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Contra factum non valet argumentum”

sabato 25 giugno 2016

La Monsanto giudicata a ottobre per i crimini di ecocidio contro il pianeta e gli abitanti


La Monsanto è una multinazionale americana di biotecnologie agrarie, più volte accusata di ecocidio e crimini contro l’umanità, diventata famosa per aver prodotto l’Agente Arancio, il defoliante tossico e cancerogeno usato nella guerra del Vietnam; adesso un vero e proprio tribunale è nato con lo scopo di giudicare l’operato dell’azienda e i crimini di cui essa è stata imputata.


La Fondazione Tribunal Monsanto è nata all’Aja (la Corte internazionale di giustizia) nei Paesi Bassi, con il sostegno e il contributo di movimenti civici, ONG e personalità internazionali quali l’ecologista indiana Vandana Shiva e l’australiano Andre Leu, presidente della Federazione internazionale dei Movimenti d’Agricoltura biologica. Il suo scopo è quello di giudicare definitivamente i crimini dei quali la Monsanto viene accusata da anni, ovvero di inquinare il terreno, l’acqua e l’aria con sostanze nocive le quali, oltre a minacciare la biodiversità, comprometterebbero pure la salute degli esseri umani favorendo il progresso di malattie come cancro, Alzheimer e Parkinson, o come l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) ha definito questo insieme di patologie, “epidemia di malattie croniche evitabili”.

I motivi che hanno spinto alla nascita di un tribunale contro la Monsanto sono dunque legati alle esigenze di sostenibilità e giustizia. Dagli inizi del XX secolo, la Monsanto, nata come azienda chimica, ha, di fatto, messo in circolazione prodotti altamente tossici, i quali hanno contaminato in maniera persistente l’ambiente, causando malattie e morte.
Fin dall’inizio della sua attività, gli scandali riguardanti la diffusione di varie sostanze tossiche si sono susseguiti senza sosta: nel 1947 un incidente a Texas City in cui esplodette una delle fabbriche portò a scoprire che l’erbicida prodotto dalla Monsanto, chiamato 2,4,5-T, conteneva alti livelli di diossine, sostanze tossiche altamente cancerogene.
Altro caso fu quello dei PBC (policlorobifenili), sostanze inquinanti distribuite sempre dalla Monsanto per l’agricoltura, il cui uso è ora bandito pressoché ovunque, ma la cui persistenza continua ad esistere ed inquinare per millenni.
Ciliegina sulla torta fu poi tra gli anni ’60 e ’70 la realizzazione e distribuzione dell’Agente Arancio, un defoliante ricavato partendo dall’erbicida 2,4,5-T, il quale fu anche utilizzato come arma tossica durante la guerra del Vietnam.
Altro erbicida giudicato tossico, immesso nel mercato dalla Monsanto, fu il Round Up ricavato il Glifosato.


Molti sono stati i casi di malattie e gli studi che dimostrano la tossicità e la pericolosità di tali sostanze e nel tempo molti giornali si sono inoltre occupati di condurre inchieste al proposito, come il Washington Post nel 2002 o il The Guardian nel 2007, solo per citarne alcuni. Adesso la multinazionale continua a controllare il mercato dell’industria delle biotecnologie, avendo di fatto il quasi totale monopolio sulla vendita e produzione di sementi e avendo acquistato inoltre moltissime società di ricerca titolari di brevetti.
Dunque l’azienda è diventata l’esempio del modello agro-industriale che da numerosi anni ormai è causa di inquinamento, innalzamento delle temperature, depauperamento dei suoli e delle risorse d’acqua, dell’estinzione della biodiversità e della marginalizzazione di milioni di piccoli contadini.



Per mettere fine a tale impunità e giudicare finalmente i crimini di ecocidio commessi dalla multinazionale, dal 12 al 16 ottobre 2016, il Tribunale Monsanto valuterà i fatti nel rispetto dei principi direttivi relativi alle imprese e ai diritti umani adottati in sede ONU nel 2011.

Tribunale Monsanto Conferenza stampa 3 dicembre 2015 Parigi
A giudicare il comportamento di Monsanto saranno magistrati, avvocati e giudici di alto livello, provenienti dai cinque continenti. Madrina dell’iniziativa è la scrittrice e regista Marie-Monique Robin, autrice di "Il mondo secondo Monsanto", un’inchiesta sulla multinazionale statunitense. Da parte sua la Monsanto ritiene infondate le accuse, dichiarandosi addirittura pronta a rispondere a tutte le domande che le verranno poste, anche se non è chiaro ancora se il gruppo invierà o meno dei rappresentanti al processo.
L’iniziativa è stata (e sarà) finanziata tramite la più grande piattaforma di crowdfunding internazionale mai realizzata fino ad oggi; il sito è monsanto-tribunali.org  facebook.com/monsantotribunal 
twitter.com/monsantotribun

Lorena Peci





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