giovedì 2 giugno 2016

Ennesima TRUFFA, l'Unione Europea giuridicamente non esiste!!


Praticamente viviamo in un bolla di balle stratosferiche, per chiamarle con il loro nome appropriato, popoli che scompaiono, i Khazari, popoli che compaiono, il giudaico, la storia un riassembramento di comodo, la seconda guerra mondiale che è andata esattamente al contrario di come ci hanno raccontato, malattie inventate per lucro e crimini vari, crisi finanziarie indotte e strumentali, rapine legalizzate dalle banche centrali a "tutta" l'umanità, invenzioni e scoperte nascoste per avidità e lucro, controllo del clima e terremoti indotti, l'Unione Europea un pacco.
Questo è quanto ricordo al momento e che ho avuto il tempo di scoprire, non mi voglio immaginare il resto.
Mai e poi mai avrei pensato quando iniziai le mie ricerche di mettere mani in un letamaio del genere.
Fai il giro dell'oca e torni però allo stesso punto, va bene che qualcuno faccia i propri interessi ma con una situazione del genere è innegabile che parte del popolo sia in malafede e non solo le cosiddette elite, ormai è anche chiaro chi siano, questo è il grave e questo è il maggior ostacolo al raggiungimento di una tranquillità sociale planetaria.
Tornando al punto in questione vien da chiedersi come mai quelle tre volte che una "certa" parte politica è andata al governo in modo per altro discutibile, in pratica mai vinte le elezioni, si sono perpetrate le azioni più devastanti, occupazione di cariche istituzionali, entrata nell'euro, modifiche costituzionali e firma di "certi" trattati .... 

I trattati di Parigi furono dei trattati di pace firmati nella capitale francese il 10 febbraio 1947 dopo la fine della seconda guerra mondiale.

La sottoscrizione dei trattati fu preceduta da una conferenza di pace che si svolse parimenti a Parigi, tra il 29 luglio e il 15 ottobre 1946.

Stati firmatari
I trattati vennero firmati tra :
  • gli Alleati vincitori della Seconda guerra mondiale, ovvero USA, URSS, Regno Unito, Francia, Polonia, Jugoslavia, Cecoslovacchia, Grecia e altri;
  • e gli sconfitti alleati della Germania all'interno delle potenze dell'Asse: Italia, Romania, Ungheria, Bulgaria e Finlandia.
L'esclusione della Germania dalle nazioni firmatarie ebbe una chiara valenza di diritto internazionale, avendo subito la nazione tedesca il fenomeno della debellatio in seguito all'occupazione totale del suo intero territorio e alla conseguente soppressione di qualsiasi governo. La Germania non era dunque più un soggetto di diritto internazionale e pertanto non poteva firmare alcun trattato, essendo affidate le sue sorti anche territoriali a semplici ordinanze militari delle quattro potenze occupanti. wikipedia
Non esiste giuridicamente alcuna
"Unione" Europea


Sabato 30 maggio 2015

Non esiste giuridicamente alcuna "Unione" Europea, tant'è vero mancano gli atti che la potrebbero dimostrare.

Non può sussistere alcuna "Unione" Europea, o "trattato" su intenti unitari tra stati nazionali del continente europeo. E per tale ragione non c'è alcun "parlamento europeo" né tanto meno può esserci una "commissione europea" e una "gendarmeria europea".

