Descrizione

La storia ha due volti: quello ufficiale, mendace e quello segreto e imbarazzante, in cui però sono da ricercarsi le vere cause degli avvenimenti occorsi” - Honorè de Balzac -

"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano !" - Isaac Newton -

Contra factum non valet argumentum”

martedì 18 febbraio 2020

Volevano portare via anche il Festival di Sanremo ...




Correva l'anno 1959, il Daily Mail, quotidiano londinese, associava l'Italia a un "miracolo economico", per quanto riguarda il 9° festival che andò in scena dal 29 al 31 gennaio 1959 sembra essere dentro una spy story, come ne "Il libro nero del Festival di Sanremo" recensito al termine dell'articolo.

Quando con il senno di poi ci si rende conto che ci hanno portato via tutto, sovranità territoriale, politica, giuridica, monetaria, lavoro, aziende, brand, asset nazionali, in presenza di una invasione migratoria etero diretta e anche politicamente e religiosamente pilotata dall'interno non ci si stupisce che ci abbiano provato anche con il festival della canzone, con le solite complicità nazionali. 

Lo svela decenni dopo l'ex questore di Genova Arrigo Molinari che fu nel 1967 il primo ad entrare nella stanza del cantautore Luigi Tenco dopo il suicidio, lo stesso fu poi ucciso mentre aveva in corso due procedimenti contro contro la Banca d'Italia e la Banca centrale europea per la cosiddetta truffa del “Signoraggio“.
Chi tocca il Signoraggio muore, Arrigo Molinari avvocato ed ex questore di Genova, aveva citato in giudizio Bankitalia e BCE per la truffa del Signoraggio !



Achille Cajafa
Il nono Festival di Sanremo si aprì con un evento drammatico. Quindici giorni prima dell’inizio della manifestazione, Achille Cajafa, direttore dell’ATA (Agenzia turistica alberghiera), società organizzatrice della manifestazione, muore in un incidente stradale insieme all’autista, erano di ritorno da Milano, dove andò per ricucire i rapporti tra Rai e Casinò. Raccontano le cronache che l’auto di Achille Cajafa, in una curva sulla Serravalle (l'autostrada A7, nota anche come Serravalle, è la principale e più diretta arteria stradale che collega Milano a Genova. NdR), andò fuori strada, precipitando in un burrone per venti metri. I preparativi del Festival, erano comunque giunti al termine e la manifestazione si svolse comunque normalmente sotto la direzione di Edoardo Fosco che prese il posto di Cajafa.

Jula De Palma
Per Jula De Palma (pseudonimo di Iolanda Maria Palma) il 1959 fu l'anno dello scandalo. Fu il "vero" primo caso a Sanremo dai contorni misteriosi, una “Spy Story”

La canzone "Tua" cantata in coppia con Tonina Torrielli, fece sobbalzare quanti ben pensanti seguivano in poltrona il Festival al solo scopo di cogliere l’occasione per fustigarlo, esternando il proprio disprezzo verso un mondo frivolo e diseducativo per le nuove generazioni. Proprio questo modo di dileggiare il Festival creò nel pubblico un maggiore interesse verso tutto ciò che veniva considerato irriverente e proibito.

Tua - Jula De Palma
Clamoroso, per l'epoca, lo scalpore suscitato dall'esibizione : la sua interpretazione di Tua, in abito attillato e particolarmente appassionata, infastidì alcuni alti funzionari della Rai che la giudicarono eccessivamente sensuale, troppo esplicita nell'allusione al rapporto fisico con l'uomo oggetto della canzone: l'indignazione fu cavalcata da alcune associazioni cattoliche e dalla stampa vaticana, tanto che la De Palma ricevette più di cinquemila lettere di improperi e venne persino aggredita per la strada. Malgrado l'accoglienza lusinghiera della giuria del Festival, che la classificò al quarto posto, e gli ottimi riscontri di vendite, il disco venne censurato e scattò il divieto di radiotrasmetterlo. La De Palma, comunque, prima di conoscere una discreta fortuna in Sudamerica, sarà nuovamente presente a Sanremo l'anno successivo e persino in quello successivo ancora senza alcun problema, segno che l'eco dello "scandalo", in capo a un anno, si era già spenta. Da notare inoltre che le polemiche non sfiorarono minimamente l'altra interprete della canzone, Tonina Torrielli.

Ci furono così interventi dall’alto per frenare quello che pareva uno spettacolo immondo sia per il testo assai “ardito” sia per l’interpretazione ritenuta esageratamente passionale di Jula De Palma.

Dissero che il testo del brano, era erotico e trasgressivo, soprattutto per come la cantante lo interpretava. Infatti, attraverso la sua voce calda e morbida, profuse una grande sensualità, aveva un bel viso e per la televisione ciò era già importante. La cantante diffondeva sensazioni che andavano oltre il testo stesso. Scrissero sui giornali, che Jula trasmetteva “sesso e possesso", ciò scaturì polemiche alla Rai, per aver ammesso in gara il brano.
Alcuni politici, attraverso canali non ufficiali, chiesero che la manifestazione venisse interrotta. Proprio a causa della canzone di Jula De Palma, negli uffici del Commissariato di  Ventimiglia    arrivò  l’ordine del Ministero dell'Interno di sospendere la gara e oscurare la Televisione, per garantire e tutelare la morale pubblica.

