvero i contadini e le persone che vivevano in città, dovevano essere lasciate in pace dai guerrieri. Non dovevano essere macellati in un confronto militare. I guerrieri dovevano combattere contro altri guerrieri. I guerrieri non dovevano usare l’attrezzatura militare contro i civili. Questo fu un buon accordo per i civili.
POLVERE DA SPARO
La polvere da sparo segnò la fine del feudalesimo. Non causò il suo declino, ma lo accompagnò. Gli eserciti vennero costituiti da professionisti. Apparvero i mercenari. L’accesso legale alle armi non era più basato sulla nascita e sullo status giuridico. Con la scomparsa dell’ordine feudale dopo il XIV secolo e la nascita degli eserciti professionali, che venivano finanziati attraverso la tassazione piuttosto che con una concessione di terreni da parte del re a specifiche famiglie, per gli uomini comuni divenne possibile l’accesso alla formazione militare. Più gli eserciti dipendevano dalla coscrizione, o dai pagamenti da parte del governo centrale, maggiori erano le richieste delle classi inferiori per il diritto di voto.
Questa richiesta divene palese durante la rivoluzione Puritana del 1640 in Inghilterra. Il New Model Army di Oliver Cromwell era composto sia da gente comune che da membri degli ordini sociali più elevati. I Puritani credevano nell’esercizio del diritto di voto nelle loro congregazioni locali. I Puritani Inglesi erano Congregazionalisti. Non credevano in una gerarchia di vescovi, né credevano nella gerarchia dei presbiteri. Il Presbiterianismo era un concetto Scozzese, non era un concetto Puritano Inglese. Così, con il trionfo di Cromwell e del New Model Army, la questione del diritto di voto divenne una questione politica importante. Nel 1647 si tennero dibattiti all’interno del New Model Army su ciò che costituisse il diritto di voto. I Leveller, che non erano Comunisti, credevano che il diritto di voto dovesse essere esteso ai membri del New Model Army, indipendentemente dalla loro ricchezza. A loro si opponevano le classi superiori, tra cui Cromwell, ma sulla questione c’era un dibattito aperto. Il genero di Cromwell, Ireton, sosteneva la ricchezza, ovvero terreni di proprietà personale o denaro, come fondamento per il diritto di voto. Rainsboro, un rappresentante dei Leveller, sosteneva che la sola residenza nel paese avrebbe dovuto qualificare il diritto di voto di un uomo.
Con l’avvento del fucile nel XVIII secolo, per gli agricoltori indipendenti — i “contadini” — divenne possibile acquistare attrezzatura di guerra. Poteva essere utilizzata per la caccia. I civili non facevano ancora parte della classe dei guerrieri, ma col calo del prezzo delle armi, a partire dal XVIII secolo, iniziò anche ad aver luogo uno spostamento del potere politico.
Nella seconda metà del XVIII secolo, il cittadino comune nelle colonie Britanniche del Nord America possedeva un fucile. Nella maggior parte dei casi era un uomo di campagna. Era capace di usarlo. Per la prima volta, le armi che erano a disposizione della gente comune avevano una potenza di fuoco pari alle armi a disposizione del governo centrale.
LA RIVOLUZIONE AMERICANA
Così, il governo centrale era di fronte ad una crisi. I coloni del Nord America potevano resistere alla volontà del Re. Dopo il 1763, si intensificò la resistenza contro i rappresentanti del Re, e la sua capacità di imporre la propria volontà su questi nuovi ricchi divenne sempre più una questione di finanze che di tecnologia.
La Rivoluzione Americana fu una rivoluzione della gente comune che era armata con le armi. Il fucile lungo, che sparava da una certa distanza, era un’arma formidabile. Un uomo che sapeva sparare ad una distanza di diverse centinaia di metri poteva uccidere un ufficiale a cavallo. Gli ufficiali indossavano uniformi particolari. Ciò permetteva alle loro truppe di identificare chi era a capo. Cavalcavano a cavallo, tra le truppe. Esisteva un accordo universale tra i guerrieri dell’Europa Occidentale secondo cui non avrebbero preso di mira gli ufficiali. Questo, naturalmente, era un accordo tra gli ufficiali.
Gli Americani non onorarono tale accordo. Prendevano di mira gli ufficiali da centinaia di metri di distanza. La catena di comando delle truppe Britanniche venne infranta dai fucili Americani. Ciò venne considerato “antisportivo.” Ma gli Americani non onoravano le stesse regole e la sportività.
È per questo che le milizie erano avversari temibili. George Washington ottenne solo due vittorie importanti, una a Trenton nel 1776 (attacco a sorpresa) e un’altra a Yorktown nel 1781 (vittoria della Marina Francese). Il suo esercito di solito non era in grado di sostenere confronti bellici in campo aperto contro l’Esercito Britannico. Al contrario, le unità della milizia, sparando da lontano contro eserciti ammassati e poi scappando nei boschi, non potevano essere sbaragliate dagli strateghi dell’Esercito Britannico. Gli Eserciti Britannici erano sempre di stanza nelle città. Non potevano inoltrarsi troppo nella campagna per procurarsi il cibo, perché altrimenti sarebbero stati uccisi dai membri della milizia. Dipendevano dalla Marina Britannica per i rifornirmenti.
Per gli Inglesi era quindi impossibile vincere la guerra. Fintanto che gli Americani sarebbero rimasti in unità decentrate, sparando da lontano alle truppe organizzate degli Inglesi, questi ultimi non avrebbero potuto esercitare un controllo militare, e quindi un controllo politico, sugli Americani. Essi continuarono a combattere fino a quando i contribuenti Inglesi si stancarono di finanziare la guerra, e fino a quando i Francesi fornirono il supporto navale per impedire alla Marina Britannica di rifornire l’esercito di Cornwallis. George Washington si prese il merito poiché aveva l’esercito centrale sotto il suo comando, ma fu la milizia che tenne a bada gli Inglesi nei cinque anni precedenti.
Gli Americani lo compresero quando i leader scrissero la Carta dei Diritti nel 1790. È per questo che il Secondo Emendamento venne inserito nella Costituzione. Gli elettori capirono che fu la loro capacità di combattere contro un qualsiasi esercito organizzato, attraverso l’organizzazione della milizia, ad essere essenziale per il loro concetto di cittadinanza. Fu il cittadino-guerriero, armato di fucile che era tanto buono quanto quello posseduto dai membri dell’Esercito, che possedeva la sovranità politica. L’intero concetto di “noi il popolo,” che introduceva la Costituzione, si basava sulla ben nota abilità del cittadino-guerriero Americano di prendere il fucile e combattere.
DEMOCRAZIA E ARMI
Il Professor Carroll Quigley della Georgetown University era un esperto in storia degli armamenti in Europa Occidentale. E’ famoso tra i conservatori per le ultime 20 pagine del suo libro Tragedy and Hope, in cui ha discusso l’influenza degli interessi bancari dei Morgan. Pochissimi conservatori hanno letto tutto questo libro.
Nel capitolo 2,”Western Civilization to 1914”, a pagina 34, Quigley ha scritto una valutazione molto importante sul rapporto tra armi e potere politico:
Per capire il Secondo Emendamento, dobbiamo tornare alle origini.
