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La storia ha due volti: quello ufficiale, mendace e quello segreto e imbarazzante, in cui però sono da ricercarsi le vere cause degli avvenimenti occorsi” - Honorè de Balzac -

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Contra factum non valet argumentum”

lunedì 8 febbraio 2016

RISOLTO IL MISTERO DEGLI AUTOMEZZI TOYOTA IN MANO ALL’ISIS, FORNITI DAGLI USA - GLI AIUTI UMANITARI INTERNAZIONALI INVIATI AI TERRORISTI DI AL QAEDA IN MAYIR, SIRIA


La barzelletta dell'anno, ribadisco il problema non sono chissà quali poteri forti ma la quantità di idioti meschini che ci circondano (NdR)

GLOBAL RESEARCH: RISOLTO IL MISTERO DEGLI AUTOMEZZI TOYOTA IN MANO ALL’ISIS (LI HANNO FORNITI GLI USA)
Di Henry Tougha

Uno degli “imbarazzanti” misteri dei terroristi dello Stato Islamico è come mai siano in possesso di centinaia di mezzi tutti uguali targati Toyota. L’evidenza, che emerge dai video propagandistici, è tale che il Dipartimento del Tesoro americano ha aperto un’inchiesta. Eppure, nota Global Research in questo articolo, le stesse autorità americane avevano recentemente dichiarato di aver fornito equipaggiamenti e mezzi (molti dei quali Toyota) ai “ribelli siriani” (dipingendoli come combattenti per la libertà) — l’obiettivo degli USA è sempre la stesso: destabilizzare il Medio Oriente con ogni mezzo per imporvi il proprio dominio (e permettere a Israele di portare a termine il tanto perseguito "Progetto Grande Israele" dal Nilo all'Eufrate NdR). 
di Tony Cartalucci
9 ottobre 2015

Il Dipartimento del Tesoro Americano ha recentemente aperto un’inchiesta sull’uso di un gran numero di autocarri targati Toyota da parte del cosiddetto “Stato Islamico”, ISIS. La questione è stata sollevata dopo l’inizio delle operazioni aeree russe in Siria, e dopo l’aumento a livello globale dei sospetti che gli stessi USA abbiano avuto un ruolo fondamentale nell’armare, finanziare, e sostenere intenzionalmente l’esercito terrorista in Iraq e in Siria.

ABC News, nel suo articolo su “Funzionari USA chiedono perché l’ISIS abbia così tanti autocarri Toyota“, scrive:

I funzionari anti-terrorismo degli Stati Uniti hanno chiesto alla Toyota, il secondo maggior produttore di auto al mondo, di aiutarli a capire come l’ISIS sia riuscito ad acquisire un così grande numero di autocarri, SUV e pick-up targati Toyota, come si nota con molta evidenza dai video di propaganda del gruppo terrorista in Iraq, Siria e Libia.
La Toyota dice di non sapere come l’ISIS abbia potuto ottenere quei veicoli, e “supporta” l’indagine guidata dalla Terror Financing Unit del Dipartimento del Tesoro — che è parte di un più ampio sforzo condotto dagli USA per evitare che i beni prodotti in occidente finiscano nelle mani dei gruppi terroristi.
Il report prosegue, e cita l’ambasciatore iracheno negli USA, Lukman Faily:
“Questa è una domanda che abbiamo già posto ai nostri vicini” ha detto Faily. “Come è possibile che ci siano tutti questi autocarri nuovi… a quattro ruote motrici, ce ne sono a centinaia — da dove arrivano?“
Non sorprende affatto che il Dipartimento del Tesoro, a quanto pare, stia chiedendo spiegazioni alla parte sbagliata. Invece che alla Toyota, il Dipartimento del Tesoro avrebbe dovuto iniziare la sua indagine bussando alla porta accanto, cioè al Dipartimento di Stato USA.
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Mistero risolto

Appena lo scorso anno è stato reso noto che il Dipartimento di Stato USA aveva spedito in Siria grosse quantità di autocarri targati Toyota, che dovevano essere destinati al “Libero Esercito Siriano”.

Nel 2014 la Public Radio International (PRI), fondata negli USA, aveva titolato “Questo pick-up Toyota è in cima alla lista degli acquisti da parte del Libero Esercito Siriano — e dei talebani“, che:

Recentemente, quando il Dipartimento di Stato USA ha ripreso a inviare aiuti non-letali ai ribelli siriani, la lista delle consegne includeva 43 automezzi Toyota.

