Descrizione

La storia ha due volti: quello ufficiale, mendace e quello segreto e imbarazzante, in cui però sono da ricercarsi le vere cause degli avvenimenti occorsi” - Honorè de Balzac -

"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano !" - Isaac Newton -

Contra factum non valet argumentum”

mercoledì 20 dicembre 2017

FBI la Fabbrica del Terrorismo ...



Nel mondo al contrario è normale che la malavita organizzata abbia la divisa e gli altri cerchino di difendersi come possono, su 508 casi 401 erano causati dall'FBI e se tanto mi da tanto, i restanti non si è solamente riusciti a scoprirlo e questi erano anche presenti al G8 di Genova 2001, poi i "benpensanti", direi meglio gli "idioti" essendo nel mondo al contrario, ed è ben risaputo, chiamano delinquenti i liberi cittadini che secondo loro dovrebbero farsi torturare impunemente dai malavitosi in divisa, capiterà anche a loro, speriamo e al più presto e là ce li lasciamo ...

La questione ha quasi dell'incredibile, già pescati con le mani nella marmellata più volte con la droga, gli antichi e famosi dossieraggi a tappeto del capo dei capi Edgard J. Hoover, volendo con i soprusi La mia Lotta contro gli Ebrei - My Struggle against the Jews, by Eustace Mullins e le stragi, l'assedio di Waco in Texas nel 1995,  cominciò il 28 febbraio e si concluse il successivo 19 aprile con l'incendio  provocato del ranch, tra il resto, in cui persero la vita 76 persone, fra cui 24 cittadini del Regno Unito, più di 20 bambini e due donne in gravidanza I venti di secessione dell'Oklahoma ed un oscuro precedente, l'Attentato ad Oklahoma City del 1995 e perchè no, la cover up dell'assassinio del Presidente John F. Kennedy, JFK: “Colpo di Stato in America” - Mathias Broeckers L'assassinio di JFK ha segnato la fine della Repubblica Americana. e ora con il terrorismo, ma cosa dico, quello con il terrorismo è un vecchio amore ... USA, FBI, CIA, Droga e Terrorismo Internazionale, soggetti imprescindibilmente collegati …

L'incredibile non è tanto che loro lo facciano ma che il tutto passi per un dato di fatto acquisito, in una normalità assai inquietante.


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Un finale hollywoodiano – ovvero come ti fabbrico
il terrorista

di Piero Cammerinesi corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine, Altrogiornale e Altrainformazione
16 Marzo 2015

Un “finale hollywoodiano” era quello che ci si aspettava dal piano terroristico del ventisettenne di origine kosovara, instabile mentalmente, che avrebbe dovuto farsi saltare in aria in un affollatissimo Casinò di Tampa in Florida.

Houston, 16 Marzo 2015 - Nel corso degli otto minuti del “video da martire”, girato nel Days Inn di Tampa, il giovane, Sami Osmakac, promette, infatti, di vendicare le uccisioni di fratelli musulmani in Afghanistan, Iraq, Pakistan e in ogni altra parte del mondo.
“Occhio per occhio, dente per dente, una donna per ogni donna, un bambino per ogni bambino”.
Registrato il video, Sami aveva in programma di recarsi all’Irish bar di Tampa e poi al Casinò locale, dove avrebbe preso degli ostaggi prima di farsi esplodere all’arrivo della polizia.

Per questo piano, peraltro non portato mai a termine, oltre che per possesso di armi di distruzione di massa, un’auto-bomba, sei granate, un giubbotto esplosivo e varie armi tra cui un AK-47, il giovane è stato condannato, il 26 Novembre scorso, a 40 anni di carcere dalla corte di Tampa.


Fin qui nulla di strano.

Solo che oggi emerge, da un clamoroso scoop di "The Intercept", il nuovo giornale di Glenn Greenwald, meglio noto come colui che realizzò le prime interviste ed il ‘lancio’ di Edward Snowden, che il giovane "squilibrato" kosovaro era stato irretito, condizionato, finanziato e armato niente meno che da una rete di agenti FBI sotto copertura.

Dov’è la novità ? direte voi ...

La novità è che questa volta c’è la smoking gun, la pistola fumante, vale a dire le intercettazioni che mettono nei guai i federali.

Il meccanismo è sempre lo stesso. S’individuano giovani instabili mentalmente, preferibilmente di origine araba, spesso in disperate condizioni economiche e li si trasforma, con tecniche di controllo mentale, in informatori e talent scout di potenziali terroristi. I soggetti che questi infiltrati trovano vengono poi armati e motivati per compiere attentati o come nel caso di Sami per divenire capri espiatori per la "war on terror", la guerra al terrorismo, che ha bisogno di divorare quotidianamente nuove vittime per mantenere sempre alto il livello dell’emergenza, della paura instillata nelle masse.

Pronte a barattare sempre maggiori spazi di libertà a fronte di una presunta sicurezza.

Le operazioni condotte da informatori sotto copertura sono dunque al centro del programma antiterrorismo dell’FBI. Dei 508 imputati processati per casi terrorismo nel decennio dopo l’11 Settembre, in ben 243 casi erano coinvolti informatori dell'FBI, mentre 158 sono stati gli obiettivi di operazioni sotto copertura. In questi ultimi un informatore dell'FBI o un agente sotto copertura ha spinto 49 imputati a realizzare o pianificare atti di terrorismo, in modi analoghi a quello che è stato attuato con Sami Osmakac.