FEUDALESIMO E SOVRANITA’ POLITICA
Nel common law Inglese d’epoca medievale, il che significa nel tardo XIII secolo, il sistema giuridico feudale limitava il possesso di armi da guerra ai membri della classe dei cavalieri, e a quelli delle classi superiori. In altre parole, il possesso di armi aveva a che fare con lo status legale.
L’uomo comune, ovvero il contadino, non poteva essere ammesso nel servizio militare. Il servizio militare era una questione di eredità terriera e di status, e questa eredità prevedeva la formazione militare, che creava una mentalità militare. Così, le armi associate a questa classe, anch’esse legate ad una questione di status sociale, non potevano essere condivise con i contadini. Ciò poneva i contadini in ovvio svantaggio in termini di potenza militare. Cosa che si estendeva anche al potere politico. Avevano poco potere politico. Erano rappresentati principalmente dai sacerdoti.
Uno dei segni distintivi dei cavalieri era il diritto di indossare l’armatura. Era pesante. Quindi, un contadino che aveva un semplice bastone da passeggio era in grado di disarcionare un cavaliere dal suo cavallo. Un cavaliere in armatura brillante che giaceva a terra non sarebbe riuscito a rialzarsi da solo. Era indifeso. Quindi, il fatto che un contadino non avesse il permesso di portare una spada, o arco e frecce, non lo poneva necessariamente in una posizione di completo svantaggio qualora si fosse trovato ad affrontare un cavaliere a cavallo. Tutto dipendeva dalla tattica della sorpresa. Il cavaliere che non si aspetta di essere buttato giù dal suo cavallo potrebbe essere in svantaggio.
Cittadini Armati Polacchi. L'ultima cosa che molti turchi, svedesi e cosacchi hanno sempre visto |
Chiunque in possesso di armi costose partiva con un vantaggio competitivo nell’uso del potere. I cavalieri erano attenti a salvaguardare i propri diritti legali. La Magna Carta fu un documento creato dai baroni per difendere i loro diritti contro il re. Tali diritti erano custoditi gelosamente sia contro le intrusioni del potere dal basso, sia da eventuali intrusioni dall’alto. Era un ordine gerarchico sociale e legale.
Non vi è alcun dubbio che, nella maggior parte dei casi, i cavalieri potevano affrontare i contadini sul campo di battaglia. Le rivolte contadine erano frequenti. Ma, nel corso dei secoli, i cavalieri prevalsero contro i tentativi dei contadini di rovesciare lo status giuridico della loro classe.
Uno dei vantaggi di questo sistema era che i civili, ovvero i contadini e le persone che vivevano in città, dovevano essere lasciate in pace dai guerrieri. Non dovevano essere macellati in un confronto militare. I guerrieri dovevano combattere contro altri guerrieri. I guerrieri non dovevano usare l’attrezzatura militare contro i civili. Questo fu un buon accordo per i civili.
POLVERE DA SPARO
La polvere da sparo segnò la fine del feudalesimo. Non causò il suo declino, ma lo accompagnò. Gli eserciti vennero costituiti da professionisti. Apparvero i mercenari. L’accesso legale alle armi non era più basato sulla nascita e sullo status giuridico. Con la scomparsa dell’ordine feudale dopo il XIV secolo e la nascita degli eserciti professionali, che venivano finanziati attraverso la tassazione piuttosto che con una concessione di terreni da parte del re a specifiche famiglie, per gli uomini comuni divenne possibile l’accesso alla formazione militare. Più gli eserciti dipendevano dalla coscrizione, o dai pagamenti da parte del governo centrale, maggiori erano le richieste delle classi inferiori per il diritto di voto.
Inghilterra Medievale Secondo Emendamento e milizia ben regolamentata. Elmetti e cotte di maglia dimostrano che non si tratta di diritto di caccia. (quindi di limitata alla nobiltà). |
Con l’avvento del fucile nel XVIII secolo, per gli agricoltori indipendenti — i “contadini” — divenne possibile acquistare attrezzatura di guerra. Poteva essere utilizzata per la caccia. I civili non facevano ancora parte della classe dei guerrieri, ma col calo del prezzo delle armi, a partire dal XVIII secolo, iniziò anche ad aver luogo uno spostamento del potere politico.
Nella seconda metà del XVIII secolo, il cittadino comune nelle colonie Britanniche del Nord America possedeva un fucile. Nella maggior parte dei casi era un uomo di campagna. Era capace di usarlo. Per la prima volta, le armi che erano a disposizione della gente comune avevano una potenza di fuoco pari alle armi a disposizione del governo centrale.
LA RIVOLUZIONE AMERICANA
Così, il governo centrale era di fronte ad una crisi. I coloni del Nord America potevano resistere alla volontà del Re. Dopo il 1763, si intensificò la resistenza contro i rappresentanti del Re, e la sua capacità di imporre la propria volontà su questi nuovi ricchi divenne sempre più una questione di finanze che di tecnologia.
La Rivoluzione Americana fu una rivoluzione della gente comune che era armata con le armi. Il fucile lungo, che sparava da una certa distanza, era un’arma formidabile. Un uomo che sapeva sparare ad una distanza di diverse centinaia di metri poteva uccidere un ufficiale a cavallo. Gli ufficiali indossavano uniformi particolari. Ciò permetteva alle loro truppe di identificare chi era a capo. Cavalcavano a cavallo, tra le truppe. Esisteva un accordo universale tra i guerrieri dell’Europa Occidentale secondo cui non avrebbero preso di mira gli ufficiali. Questo, naturalmente, era un accordo tra gli ufficiali.
Gli Americani non onorarono tale accordo. Prendevano di mira gli ufficiali da centinaia di metri di distanza. La catena di comando delle truppe Britanniche venne infranta dai fucili Americani. Ciò venne considerato “antisportivo.” Ma gli Americani non onoravano le stesse regole e la sportività.
È per questo che le milizie erano avversari temibili. George Washington ottenne solo due vittorie importanti, una a Trenton nel 1776 (attacco a sorpresa) e un’altra a Yorktown nel 1781 (vittoria della Marina Francese). Il suo esercito di solito non era in grado di sostenere confronti bellici in campo aperto contro l’Esercito Britannico. Al contrario, le unità della milizia, sparando da lontano contro eserciti ammassati e poi scappando nei boschi, non potevano essere sbaragliate dagli strateghi dell’Esercito Britannico. Gli Eserciti Britannici erano sempre di stanza nelle città. Non potevano inoltrarsi troppo nella campagna per procurarsi il cibo, perché altrimenti sarebbero stati uccisi dai membri della milizia. Dipendevano dalla Marina Britannica per i rifornirmenti.
Per gli Inglesi era quindi impossibile vincere la guerra. Fintanto che gli Americani sarebbero rimasti in unità decentrate, sparando da lontano alle truppe organizzate degli Inglesi, questi ultimi non avrebbero potuto esercitare un controllo militare, e quindi un controllo politico, sugli Americani. Essi continuarono a combattere fino a quando i contribuenti Inglesi si stancarono di finanziare la guerra, e fino a quando i Francesi fornirono il supporto navale per impedire alla Marina Britannica di rifornire l’esercito di Cornwallis. George Washington si prese il merito poiché aveva l’esercito centrale sotto il suo comando, ma fu la milizia che tenne a bada gli Inglesi nei cinque anni precedenti.