Hiluxes era nella lista dei desideri del Libero Esercito Siriano. Oubai Shahbander, consigliere della Coalizione Nazionale Siriana, con sede a Washington, è un fan di questo automezzo.
“Equipaggiamenti specifici come gli Hiluxes Toyota sono ciò che definiamo dei fornitori di potenza per le forze di opposizione moderata in campo”,
ha aggiunto. Shahbander dice che i pick-up forniti dagli USA serviranno a spostare truppe e rifornimenti. Alcuni dei mezzi diventeranno effettivamente armi sui campi di battaglia.

Anche il governo britannico ha ammesso di aver fornito una certa quantità di veicoli ai terroristi che combattono in Siria. L’articolo del 2013 del britannico Independent intitolava “Rivelazione: Ecco cosa l’Occidente ha dato ai ribelli siriani“, e diceva che:
Fino ad ora la Gran Bretagna ha inviato circa 8 milioni di sterline di aiuti non-letali, secondo le carte ufficiali viste dall’Independent, e questa cifra include cinque veicoli a 4 ruote motrici con protezione balistica, 20 set di giubbotti antiproiettile, quattro autocarri (tre da 25 tonnellate, uno da 20 tonnellate), sei SUV 4×4, cinque pick-up non corazzati, un carro di soccorso, quattro carrelli elevatori, tre “kit di resistenza” avanzati per i centri regionali, destinati a recuperare le persone nelle emergenze, 130 batterie a celle solari, circa 400 radio, depuratori d’acqua e kit per la raccolta dei rifiuti, computer, VSAT (piccoli sistemi satellitari per la comunicazione dei dati) e stampanti.
Si può dire che qualsiasi sia stato il mezzo usato dal Dipartimento di Stato USA e dal governo britannico per rifornire i terroristi in Siria di questi automezzi, è probabile che sia stato usato per inviare ulteriori veicoli anche prima e dopo la pubblicazione di questi report.

Il mistero di come centinaia di nuovissimi autocarri Toyota, tutti uguali, siano finiti in Siria e siano nelle mani dell’ISIS è risolto. Non solo i governi USA e britannico hanno ammesso in passato di averli forniti, ma le loro forze militari e le loro agenzie di intelligence hanno solcato i confini di Turchia, Giordania, e perfino Iraq, da cui queste colonne di autocarri devono essere necessariamente passate per finire in Siria – anche se sono stati altri agenti regionali a fornirli. Se le precedenti ammissioni di aver fornito i veicoli coinvolgono l’Occidente direttamente, il fatto che nulla sembra aver impedito le operazioni di consegna lungo i confini implica che l’Occidente è complice con altri paesi nell’aver rifornito di veicoli i terroristi siriani.

Ma quale mistero?

Certo, molte di queste informazioni non sono affatto nuove. Quindi la questione è – perché mai il Tesoro americano sta avviando adesso questa palese farsa? Forse quelli a Washington credono che se è lo stesso governo USA a porre l’ovvia questione di come abbia potuto l’ISIS mettere in campo una forza meccanizzata così impressionante, proprio nel mezzo del deserto siriano, nessuno sospetterà che sia stato esso stesso ad avere un ruolo.

Certo, i mezzi non si sono materializzati in Siria. Sono stati prodotti da qualche parte fuori dalla Siria e poi ci sono stati portati dentro, e ci sono stati portati in gran numero, con gli USA e i loro alleati regionali che lo sapevano esplicitamente e/o sono stati direttamente complici. Il fatto di mettersi a domandare alla Toyota da dove possano essere arrivati gli automezzi forniti dallo stesso Dipartimento di Stato USA è un’altra indicazione di quanto la politica estera, la legittimità e la credibilità degli USA siano perdute.

L’intervento della Russia, e ciò che dovrebbe diventare una coalizione anti-terrorismo con ampio supporto, deve tenere presente la criminalità degli USA e dei suoi alleati, nel momento in cui sceglie i propri partner nello sforzo di riportare la sicurezza entro i confini del Medio Oriente e del Nord Africa.

Ovviamente non è finita
GLI AIUTI UMANITARI INTERNAZIONALI INVIATI AI TERRORISTI DI AL QAEDA IN MAYIR (SIRIA)

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Gli aiuti umanitari internazionali vanno puntualmente in mano ai terroristi quando questi hanno il controllo del territorio e della distribuzione degli aiuti, è l’evidenza dei fatti. Che lo faccia o non lo faccia deliberatamente, di tali evidenze la Comunità Internazionale, colpevolmente, non tiene conto.