Il fatto è che il presidente di Germania non possa firmare alcunché alle persone che pretenderebbero di costituire una "Unione  Europea" poiché la Germania è ancora commissariata dal 1944 (1) avendo soltanto un governo provvisorio, non avendo mai firmato alcun armistizio (mancano gli atti) alla società privata Alleanza atlantica che l'occupa militarmente e ufficialmente dalla data indicata.
Documenti seguono.
<<9-maggio-2003 - Cinquantotto anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, lo stato della Germania è ancora privo di una costituzione e di un trattato di pace. La Germania rimane una colonia d'occupazione degli Stati Uniti, secondo il governo 
provvisorio del Secondo Reich Tedesco, il quale cerca di restaurare la sovranità germanica basata su leggi internazionali.
"Il governo in Germania è illegale, Wolfgang Gerhard Günter Ebel afferma ad American Free Press e quello che eseguono con lo stesso, non ha basi legali. Chieda com'è possibile che il popolo germanico sia ignaro di questa situazione, attesta Ebel. I media Tedeschi sono già sotto il controllo degli Alleati. I mezzi mediatici d'informazione sono controllati interamente".
 "La Seconda Guerra Mondiale, non è cessata poiché un trattato di pace non è mai stato firmato fra la Germania e gli Alleati". Ebel dichiara. Un contratto per la pace è la più importante cosa da noi ritenuta necessaria e voluta".
"Finché non avremo un trattato di pace, la Germania è una colonia degli Stati Uniti",
dichiara Ebel a John Kornblum del Dipartimento di Stato U.S, il 20 Ottobre 1985.
"La conduzione di leggi d'occupazione U.S. sotto il Supreme Headquarters Allied Expeditionary Force (SHAEF) è già in esecuzione, afferma Ebel. La prima legge Proclamazione N°1, assegnò al Generale Dwight D. Eisenhower la suprema autorità nell'area sotto il controllo U.S. sottoscritto al 13 Febbraio 1944".
Le autorità degli Alleati informarono Ebel che quella legge della SHAEF sarebbe rimasta effettiva per 60 anni dalla data di segnatura e applicata a tutta l'Europa.
"Le Nazioni Unite sono lo stesso provvisorie - se vi sarà un trattato di pace fra la Germania e gli Alleati (principalmente gli Stati Uniti) - L'ONU cesserà d'esistere come noi ben sappiamo", egli afferma.
Il 9 Gennaio 1984, il Dipartimento di Stato U.S. a Berlino nominò Ebel a servire alla testa di un'arbitraria Germania (Reichsbahn) della Berlino Orientale. Esattamente quarant'anni dopo la resa militare della Germania (Wehrmacht), al 8 Maggio 1985, Ebel fu ordinato Ministro dei trasporti per il Reich Tedesco dall'Alto Commissario U.S. in Germania, del quale s'afferma che fosse allora Ambasciatore U.S. per la Germania Orientale (BRD).
Richard Burt

Finalmente il 27 Settembre 2000, Ebel fu nominato cancelliere del Reich Tedesco (Reichskanzler) da Ernst Matscheko, un rappresentante del Dipartimento di Giustizia U.S. nominato Reichspräsident ed ambasciatore speciale delle Nazioni Unite.

Estratti in:
Venerdì 9 maggio 2003, 03:15:26

Lunedì, 30 giugno 2008 a 8:06 PM. Pubblicato da WALKING CLASS
<<Il presidente della Repubblica Horst Köhler non apporrà la sua firma sulla ratifica fino a quando la corte costituzionale non avrà giudicato su due ricorsi che obiettano la compatibilità del trattato rispetto alla costituzione tedesca. E' stata la corte stessa a chiedere al presidente di astenersi dalla firma, valutando evidentemente piuttosto serie le obiezioni mosse>>.
<<Berlino - Il presidente tedesco Horst Koehler ha sospeso la ratifica del trattato di Lisbona a seguito di una richiesta di attendere dalla corte costituzionale tedesca, i suoi aiutanti lo hanno dichiarato a Berlino Lunedi.
Gli oppositori del trattato dell'Unione europea (UE) e della sua riforma sono andati al tribunale per ingiunzioni contro la sua ratifica. La corte costituzionale per dare un verdetto può richiedere un anno.
Il documento (Trattato di Lisbona) avrebbe già ottenuto una benedizione da entrambe le camere del parlamento tedesco ma, ha bisogno di una firma da Koehler per la ratifica della Germania. Il trattato è stato posto in pericolo da quando è stato respinto dagli elettori irlandesi in un referendum.
"In considerazione delle richieste di ingiunzioni, il presidente ha aderito alla richiesta della Corte costituzionale", una dichiarazione dell'ufficio di Koehler dichiara.
Le ingiunzioni sono state avviate (anche) da Peter Gauweiler, un deputato federale della Christian Social Union (CSU) in Baviera, e dal Partito della Sinistra. La sinistra sostiene le violazioni dei trattati sui diritti parlamentari.
Nel 2006, Koehler ha anche ritardato la sua firma su un precursore del Trattato di Lisbona. Questo trattato costituzionale è successivamente crollato quando è stato respinto dagli elettori olandesi e francesi>>.