Gli Americani lo compresero quando i leader scrissero la Carta dei Diritti nel 1790. È per questo che il Secondo Emendamento venne inserito nella Costituzione. Gli elettori capirono che fu la loro capacità di combattere contro un qualsiasi esercito organizzato, attraverso l’organizzazione della milizia, ad essere essenziale per il loro concetto di cittadinanza. Fu il cittadino-guerriero, armato di fucile che era tanto buono quanto quello posseduto dai membri dell’Esercito, che possedeva la sovranità politica. L’intero concetto di “noi il popolo,” che introduceva la Costituzione, si basava sulla ben nota abilità del cittadino-guerriero Americano di prendere il fucile e combattere.
DEMOCRAZIA E ARMI
Il Professor Carroll Quigley della Georgetown University era un esperto in storia degli armamenti in Europa Occidentale. E’ famoso tra i conservatori per le ultime 20 pagine del suo libro Tragedy and Hope, in cui ha discusso l’influenza degli interessi bancari dei Morgan. Pochissimi conservatori hanno letto tutto questo libro.
Nel capitolo 2,”Western Civilization to 1914”, a pagina 34, Quigley ha scritto una valutazione molto importante sul rapporto tra armi e potere politico:
"In un periodo in cui esistono armi specializzate, la minoranza che di solito ha tali armi può costringere la maggioranza che non le ha ad obbedire; quindi in un periodo di armi specializzate tende ad aver luogo un periodo di governo della minoranza di tipo autoritario. Ma un periodo di armi non professionali è un periodo in cui tutti gli uomini sono più o meno uguali per quanto riguarda la potenza militare, la maggioranza può costringere una minoranza a cedere, e governa la maggioritaria o c’è un governo democratico. . . . Ma dopo il 1800, le armi sono diventate meno costose e più facili da usare. Nel 1840, un revolver veniva venduto a $27 e un moschetto Springfield a poco di più, ed erano armi tanto buone quanto quelle che chiunque poteva acquistare in quel periodo. A partire dal 1800 in Europa e prima ancora in America, gli eserciti costituiti da masse di cittadini, muniti di tali armi a buon mercato e facilmente utilizzabili, cominciarono a sostituire gli eserciti costituiti da soldati professionisti. Allo stesso tempo, il governo democratico cominciò a sostituire i governi autoritari (soprattutto in quelle aree dove erano disponibili nuove armi a buon mercato e lo standard di vita locale era abbastanza alto da permettere alle persone di comprarle)"La Guerra Civile Americana si trasformò in tattica militare. La nascita delle ferrovie e della telegrafia rese possibile il coordinamento del movimento degli eserciti. L’unico modo in cui i Sudisti avrebbero potuto vincere la guerra, oltre a sbaragliare i Nordisti sul campo di battaglia, indebolendo in tal modo la volontà degli elettori del Nord a continuare la guerra, era quello di ricorrere alla guerriglia. Ma i generali erano per lo più i prodotti di West Point, o vennero promossi sul campo di battaglia da laureati di West Point, e il loro concetto era lo stesso di George Washington, e cioè che gli eserciti centralizzati e finanziati dal governo nazionale erano alla base del successo militare. Non erano a favore della guerriglia. (Ciò non era vero per Nathan Bedford Forest, un uomo d’affari diventato ufficiale di cavalleria. Era un guerrigliero, ed era molto efficace.)
Dalla fine della Guerra Civile fino ad oggi, le nazioni si sono impegnate in ciò che è talvolta chiamata guerra di seconda generazione. Ci sono eserciti, flotte e forze aeree in grado di assemblare una potenza di fuoco di massa, con armi ad alta precisione e molto costose. Queste unità militari non possono sconfiggere i movimenti della guerriglia sul terreno. La guerra di quarta generazione, vale a dire la guerriglia, sta ora ristabilendo la sovranità dell’uomo comune. Il Vietnam è un caso evidente, ma certamente anche l’Afghanistan. Nel caso dell’Afghanistan, l’uomo comune ha sempre avuto il vantaggio. Nessuno è stato in grado di conquistare l’Afghanistan per più di qualche anno. Ciò risale ad Alessandro Magno. La topografia della nazione e l’impegno dei suoi uomini a combattere fino alla fine, cioè la fine amara degli invasori, sono stati tali da rendere queste persone imbattibili.
L’unica nazione Occidentale che l’ha compreso è la Svizzera. Ogni maschio Svizzero fino all’età di 60 anni può svolgere il servizio militare. Ogni maschio Svizzero che serve nelle forze armate dovrebbe padroneggiare alla perfezione l’uso del fucile. E’ una questione d’onore essere un buon tiratore in Svizzera. I banchieri cinquantenni competono contro gli impiegati ventenni come tiratori. Questo è accaduto per cinque secoli. Si tratta di un popolo di cittadini-guerrieri. Si tratta di una nazione con un governo centrale molto debole, il più debole nel mondo industriale moderno. La presidenza è una carica simbolica, e si svolge a rotazione, con un solo anno come suo termine. Eppure l’esercito della nazione può essere mobilitato in pochi giorni. La Svizzera ha la storia più lunga di libertà politica rispetto a qualsiasi altra nazione dell’Europa continentale.
E’ vero che gli Svizzeri cedono le loro munizioni all’armeria locale al termine dell’addestramento di ogni estate. E’ anche vero che la tradizione politica della democrazia è così profondamente radicata che sarebbe impossibile per qualsiasi governo Svizzero rifiutare di restituire tali armi l’estate successiva. Gli Svizzeri non sono una popolazione disarmata. Lasciano semplicemente che il governo conservi le munizioni durante l’anno. Non si tratta di un governo che permette ai cittadini di avere accesso alle armi. Sono i cittadini che permettono al governo di conservare le munizioni. La mentalità è completamente diversa da coloro che sostengono il controllo delle armi negli Stati Uniti.
In ogni nazione ad eccezione della Svizzera, i sostenitori di un controllo delle armi desiderano centralizzare il possesso di qualsiasi arma che potrebbe essere utilizzata contro gli agenti del governo. Non si tratta di una prospettiva casuale. Tutte le tesi su una riduzione della criminalità sono confutate dalle statistiche di una maggiore criminalità ogni volta che il governo confisca le armi della popolazione. Le armi sono tanto disponibili per la classe criminale quanto le droghe illegali lo sono per i cittadini e per tutti gli altri residenti.
I sostenitori per il controllo delle armi insistono sul fatto che la centralizzazione del possesso delle armi nelle mani del governo monopolistico è un obbligo morale. Perché è un obbligo morale? Perché queste persone credono davvero che il governo centrale possieda la legittima sovranità politica, una sovranità esclusiva, sulle armi che potrebbero essere usate contro esso stesso.