Il 4 di febbraio l’esercito siriano, aiutato da Hezbollah e dall’aviazione russa ha preso il pieno controllo sui villaggi di Mayir e Kafr Naya situati vicino alle città appena liberate di Nubl e al-Zahraa.

Si tratta di piccole cittadine che sono state nelle mani di Jabhat al-Nusra, Jaish al-Fatah e Jabhat al-Mujaheddin da inizio 2012.

Riprendere queste località non è stato facile. sono occorsi 4 giorni di bombardamenti dell’aviazione russa (in cui ha effettuato più di 500 attacchi), mentre decine di soldati governativi e filogovernativi combattenti sciiti sono stati uccisi in combattimento.

Nel documento video che vi proponiamo si vedono chiaramente dalle etichette , la provenienza di viveri e munizioni utilizzati dai ribelli: sono aiuti che provengono dalle organizzazioni internazionali e dagli stati del Golfo che combattono la loro proxy war in Siria mentre la Comunità Internazionale perfettamente a conoscenza dei fatti, tace e contribuisce al prolungamento della guerra supportando chiunque combatta contro il governo siriano.

E’ per questo che la Siria e la Russia sono restie a consentire una tregua, la nascita di ‘zone sicure’ o permettere ‘corridoi umanitari’ (senza la propria supervisione) finchè le frontiere con Turchia e Giordania non siano state definitivamente chiuse e controllate.


‘Nel corso di una cosiddetta “conferenza dei donatori” a Londra questa settimana, il primo ministro britannico David Cameron ha fatto appello al resto del mondo di sborsare $ 8 miliardi per aiutare la Siria devastata dalla guerra.

Tra le 60 nazioni presenti alla Confab erano gli Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Turchia, Arabia Saudita e Qatar. figure di spicco provenienti da questi paesi si dicono angosciati per la difficile situazione dei rifugiati siriani’.

Si tratta degli stessi paesi che hanno mandato tredicimila missili anticarro TOW ai ribelli jadisti (oltre alle famose Toyota e ad un’infinità di materiale bellico) e addestrato e rifornito i qaedisti.

Peggio ancora a 
MADAYA: “I MILITANTI CI HANNO VENDUTO AIUTI UMANITARI A PREZZI GONFIATI. UN CHILO DI RISO COSTAVA $ 250“
13 gennaio 2016
MADAYA (SIRIA) La televisione ‘Russia Today’ mostra che il convoglio (di 44 camion) delle Nazioni Unite ha raggiunto ieri la città assediata di Madaya. La popolazione riferisce che i ribelli controllano ancora la maggior parte della città.
Gli aiuti umanitari (ricevuti gratuitamente per essere distribuiti gratuitamente alla popolazione stremata ) vengono gestiti dai miliziani islamisti radicali presenti in loco (che controllano la maggior parte della città). Il gruppo salafita al Ahrar al-Sham si è indebitamente appropriato degli aiuti precedenti e li ha rivenduti a prezzi gonfiati.
In questi giorni è in corso una scandalosa campagna denigratoria verso il governo siriano ‘arricchita’ dalla pubblicazione di video e foto false.

Il fatto sconcertante è che la falsità delle foto è facilmente vericabile. Notiamo che non appena vengono lanciate questo tipo di campagne diffamatorie, tutte le agenzie principali e i media raccolgono all’unisono senza alcuna contestualizzazione e verifica. E’ un fatto grave, sopratutto perchè chi ne fa le spese non è il governo siriano ma la verità.

Viene scartata Sistematicamente la versione dei fatti fornita dai giornalisti presenti in loco (che racolgono testimonienze) e da testate locali, come quelle libanesi (ad esempio vedi qui: al Manar). I media preferiscono affidarsi nei loro report unicamente ai ribelli ed in questo caso, ai terroristi di Ahrar al-Sham ed a quelli al Nusra che tengono in ostaggio la città.

Il giornalista Murad Gazdiev di RT ha interpellato alcuni residenti, che sono riusciti a sfuggire al blocco. Dall’intervista emerge un dato sconcertante a cui tutti i media occidentali sono sordi:
"il governo ci ha inviati aiuti ma essi non sono mai arrivati. Sono stati venduti dai ribelli a prezzi esorbitanti. Un chilo di riso costava 250 $…"

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