Naturalmente, l’FBI ufficialmente pretende di pagare informatori e agenti sotto copertura per sventare gli attacchi prima che si verifichino. Ma le prove indicano chiaramente e un recente rapporto di Human Rights Watch, "Illusion of Justice, Human Rights Abuses in US Terrorism Prosecutions", lo dimostra che l’FBI, piuttosto che acciuffare aspiranti terroristi imbranati, induce ad azioni terroristiche soggetti malati di mente o economicamente disperati. Individui che da soli non potrebbero mai realizzare piani criminali complessi.

Sami Osmakac

Nel caso di Osmakac, gli stessi agenti dell'FBI confermano pienamente questo stato di cose, anche se non lo ammetteranno mai pubblicamente. In questa operazione, l’agente sotto copertura dell’FBI agisce con lo pseudonimo di “Amir Jones”. È il tipo dietro la telecamera nel video che annuncia il martirio di Sami. Amir, che si presenta come il rivenditore delle armi da utilizzare nell’azione terroristica, nasconde su di sé un registratore.

Oltre ai dialoghi con Sami, il dispositivo registra però anche le conversazioni che si svolgono nella sede dell’FBI a Tampa, tra agenti e collaboratori che credono di parlare in assoluta privacy. 
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Ora, queste conversazioni permettono di ricavare un’immagine estremamente precisa e accurata di quella che sono le operazioni anti-terrorismo dell'FBI, e mostrano come, a volte, anche agli occhi degli stessi agenti dell'FBI coinvolti, i soggetti di queste operazioni sotto copertura non siano sempre inquietanti e minacciosi come li si vuole far apparire.

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Nell'audio – del 7 Gennaio del 2012 – che segue la registrazione del video del martirio di Sami, l’informatore “Amir” e altri si fanno beffe di tale video, che l’FBI ha realizzato per Osmakac.

Ecco alcune battute:
“Quando stava indossando la roba, si muoveva in modo nervoso” dice qualcuno ad Amir. “Continuava a indietreggiare ...”
“Sì”, risponde Amir.
“Sembrava nervoso davanti alla telecamera” qualcun altro aggiunge.
“Sì, era eccitato. Penso che si sia eccitato quando ha visto la roba”,
risponde Amir, riferendosi alle armi che erano lì sul letto della stanza dell’hotel.
“Oh, sì, lo puoi dir forte” dice una terza persona. “Era proprio come, come, come un bambino di sei anni in un negozio di giocattoli”.
In altre conversazioni registrate, Richard Worms, il supervisore della squadra dell’FBI, descrive Osmakac come un
“mentecatto ritardato che non riuscirebbe neppure a pisciare nel vaso”.
Poi ci sono degli agenti che sottolineano che la pubblica accusa - nonostante gli obiettivi di Osmakac siano “inconcludenti”, e le sue ambizioni terroristiche dei “miraggi”, ha bisogno di avere un “finale Hollywoodiano” dell’operazione. 

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La registrazione del colloquio indica, poi, come gli agenti dell'FBI facciano fatica persino a mettere 500 dollari in mano a Sami per dare un acconto sulle armi.

Quelle stesse armi che il Tribunale ha poi considerato la dimostrazione delle capacità terroristiche di Osmakac e del suo impegno a compiere la strage pianificata.

“Il denaro è la prova che lui è disposto a farlo, perché anche se non siamo in grado di farlo ammazzare qualcuno, possiamo mostrare che paga le armi”
afferma l’agente speciale dell’FBI, Taylor Reed, in una conversazione.

Chi avrebbe mai immaginato che queste trascrizioni potessero essere rese pubbliche?

Ma a volte il diavolo, come si sa, fa le pentole…


Naturalmente, appena ciò è avvenuto, grazie al coraggio di un bravo giornalista, Trevor Aaronson, il governo ha sostenuto che le trascrizioni delle registrazioni potrebbero danneggiare il governo degli Stati Uniti, rivelando le “strategie e i metodi di indagine delle forze dell’ordine”.

Ma esse, fornite da una fonte confidenziale a "The Intercept" in collaborazione con l’Investigative Fund, costituiscono una preziosa rivelazione di ciò che accade dietro le quinte di una operazione antiterrorismo sotto copertura dell’FBI, rivelando come gli agenti federali abbiano sfruttato il loro rapporto con un informatore prezzolato, lavorando per mesi con l’obiettivo di trasformare lo sventurato Sami Osmakac in un terrorista. 

Naturalmente né l’FBI di Tampa né il quartier generale dell’FBI a Washington hanno risposto alle richieste da parte di "The Intercept" di un commento sul caso Osmakac o sulle osservazioni fatte da agenti e collaboratori dell’FBI sull’operazione sotto copertura.

Guardate il video con le trascrizioni delle intercettazioni, è davvero istruttivo.


Purtroppo per l’FBI e per la fortuna di decine di persone innocenti, in questo caso il “finale hollywoodiano” è mancato, ma non certo per merito dei difensori della legalità e della giustizia, ma solo perché il capro espiatorio scelto era troppo imbranato persino per farsi esplodere in un bar.


Fonte   liberopensare


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