Una delle peculiarità di alcuni conservatori che dicono di credere nel diritto del possesso di armi (e che a volte dicono anche che si tratta di un mezzo di difesa contro la tirannia) è quella di essere a favore dell’invasione di nazioni straniere, quando quelle stesse nazioni straniere hanno adottato il concetto del possesso universale di armi che è paragonabile alla filosofia del conservatorismo Americano. I “piccoli popoli” ben armati nei paesi del Medio Oriente sono in grado di sconfiggere le truppe d’invasione Americane, così come altri simili a loro fecero in Vietnam, proprio perché il decentramento reso possibile da una diffusione del possesso di armi ed esplosivi è efficace nella lotta contro l’espansione del controllo centralizzato politico e militare. In altre parole, le truppe Americane non possono sconfiggere questi paesi piccoli proprio perché la proprietà diffusa di armi può essere utilizzata contro le truppe di occupazione.
MILIZIE: REALI E FALSE
Voglio chiarire che non credo che sia possibile, nelle attuali condizioni, che gli Americani possano prendere le armi contro il governo centrale. In un periodo di crisi finanziaria, in cui il governo centrale non può più consegnare (economicamente) i beni e che pertanto inizia a perdere il suo potere di controllare le comunità locali, ci potrebbero essere scontri tra campi armati. I campi armati evidenti a cui sto pensando sono le gang. E al confronto della maggior parte dei dipartimenti di polizia delle piccole città, sono molto meglio armate delle forze dell’ordine. La polizia lo sa. Le gang sono spietate, e hanno qualcosa che ricorda una catena di comando militare. In un momento di crollo economico nazionale, ci saranno alcune comunità in cui le gang possiedono un’autorità principale. Ciò è vero oggi in gran parte dell’America Latina.
La migliore forma di difesa in tali condizioni sarebbe che lo sceriffo locale arruolasse i cittadini che sanno usare le armi e che sono armati. Questo è il concetto di posse locale. Non è una milizia indipendente, perché non esiste una cosa come una milizia indipendente. All’inizio del XX secolo, sotto la direzione dell’avvocato Elihu Root di New York, che è a volte definito come il primo presidente dell’Establishment Americano, il governo federale nazionalizzò le milizie statali. Era un tentativo del movimento Progressista di centralizzare il potere politico a Washington. Fu molto efficace. Così, oggi, le milizie armate sono le agenzie del governo federale, anche se sono tecnicamente sotto il comando dei governatori. In ogni caso, non sono locali.
I cittadini degli Stati Uniti sono in questo modo lontani anni luce dai cittadini delle colonie Americane del 1776, cioè sarebbe inconcepibile organizzare una resistenza militare contro il governo centrale. Non sto incitando una cosa del genere. Suggerisco solo che vi è una relazione tra il possesso di armi da fuoco e l’affermazione della sovranità politica. Insisto sul fatto che il diritto di possedere e portare armi sia un’affermazione simbolica della sovranità politica ultima dei singoli cittadini sul governo centrale. Ciò era compreso nel 1790, e dovrebbe essere compreso oggi. Non credo che lo sia.
Penso che i sostenitori per il controllo delle armi non comprendano questa relazione simbolica. Di solito sono sostenitori del diritto di voto. Sono ufficialmente dalla parte dei diritti dei cittadini. Ma non capiscono la natura simbolica del diritto di possedere e portare armi come affermazione dell’autorità del cittadino, armato con una pistola e con il diritto di voto, di porre il veto sulle decisioni dei governanti.
I difensori delle libertà del Secondo Emendamento lo capiscono molto meglio del movimento per il controllo delle armi, comprendono che c’è una connessione tra il diritto di possedere e portare armi e l’affermazione fondamentale della sovranità politica da parte dei cittadini. Capiscono che la violazione del governo federale delle libertà del Secondo Emendamento è parte di un programma globale di centralizzare il potere politico e di superare la capacità dei cittadini di usare le urne per resistere all’estensione di questo potere politico centralizzato.
Non penso che molti sostenitori del Secondo Emendamento credano che ci sarà un momento in cui i cittadini Americani prenderanno le loro armi, lasceranno le loro case, e in qualche modo adotteranno tattiche di guerriglia urbana. Ma capiscono che le gang potrebbero farlo. Non credono che le autorità locali saranno sempre in grado di difenderli contro la violenza criminale. Capiscono che il decentramento della proprietà delle armi è fondamentale per il mantenimento della pace nella società, perché i gruppi di guerriglieri (come lo sono le gang) sono mobili, ben armati, ben organizzati e spietati.
Sostengo che il cittadino che possiede armi di difesa, ed è stato addestrato al loro uso, costituisce la grande barriera contro il potere centralizzato dall’alto e la violenza criminale decentrata dal basso. E’ l’uomo al centro, l’elettore armato, che è la spina dorsale della libertà Occidentale.
Ogni volta che un movimento politico cerca di disarmare il cittadino, allo stesso tempo sta cercando di espandere il potere del governo federale e anche il potere dei criminali armati, tra cui le gang. Disarmando i cittadini, lo stato afferma una sovranità ultima su di loro, e tuttavia non è in grado di svolgere questa affermazione di sovranità negli affari locali.
Il governo centrale non può fare quasi nulla per le gang. Può fare ben poco contro il comportamento criminale. Il declino nella criminalità che abbiamo visto negli ultimi 30 anni è stato soprattutto un fenomeno sociale. Il più grande fattore è che gli uomini tendono a commettere meno reati man mano che invecchiano. Inoltre, gli uomini sposati commettono meno crimini e meno atti di violenza. Il punto più alto del crimine in Occidente è stato circa nel 1980. E’ coinciso anche con il punto più basso dell’età. Dopo il 1980, l’età media dei residenti Occidentali ha cominciato ad aumentare. Il tasso di criminalità è sceso. E non perché il governo federale è diventato più abile a combattere il crimine.
I membri di gruppi marginali si definiscono patrioti, e talvolta si definiscono membri di una milizia. Adottano una sorta di romanticismo suicida per quanto riguarda la loro capacità di resistere alle forze armate degli Stati Uniti. Questi guerrieri del fine settimana se ne vanno in giro per i boschi, armati di fucili semiautomatici, illudendosi di essere in grado di stare sul campo per sei o sette anni (con la loro produttività e autorità) e di ricevere sostegno dalle popolazioni rurali che li vedrebbero come liberatori. Potrebbe aver funzionato negli Stati del Sud nel 1863, ma non oggi. Ci sono troppo poche persone nelle zone rurali affinché possano sostenere bande di miliziani vagabondi. Queste milizie diventerebbero l’equivalente delle gang in breve tempo. Fortunatamente, sono troppo incompetenti per raggiungere lo status di gang.
PROPRIETÀ SIMBOLICA
Per la maggior parte dei proprietari di armi, tale possesso è più simbolico che pratico. La maggior parte delle persone non passa una settimana o due in estate ad esercitare le proprie abilità nel tiro a segno. Questo è quello che fanno tutti i maschi in Svizzera ogni anno. Gli Svizzeri prendono sul serio la loro capacità di difendere il loro paese contro una qualsiasi invasione. Gli Americani credono che il governo, vale a dire il governo federale, dovrebbe adempiere a tale compito.