Il giovane commissario Arrigo Molinari, doveva intervenire nel senso ordinato dal Ministero dell'Interno ma disubbidì, dicendo che era giunto dall’alto un contrordine, salvando così di fatto il Festival del 1959.

La cantante, d’altronde, era già nell’occhio del ciclone per una sua presa di posizione a favore del divorzio. Apriti cielo !

Jula de Palma - Tua

La famosa canzone dello scandalo. Jula de Palma fù censurata dalla Rai al festival di Sanremo del 1959 non per il testo, ma per l'interpretazione troppo "sentita". Fù l'Osservatore romano e la Radio Vaticana a riabilitare la canzone. Anni dopo successe la stessa cosa con Fabrizio de Andrè... Cose italiane. Questa versione è di qualche anno dopo.

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COSI' 40 ANNI FA SALVAI SANREMO
6 gennaio 1997

Arrigo Molinari

GENOVA - "Nel 1959 salvai il festival di Sanremo". A rilasciare questa 'storica' dichiarazione, a distanza di quasi 40 anni, è il dott. Arrigo Molinari, ispettore generale capo di pubblica sicurezza per l'Italia settentrionale, all'epoca vicequestore vicario di Genova.

"Il festival, dopo il grande successo di 'Nel blu dipinto di blu' di Domenico Modugno, aveva ingelosito le località turistiche della Costa Azzurra e di Montecarlo. Tutta la diplomazia internazionale si era mossa, con riservatezza e con canali apparentemente non ufficiali, per bloccare la manifestazione canora".
Il dott. Molinari, che all' epoca era un giovane commissario di polizia, lo ha scritto in una lettera che ha inviato a Paolo Limiti, che su Rai Due da martedì alle 14 dedicherà ogni giorno mezz'ora della trasmissione 'Ci vediamo in Tv oggi, ieri... e domani' alla storia del festival di Sanremo dal '51 ad oggi.
"Il governo italiano - racconta Molinari - aveva dovuto obbedire, decidendo di interrompere la manifestazione, anche per le pressioni della Confindustria che aveva lamentato un calo di produttività nei tre giorni successivi al festival per assenteismo: questa era la versione ufficiale data dai nostri ambienti ministeriali interessati a reprimere il festival".
Molinari rincara la dose sostenendo che dal Ministero dell' Interno arrivò l'ordine alla questura di Imperia di sospendere il festival canoro e di oscurare la trasmissione televisiva per tutelare la morale pubblica.
"Il pretesto - prosegue Molinari - fu offerto dalla canzone 'Tua' interpretata con passionalità da Jula De Palma. Avevo ricevuto l'ordine perentorio di intervenire strappando il microfono alla cantante e sospendendo la 'scandalosa' esibizione e di conseguenza l'intero festival".
Alla fine, però, vinse il buon senso :
"Amavo Sanremo e presi la decisione più difficile accettando l'ingrato comito (se avessi detto no avrebbero affidato l' incarico ad un altro). La sera del festival, però, quando tutto era pronto per l' irruzione sul palco dopo che Jula De Palma aveva pronunciato 'La tua bocca nella mia'  bloccai gli agenti facendo credere che ci fosse stato un contrordine e tutto si svolse regolarmente".


Il libro nero del Festival di Sanremo
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di Romano Lupi, Riccardo Mandelli. 

La storia del Festival di Sanremo non è scritta soltanto dalla "grande evasione" di tv, sorrisi e canzoni. E tanto meno da quello che, davanti agli occhi di tutti, accade sul palcoscenico. Esiste, infatti, una storia segreta che attraversa tutto il dopoguerra italiano e le cui premesse nascono da una sorta di "progetto Sanremo" ideato alla fine dell'Ottocento : un "paradiso terrestre massonico" dove il gioco d'azzardo è il termine medio tra spionaggio internazionale e grandi giochi politici. Il Festival è l'ultima tappa di un percorso dove la manipolazione sociale assume i morbidi e insinuanti contorni della musica nazional-popolare. Il legame con il casinò è molto forte. Non è un caso che la più importante kermesse canora del nostro paese sia nata e si sia sviluppata in stretto collegamento con una delle quattro case da gioco italiane, tra i rapporti indicibili delle istituzioni con la criminalità organizzata, i servizi segreti e l'industria discografica. Gli scandali emersi nel corso degli anni presentano risvolti molto più inquietanti rispetto a quello che ci si potrebbe aspettare. Dalle ambigue figure dei primi "patron" festivalieri come Pier Bussetti, Achille Cajafa ed Ezio Radaelli, con i loro tragici destini, alla misteriosa morte di Luigi Tenco; dal ruolo del 
Vaticano nell'industria del gioco e dell'intrattenimento ai Festival truccati; dalle tangenti di Adriano Aragozzini fino alle polemiche sulle amicizie in odore di mafia del direttore artistico Tony Renis. La storia d'Italia non è mai banale ed è sempre capace di stupire, anche quando "sono solo canzonette".

Il libro nero del Festival di Sanremo - Romano Lupi, Riccardo Mandelli

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