Quando il governo federale fallisce nel raggiungere tale obiettivo, soprattutto lungo il confine meridionale degli Stati Uniti, alcuni conservatori cercano di responsabilizzare i governi statali affinché si sostituiscano al governo federale. Il governo federale si oppone, in quanto riconosce che si tratta di un’affermazione dei diritti dello stato in questione e della sua sovranità. Il governo federale è felice di lasciare che gli immigrati si intrufolino negli Stati Uniti lungo la nostra frontiera meridionale, perché in realtà non c’è molto che il governo possa fare a questo proposito, oltre ad autorizzare i governi statali a fare qualcosa, o i governi della contea a fare qualcosa, e il governo federale non farà nulla.
Sto sostenendo, quindi, che per la maggior parte dei proprietari di armi tale possesso è più simbolico che pratico. Questo è vero anche per i sostenitori del controllo delle armi. Non penso che la maggior parte di loro creda che ci sia una vasta cospirazione della destra affinché il popolo prenda le armi, si organizzi, lasci il proprio stile di vita alle spalle, e rovesci il governo degli Stati Uniti. Se un sostenitore per il controllo delle armi ci crede, ha approssimativamente la stessa connessione con la realtà del membro della milizia del fine settimana che se ne va in giro per la campagna con i suoi amici.
I simboli sono importanti. Il cittadino che ha il diritto di possedere e portare armi, anche se non ha intenzione di unirsi alla milizia di stato, che è in realtà un braccio del governo federale, capisce che possiede un certo grado di sovranità che non è posseduta dai cittadini di quelle nazioni che vietano la proprietà diffusa delle armi da fuoco. Capisce che si trova in una situazione unica. Ha ancora i segni fondamentali della sovranità politica, vale a dire, le armi da fuoco. Le sue armi testimoniano il fatto che il governo centrale non si sente ancora sufficientemente sicuro nel confiscare le armi da fuoco in nome del monopolio esclusivo della violenza. Le sue armi testimoniano il fatto che è ancora un cittadino, e che possiede ancora i diritti che i politici e i burocrati non possono ribaltare con la legge.
I sostenitori per il controllo delle armi vogliono soverchiare questo diritto perché sono a favore del controllo politico centralizzato. Ritengono che la loro classe, vale a dire, la classe intellettuale, abbia il controllo delle agenzie del governo civile. In linea di principio, questa ipotesi è corretta. Affermano che la loro classe, e solo la loro classe, ha la saggezza di assegnare le armi. Credono che solo la loro classe possieda il diritto di determinare quale cittadino debba avere accesso alle armi, in quali circostanze, e per quanto tempo.
In effetti, il sostenitore per il controllo delle armi è un po’ come un cavaliere medievale del XV secolo. Si risente del fatto che le armi sono sempre più economiche, e che l’uomo comune che si unisce all’Esercito diventa una minaccia per la sua classe sociale, e quindi per la sua posizione sociale. Si risente del fatto che le sue armi non gli danno più un monopolio della violenza. Le armi sono giunte sul mercato, e possono essere utilizzate efficacemente da gente comune che non spende decenni di formazione per imparare ad usarle.
I cittadini-soldati del tardo XVIII secolo affrontarono il problema delle milizie locali. I militari di carriera si trovarono ad affrontare uomini comuni che avrebbero potuto schierarsi nei boschi, sparare ai loro ufficiali a distanza, sparare agli esploratori che si avventuravano nei boschi per trovarli, e poi sparire senza lasciar traccia. Le tattiche sono cambiate, e quindi anche le strategie.
CONCLUSIONE
Credo che ci stiamo avvicinando alla fine della stato-nazione come l’abbiamo conosciuto negli ultimi 500 anni. Credo che lo storico militare, Martin van Creveld, abbia ragione. I governi centrali sono a corto di solvibilità, e la loro capacità di fornire protezione contro la criminalità e prestazioni pensionistiche per l’umanità è in declino.
Nel corso del prossimo mezzo secolo, e forse anche meno, i politici si renderanno conto che non possono più proteggere i cittadini contro i criminali armati a livello locale, e non possono permettersi di sostenere l’invecchiamento della popolazione. A quel punto, ci sarà un trasferimento di legittimità in direzione di un governo locale. Tali governi si baseranno in larga misura su cittadini armati da essere deputati.
Quindi, mi aspetto un maggiore decentramento. Questo decentramento avrà luogo più rapidamente nelle società in cui i cittadini non hanno mai ceduto il diritto di possedere e portare armi. Per questo motivo credo che gli Stati Uniti sono la nazione che probabilmente diventerà il modello funzionante di questo processo di decentramento. Gli Americani sono pesantemente armati rispetto a qualsiasi altro popolo del mondo democratico. Forse non così armati come gli abitanti delle zone rurali dell’Afghanistan, ma sono sicuramente meglio armati di qualsiasi altra nazione Occidentale ad eccezione della Svizzera.
Dubito che la mia visione del Secondo Emendamento sia ampiamente condivisa in quei circoli che sono impegnati nella sua difesa. La mia difesa di tale Emendamento si basa su un particolare concetto di sovranità politica. Credo che i singoli cittadini sono sovrani e non per dono di un’autorità statale, ma per dono dell’autorità di Dio. Lo stato non ha il diritto di confiscare le armi del popolo, proprio perché lo stato non ha donato al popolo la concessione originaria della sovranità.
Le armi da fuoco sono i marchi della sovranità politica. Dovrebbero essere difese su questa base, non sulla base di qualche rivoluzione ipotetica, che non avrà luogo. Sto dicendo che una tale rivoluzione non è necessaria, proprio perché le persone possiedono il diritto di possedere e portare armi. Non hanno bisogno di imbracciare le armi contro il governo, proprio perché sono già in possesso delle armi.
traduzione di Francesco Simoncelli
Update
1 settembre 2015UN POPOLO ARMATO E' UN POPOLO LIBERO
Ci sono molti studi approfonditi in varie parti del mondo che comprovano il fatto che dove ci sono più armi legali ci sono contestualmente meno reati.
Altri studi collegano direttamente le stragi all'uso di psicofarmaci perchè riassumendo disumanizzano l'individuo sono poi devastanti e pressoché inutili ma fruttano alle multinazionali farmaceutiche miliardi di dollari, approfondiremo a parte.
Ricordo il film di Michael Moore “Booling a Columbine” dove si diceva mi pare circa 200.000 morti anno negli USA derivati dall'uso delle armi da fuoco ma strettamente collegati al fatto di vivere in una società, film, telegiornali, videogames, ecc. estremamente violenta ma ad un centimetro in Canada dove tutti sono armati per motivi di caccia questo non succedeva.
Quando stamattina ho sentito di nuovo che Obama vuole limitare il numero delle armi mi sono chiesto se le vittime statunitensi erano in qualche modo un prezzo giustificabile da pagare per tentare la salvezza dell'umanità aggredita dalle oligarchie sioniste neoconservatrici ed imperialiste ? Perchè se si fottono il popolo americano siamo fottuti tutti più prima che poi anche se ho i miei dubbi che questa umanità di pecoroni abbia qualche speranza.
Si è un prezzo giustificabile anche perchè uno muore quando è la sua ora.
Avevo pubblicato degli articoli americani dove ci si aspettavano dei tumulti negli USA per il 2016, sappiamo anche che i Black Block sono pilotati da Soros tramite Indymedia in automatico i tumulti popolari sappiamo da chi sono pilotati ed a chi fanno comodo. Solito teorema di Hengeliana memoria : Creare il PROBLEMA, stimolare una REAZIONE, offrire la SOLUZIONE.
Si rispondeva con una analisi strategica: negli USA ci sono 100 milioni di porto d'armi e 200 milioni di armi da fuoco in mano alla popolazione, esercito e forze di polizia ammontavano a circa 4 milioni e se non erano state capaci di controllare la strada che da Bagdad portava all'aereoporto come potevano pensare di controllare una nazione come gli Stati Uniti in caso di guerra civile? Non per questo si voleva iniziarla, le armi sono un deterrente come lo sono gli armamenti militari e gli arsenali atomici delle nazioni nei confronti delle altre, si pensi all'uso delle atomiche sul Giappone per intimidire l'URSS …
In Inghilterra lo stato ha ricomprato dalla popolazione le armi corte in Italia limitano la vendita delle munizioni per ogni singolo porto d'armi senza per altro il decreto attuativo della legge ...
UN POPOLO ARMATO E' UN POPOLO LIBERO
Gary North
December 22, 2012
Remnant Review
I want to go over in considerable detail the fundamental issues of the Second Amendment to the United States Constitution: the right to keep and bear arms.
There is a great deal of emotional commitment in the United States to one of two extreme positions: (1) the right of every non-felon adult citizen of the United States to own any weapon he chooses, and (2) the right of the government of the United States to outlaw the ownership of firearms.
I am hard core. I would extend this right to convicted felons who have served their time or have made restitution to their victims. I would not let the federal government revoke this fundamental right of citizenship.
To understand the Second Amendment, we need to go back to something like the beginning.
FEUDALISM AND POLITICAL SOVEREIGNTY
In English common law in medieval times, meaning as late as the 13th century, the feudal legal system limited ownership of military weapons to members of the knightly class, and those classes over the knights. In other words, the ownership of weapons had to do with legal status.
The common man, meaning a peasant, could not be called into military service. Military service was a matter of inheritance of land and status, and this inheritance mandated military training, which created a military mindset. Thus, the weapons associated with this class, which was also a matter of social status, were not to be shared with the peasantry. This placed the peasantry at an obvious disadvantage in terms of military power. It also extended to political power. They had little political power. They were represented mainly by priests.
One of the marks of the knightly class was the right to wear armor. Armor was heavy. So, a peasant who had a simple walking staff was in a position to knock a knight off his horse. A knight in shining armor who was lying on the ground could not get up by himself. He was defenseless. So, the fact that a peasant was not allowed to carry a sword, or a bow and arrow, did not necessarily place him at a complete disadvantage, one-on-one, when dealing with a knight on horseback. It all depended on the tactics of surprise. The knight who was not expecting to be knocked off his horse might be at a disadvantage.
Peasants early on learned how to use walking sticks as weapons. Peasants could not be deprived of their walking sticks. So, they retained a degree of power which was not legally associated with their class. The movie scene of Robin Hood, an outlaw from the knightly class, battling Little John on a log over a stream was unlikely. Little John would easily have killed him. Knights were not trained in the use of staffs.
Anyone who possessed expensive weapons began with a competitive advantage in the use of power. The knightly class was careful to guard its legal rights. Magna Carta was a document created by the barons to defend their rights against the king. These rights were jealously guarded both against intrusions of power from below, as well as any intrusions from above. It was part of a hierarchical social and legal social order.
There is no question that, under most circumstances, the knightly class could deal with the peasants in the field of military battle. There were peasant rebellions from time to time. But, over the centuries, the knightly class did prevail against attempts by the peasants to overturn the legal status of the knightly class.
One of the advantages of this system was that civilians, meaning peasants and the people who lived in towns, were to be left alone by the warriors. They were not to be slaughtered in a military confrontation. Warriors were to do battle with other warriors. Warriors were not to use the specialized implements of warfare against civilians. This was a good arrangement for civilians.
GUNPOWDER
Gunpowder signaled the end of feudalism. It did not cause this decline, but it accompanied it. Armies became professional. Mercenaries appeared. Legal access to weapons was no longer based on birth and legal status. With the demise of the feudal order after the 14th century, and the rise of professional armies, which were funded by taxation rather than by a grant of land by the king to specific families, access to military training became available to common men. The more that the armies depended upon conscription, or payment by the central government, the greater the demands for the right to vote by the lower classes.
This demand became open during the Puritan revolution of the 1640s in England. Oliver Cromwell's New Model Army was made up of commoners as well as members of the higher social orders. Puritans believed in the exercise of the franchise in their local congregations. English Puritans were Congregationalists. They did not believe in a hierarchy of bishops, nor did they even believe in the hierarchy of presbyteries. Presbyterianism was a Scottish concept, not an English Puritan concept. So, with the triumph of Cromwell and the New Model Army, the issue of the franchise became an important political issue. Debates were held in 1647 within the New Model Army over what constituted the right to vote. The Levelers, who were not Communists, believed that the franchise should be extended to members of the New Model Army, irrespective of their wealth. This was opposed by the upper classes, including Cromwell, but there was an open debate over the issue. Cromwell's son-in-law, Ireton, argued for wealth, meaning personally owned land or money, as the basis of the right to vote. Rainsboro, a representative of the Levelers, argued that mere residence in the land should qualify a man to vote.
With the coming of the rifle in the 18th century, it became possible for independent farmers -- "peasants" -- to purchase the implements of war. These could be used for hunting. Civilians were still not part of the warrior class, but as the price of weaponry fell, beginning in the early 18th century, a shift of political power also began to take place.
In the second half of the 18th century, the common citizen in the British colonies of North America possessed a rifle. In most cases he was a man of the countryside. He had the ability to use it. For the first time, weapons that were available to common people had equal firepower to weapons available to the central government.
THE AMERICAN REVOLUTION
So, the central government faced a crisis. The colonists in North America were in a position to resist the King's will. After 1763, resistance against the King's representatives increased, and the ability of the King to impose his will on these upstarts became more a matter of finances than technology.
The American Revolution was a revolution of common people who were armed with weapons. The long rifle, fired from a distance, was a formidable weapon. A man who could shoot straight at a distance of several hundred yards could kill an officer on horseback. Officers wore special uniforms. This enabled their troops to identify who was in charge. They rode on horseback, above the troops. There was a universal agreement among the warriors of Western Europe that they would not target the officers. This, of course, was an agreement among officers.
The Americans honored no such agreement. Americans would target the officers from hundreds of yards away. The chain of command of British troops was disrupted by the American rifle. This was considered unsportsmanlike. But the Americans did not honor the same rules and sportsmanship.
This is why the militias were the formidable opponents of the British Army. George Washington only had two major victories, Trenton in 1776 (won by surprise) and Yorktown in 1781 (won by the French Navy). His army was usually unable to make direct confrontations in the field with the British Army. In contrast, militia units, firing from a distance against massed armies, and then running into the woods, could not be dealt with by British Army tacticians. The British armies were always tied to the cities. They could not venture far into the countryside to get food, because too many of them would be gunned down by militia members. They were dependent upon the British Navy to deliver supplies to them.
It was therefore impossible for the British to win that war. For as long as the Americans would stay in decentralized units, firing from a distance into the organized troops of the British, the British could not extend military control, and therefore political control, over the Americans. The Americans kept fighting until British taxpayers grew weary of funding the war, and until the French, during one 30-day period, provided the naval support to block the British Navy from resupplying Cornwallis's Army. George Washington got the credit, as did the centralized army under his command, but it was the militia that had kept the British at bay for the previous five years.
Americans fully understood this when the leaders wrote the Bill of Rights in 1790. This is why the Second Amendment was inserted into the Constitution. The voters understood that it was their ability to fight any organized army, through the organization of the militia, which was basic to their concept of citizenship. It was the citizen warrior, armed with a rifle that was every bit as good as that possessed by members of the Army, who was perceived as possessing final political sovereignty. The whole concept of "we the people," which introduced the Constitution, rested on the well-known ability of the American citizen warrior to grab his rifle and fight.
DEMOCRACY AND WEAPONS
Professor Carroll Quigley of Georgetown University was an expert in the history of armaments in Western Europe. He is famous among conservatives for about 20 pages late in his book, Tragedy and Hope, in which he discussed the influence of the Morgan banking interests. Very few conservatives have ever read all of this book.
In chapter 2, "Western Civilization to 1914," on page 34, Quigley wrote a very important assessment of the relationship between weaponry and political power.
In a period of specialist weapons the minority who have such weapons can usually force the majority who lack them to obey; thus a period of specialist weapons tends to give rise to a period of minority rule and authoritarian government. But a period of amateur weapons is a period in which all men are roughly equal in military power, the majority can compel a minority to yield, and majority rule or even democratic government tends to rise. . . . But after 1800, guns became cheaper to obtain and easier to use. By 1840, a revolver sold for $27 and a Springfield musket for not much more, and these were about as good weapons as anyone could get at that time. Thus, mass armies of citizens, equipped with these cheap and easily used weapons, began to replace armies of professional soldiers, beginning about 1800 in Europe and even earlier in America. At the same time, democratic government began to replace authoritarian governments (but chiefly in those areas where the cheap new weapons were available and local standards of living were high enough to allow people to obtain).The American Civil War transformed military tactics. The rise of the railroads and telegraphy made possible the coordination of the movement of mass armies. The only way that the American South could have won that war, other than simply by outlasting the Northerners on the battlefield, thereby weakening the will to continue the war among Northern voters, was to resort to guerrilla warfare. But the generals were mostly the products of West Point, or were promoted on the battlefield by graduates of West Point, and their concept was the same as George Washington's, namely, that centralized armies financed by the national government were the basis of military success. They were not in favor of guerrilla warfare. (This was not true of Nathan Bedford Forest, a businessman turned self-funded cavalry officer. He was a guerrilla, and he was highly effective.)
From the end of the Civil War until today, nations have been committed to what is sometimes called second-generation warfare. These are armies, navies, and air forces that can assemble massed firepower, using highly precise and very expensive weapons. These military units no longer can consistently defeat guerrilla movements on the ground. Fourth-generation warfare, meaning guerrilla warfare, is now reestablishing the sovereignty of the common man. Vietnam is the obvious case, but Afghanistan certainly qualifies. In the case of Afghanistan, the common man has always had the advantage. Nobody has been able to conquer Afghanistan for more than a few years. This goes back to Alexander the Great. The topography of the nation, and the commitment of its men to fight to the bitter end, meaning the bitter end of the invaders, has been such that these people have not been defeated.
The one Western European nation that fully understands this is Switzerland. Every Swiss male up the age of 60 is expected to serve in the military. Every Swiss male who serves in the military is expected to master the use of the rifle. It is a matter of honor to be a good rifleman in Switzerland. Bankers in their 50s compete against clerks in their 20s as marksmen. This has been true for five centuries. This is a nation of citizen warriors. It is a nation with a very weak central government, the weakest in the modern industrial world. The presidency is a symbolic office, and it is held on a rotation basis, with only one year as its term. Yet the nation's army can be mobilized in a matter of days. Switzerland has the longest history of political freedom of any continental European nation.
It is true that the Swiss surrender their ammo back to the local armory at the end of each summer's training. It is also true that the political tradition of democracy is so deeply ingrained that it would be impossible for any Swiss government to refuse to return those weapons the following summer. The Swiss are not a disarmed population. They simply let the government store the ammo during the year. The attitude is not that the government lets the citizens have access to weapons. The attitude is that the citizens allow the government to store the ammo. The mentality is completely different from the gun control advocates in the United States.
In every nation except Switzerland, gun control advocates want to centralize the ownership of any weapon that could be used systematically against agents of the government. This is not a random outlook. All the arguments about reduced crime are refuted by the statistics of increased crime whenever the government confiscates the guns of the population. Guns are as easily available to the criminal class as illegal drugs are available to the citizens and all other residents.
Gun control advocates insist that the centralization of gun ownership into the hands of the monopolistic government is a moral obligation. Why is it a moral obligation? It is a moral obligation because these people really do believe that the central government possesses legitimate original political sovereignty, an exclusive sovereignty, over the weapons that could be used against the central government.
It is one of those peculiarities that conservatives who say they believe in the right of gun ownership, and who sometimes even say that this is a means of defense against tyranny, are also in favor of invading foreign nations, when those foreign nations have adopted the concept of universal gun ownership that is comparable to the philosophy of American conservatism. The well-armed "little people" in Middle Eastern countries are able to defeat American invading troops, just as others like them did in Vietnam, precisely because the decentralization that is made possible by a diffusion of gun ownership and explosives is effective in combating the expansion of centralized political and military control. In other words, American troops cannot defeat these tiny countries, precisely because of widespread ownership of effective weapons that can be used against the occupying troops.
MILITIAS: REAL AND PHONY
I want to make it clear that I do not believe that it is possible, under anything like present conditions, for Americans to take up arms against the central government. In a period of financial crisis, in which the central government can no longer deliver the goods economically, and which therefore begins to lose its power to control local communities, there may be confrontations between armed camps. The obvious armed camps that I am thinking of are the gangs. The gangs are well armed, and in comparison with most small-town police departments, far better armed than the law enforcement agencies. The police know this. The gangs are ruthless, and they have something like a military chain of command. In a time of national economic breakdown, there will be some communities in which the gangs possess primary authority. This is true today in much of Latin America.
The best form of defense under such conditions would be for the local sheriff to deputize adult males and females who have proficiency in the use of weapons, and who are armed. This is the concept of the local posse. It is not an independent militia, because there is no such thing as an independent militia. In the early 20th century, under the direction of the New York lawyer Elihu Root, who is sometimes called the first chairman of the American Establishment, the federal government nationalized state militias. That was part of the Progressive movement's attempt to centralize political power in Washington. It was very effective. So, today, the militias are armed agencies of the federal government, even though they are technically under the command of governors. In any case, they are not local.
The citizens of the United States are so far removed from the citizens of the American colonies in 1776 that it would be inconceivable to organize a military resistance to the central government. I do not suggest that this be done. I do suggest that there is a relationship between the ownership of firearms and the assertion of political sovereignty. I do insist that the right to keep and bear arms is a symbolic affirmation of the ultimate political sovereignty of individual citizens over the central government. This was understood in 1790, and it should be understood today. I do not think it is.
I think the advocates of gun control understand very little about this symbolic relationship. They are usually advocates of the right to vote. They officially come down on the side of citizens' rights. But they do not understand the symbolic nature of the right to keep and bear arms as an affirmation of the authority of the citizen, armed with a gun and armed with the right to vote, to veto the decisions of political rulers through politics.
The defenders of Second Amendment liberties understand far better than the gun control movement that there is a connection between the right to keep and bear arms and the fundamental assertion of political sovereignty by the citizenry. They understand that the federal government's violation of Second Amendment liberties is part of a comprehensive program to centralize political power and to overcome the ability of citizens to use the ballot box to resist the extension of this centralized political power.
I do not think that many advocates of the Second Amendment believe that there is going to be a time when American citizens get their guns, leave their homes, and somehow adopt urban guerrilla warfare tactics. But they do understand that the gangs may do this. They do not believe the local authorities will always be in a position to defend them against criminal violence. They understand that the decentralization of weapons ownership is basic to the preservation of peace in society, because guerrilla groups, which the gangs are, are mobile, well-armed, well-organized, and ruthless.
I am arguing that the citizen who owns defensive weapons, and was trained in their use, constitutes the great barrier against centralized power from above and decentralized criminal violence from below. It is the man in the middle, the armed voter, who is the backbone of Western liberty.
Whenever a political movement seeks to disarm the citizen, it is necessarily simultaneously seeking to expand the power of the federal government, and also the power of armed criminals, including gangs. By disarming citizens, the state asserts an ultimate sovereignty over them, and yet it is incapable of carrying out this assertion of sovereignty in local affairs.
The central government can do almost nothing about the gangs. It can do very little against criminal behavior. The decline in crime that we have seen over the last 30 years has been mainly a social phenomenon. The biggest single factor is that men tend to commit fewer crimes as they get older. Also, married men commit fewer crimes and acts of violence. The high point of crime in the West was around 1980. This was also the low point of age. After 1980, the average age of residents of the West began to increase. Crime rates dropped. This was not because the federal government became more adept at fighting crime.
Members of fringe groups call themselves patriots, and sometimes call themselves members of a militia. They adopt a kind of suicidal romanticism regarding their ability to resist the armed forces of the United States. These weekend warriors may go out and stumble around in the woods, armed with semiautomatic rifles, pretending that they would be able to stay in the field for six or seven years, on their own authority, with their own productivity, supported by rural people who see them as liberators. That might have worked in Southern states in 1863, but it does not work today. There are too few people in the rural areas to support roving bands of militia members. These militias would become the equivalent of gangs in short order. Fortunately, they are too incompetent to achieve the status of gangs.
SYMBOLIC OWNERSHIP
For most gun owners, the ownership of firearms is more symbolic than practical. Most people do not spend a week or two in the summer practicing their skills at shooting. This is what all males in Switzerland do every year. The Swiss are serious about their ability to defend their country against invasion. Americans believe that the government, meaning the federal government, is supposed to do this.
When the federal government proves incapable of doing this, especially along the southern border of the United States, some conservatives seek to empower state governments to do it. The federal government resists this, because the federal government recognizes that this is an assertion of state's rights and state sovereignty. The federal government is happy to let immigrants flow into the United States across our southern border, because there is really not much that the government can do about it, other than to authorize state governments to do something about it, or county governments to do something about it, and the federal government is not about to do that.
I am arguing, therefore, that for most gun owners, most of the time, the ownership of firearms is more symbolic than practical. This is also true of gun control advocates. I do not think most gun control advocates believe that there is a vast right-wing conspiracy that is chomping at the bit to take up arms, get organized, leave their middle-class lifestyle behind, and overturn the United States government. If any gun control advocate believes this, he has approximately the same connection with reality as the weekend militia member does, stomping around in the countryside with his buddies.
Symbols are important. A citizen who has the right to keep and bear arms, even though he is not planning to join the state militia, which is in fact an arm of the federal government, understands that he possesses a degree of sovereignty that is not possessed by citizens in nations that prohibit widespread firearm ownership. He understands that he is in a unique situation. He still has the fundamental marks of political sovereignty, namely, firearms. His firearms testify to the fact that the central government does not yet feel sufficiently confident to confiscate his firearms in the name of the central government's exclusive monopoly of violence. His firearms testify to the fact that he is still a citizen, and that he still possesses rights that politicians and bureaucrats cannot legally overturn.
The reason why gun control advocates want this right overturned is because they are in favor of centralized political control. They believe that their class, namely, the intellectual class, is in control of the agencies of civil government. For the most part, this assumption is correct. They assume that their class, and only their class, has the wisdom to allocate weapons. They believe that their class alone possesses the right to determine which citizen has access to weapons, under which circumstances, and for how long.
In effect, the gun-control advocate is rather like a medieval knight in the 15th century. He resents the fact that weapons are becoming cheaper, and that the common man who joins the Army becomes a threat to his social class, and therefore to his social standing. He resents the fact that his weapons no longer give him a monopoly of violence. Weapons have come onto the market, and these weapons can be used effectively by commoners who do not spend decades of training in their use.
The citizen soldiers of the late 18th century faced the problem of the local militias. Professional soldiers found themselves facing common men who could assemble together in the fields, shoot their officers at a distance, shoot the scouts who went out into the field to find them, and then disappear into the woods. Tactics changed, and then strategies changed.
CONCLUSION
I believe we are coming close to the end of the nation-state as we have known it for the past 500 years. I believe that the military historian, Martin van Creveld, is correct. The central governments are running out of solvency, and their ability to provide protection against crime and also provide retirement benefits for the mass of humanity, is in decline.
Over the next half-century, and perhaps even less, politicians are going to realize that they can no longer protect citizens against armed criminals locally, and they cannot afford to support their aging populations. At that point, there will be a transfer of legitimacy back in the direction of local civil government. Local civil governments will rest heavily upon armed citizens who are in a position to be deputized.
So, I expect a greater decentralization. This decentralization will take place most rapidly in societies where citizens have never surrendered their right to keep and bear arms. This is why I think the United States is the most likely nation to be the working model for this process of decentralization. Americans are more heavily armed than any other people in the democratic world. They may not be as heavily armed as rural residents of Afghanistan, but they are surely better armed than any other Western nation except Switzerland.
I doubt that my view of the Second Amendment is widely shared in those circles that are committed to the defense of the Second Amendment. My defense of the second amendment is based on a particular concept of political sovereignty. I believe that individual citizens are sovereign, not because of a grant of authority by the state, but because of a grant of authority by God. The state therefore does not have the right to confiscate the firearms of the people, precisely because the state did not make the original grant of sovereignty to the people.
Firearms are marks of political sovereignty. They should be defended on this basis, not on the basis of some hypothetical revolution, which is not going to take place. I am saying that such a revolution is not necessary, precisely because the people do possess the right to keep and bear arms. They need not take up arms against the government, precisely because they already possess the arms.