Nota 1 - In realtà Germania fu aggredita, bombardata e militarmente occupata dalla "Battaglia della Baia di Helgoland" fra il settembre 1939 e l'aprile 1940.
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Fino ad oggi 8 aprile 2014, la situazione politica del governo provvisorio e commissariato in Germania rimane immutata e per tale ragione non può proprio esistere legittimamente alcuna "Unione Europea" adesso.

Le elezioni che si terranno in Italia a maggio per eleggere "rappresentanti politici" di un "parlamento europeo" inesistente, di fatto, sono dunque una gran frode da denunciare e i truffatori da far arrestare e sancire.


Prodi e D'alema, a Lisbona, firmano un falso

Approfondimenti
La Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana avanza per reale il contenuto falso della "Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea" datato 2007, in pratica una fotocopia di articolo nominato "Trattato di Lisbona" che non è un atto. Leggete quel che la "Gazzetta Ufficiale dell"Unione Europea" dal 2007 pretenderebbe di spacciare per l'atto del "Trattato di Lisbona".

Sabato 30 maggio 2015 Ore 15:16.

Leggete lo stesso falso testuale introdotto, riprodotto e distribuito fino alla data recente dalla redazione di "Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana".

<<DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 30 ottobre 2014, n. 184
Regolamento di attuazione relativo ai distacchi di personale della pubblica amministrazione presso l'Unione Europea, le organizzazioni internazionali o Stati esteri.(14G00198) (GU Serie Generale n.290 del 15-12-2014)note: Entrata in vigore del provvedimento:30/12/2014 >>
Pag 138 del pacchiano falso
"Trattato di Lisbona"
Si pensi ad esempio quante volte noi siamo costretti a firmare, scrivere in aggiunta il nostro nome e cognome in stampatello e a far vidimare con un timbro postale i foglietti d'accompagnamento di un'ordinaria raccomandata con ricevuta di ritorno. Ecco perché quel testo indicato privo di timbri, di firme affiancate da nomi e cognomi ma spacciato addirittura nel 2007 come "Trattato di Lisbona" dalla redazione di una tale "Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea" sia una clamorosa frode accertata spudoratamente avanzata. E rimbalzata su redazioni pubbliche nazionali quali la "Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana",
Cercheremo di analizzare il testo indicato come "Trattato di Lisbona" per dimostrare che si tratti di un falso spudorato e non di un atto giuridico.

Innanzi tutto un atto necessita della firma autografata con accanto un nome ben visibile scritto in stampatello del firmatario e inoltre, ogni foglio di un atto notarile necessita di un timbro, istituzionale (vidimazione) della nazione rappresentativa eventualmente partecipante ad un qualsiasi concordato di carattere unitario.

Nel testo propinato nel 2007 come Trattato di Lisbona alla pagina 5 manca oltretutto, il riferimento al nome del “Presidente della repubblica federale di Germania” che nel 2007 fu “Horst Köhler”.

Horst Köhler "Presidente della Repubblica Federale Tedesca".
Durata mandato 1º luglio 2004 – 31 maggio 2010.

Abbiamo appreso che:
Pubblicato da WALKING CLASS lunedì, 30 giugno 2008 a 8:06 PM
<<Il presidente della Repubblica Horst Köhler non apporrà la sua firma sulla ratifica fino a quando la corte costituzionale non avrà giudicato su due ricorsi che obiettano la compatibilità del trattato rispetto alla costituzione tedesca. E' stata la corte stessa a chiedere al presidente di astenersi dalla firma, valutando evidentemente piuttosto serie le obiezioni mosse. …>>.
E’ aggiunto anche il seguente articolo dimostrante che nel 2007 il presidente di Germania Horst Köhler non ha potuto firmare alcun “Trattato di Lisbona”:

<<Berlino - Il presidente tedesco Horst Köhler ha sospeso la ratifica del trattato di Lisbona a seguito di una richiesta di attendere dalla corte costituzionale tedesca, i suoi aiutanti lo hanno dichiarato a Berlino Lunedì.
Gli oppositori del trattato dell'Unione europea (UE) e della sua riforma sono andati al tribunale per ingiunzioni contro la sua ratifica. La corte costituzionale per dare un verdetto può richiedere un anno.
Il documento (Trattato di Lisbona) avrebbe già ottenuto una benedizione da entrambe le camere del parlamento tedesco ma, ha bisogno di una firma da Köhler per la ratifica della Germania. Il trattato fu posto in pericolo da quando è stato respinto dagli elettori irlandesi in un referendum.
"In considerazione delle richieste di ingiunzioni, il presidente ha aderito alla richiesta della Corte costituzionale", una dichiarazione dell'ufficio di Köhler dichiara.
Le ingiunzioni sono state avviate (anche) da Peter Gauweiler, un deputato federale del Christian Social Union ( CSU ) in Baviera, e dal Partito della Sinistra. La sinistra sostiene le violazioni dei trattati sui diritti parlamentari.
Nel 2006, Köhler ha anche ritardato la sua firma su un precursore del Trattato di Lisbona. Questo trattato costituzionalmente è successivamente crollato quando è stato respinto dagli elettori olandesi e francesi>>.
In pratica e purtroppo i componenti della redazione della
“Gazzetta Ufficiale” sono responsabili in diffusione di falso testuale in associazione per delinquere ai fini estorsivi con i titolari della frode che in Italia sono Giorgio Napolitano e i suoi favoreggiatori.

In Italia il "Ministro della giustizia"è Andrea Orlando.
Pagine prodotte sui falsi testuali da "Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana" 


il Giornale | 15.03.2014
Approfondimenti



Per concludere credo che se si andasse a scavare se ne scoprirebbero delle belle ovunque.
Ma anche senza scavare, per esempio in Italia la costituzione non è rispettata per niente.
Negli USA la costituzione permette l'emissione del denaro solo al congresso invece lo emette il Federal Reserve System che è un ente privato di Rothschild & co...mpari e pare anche che la legge non sia nemmeno stata ratificata da un numero sufficiente di stati, interessante il seguente documentario Aaron Russo - AMERICA Freedom to Fascism. Documentario Sub ITA.

Per fare un paragone alla questione illustrata è molto interessante questo articolo del Corriere: "Guerre contro Germania e Giappone: nulle e non avvenute", medesimo argomento, motivazioni e periodo storico, di cui riporto un estratto:
"Se l’Italia dichiarò guerra ai suoi vecchi alleati (alla Germania il 13 ottobre 1943, al Giappone il 15 luglio 1945) la ripresa dei rapporti diplomatici alla fine del conflitto avrebbe dovuto avvenire dopo la conclusione di un trattato di pace. Ma quel trattato non fu necessario perché la guerra, giuridicamente, non c’era mai stata. Prima di rispondere ho voluto parlare dell’argomento con Pietro Pastorelli, professore di storia della relazioni internazionali all’università La Sapienza di Roma e direttore della grande collana che raccoglie i documenti diplomatici italiani dalla costituzione del Regno a oggi. Ecco la sintesi della conversazione. L’armistizio che il generale Castellano firmò con gli Alleati a Cassibile, in Sicilia, il 3 settembre 1943, conteneva soltanto alcune clausole essenziali e fu definito «breve». Il 25 settembre (due giorni dopo la creazione della Repubblica sociale italiana), il capo del governo italiano, Pietro Badoglio, firmò a Malta un armistizio più particolareggiato che venne definito «lungo». In questo documento una clausola affermava che l’Italia sarebbe stata priva, sino alla fine della guerra, di qualsiasi libertà e potere in materia di politica estera. Era un Paese sconfitto, in parte occupato, e ogni suo atto internazionale sarebbe stato soggetto al beneplacito dei vincitori. Poco più di due settimane dopo, tuttavia, il governo Badoglio, che ancora sperava di essere considerato «alleato», cercò di creare un fatto compiuto e dette istruzioni all’ambasciatore d’Italia a Madrid di consegnare al suo collega tedesco una formale dichiarazione di guerra. L’ambasciatore era il marchese Giacomo Paulucci de’ Calboli, già capo di gabinetto di Mussolini alla fine degli anni Venti e presidente dell’Istituto Luce. Aveva aderito al governo del re, tuttavia, e dovette, non so con quanto imbarazzo, chiedere un appuntamento all’ambasciatore di Germania per trasmettergli la comunicazione che gli era giunta da Brindisi. Ma non riuscì a consegnarla perché il suo interlocutore, in piedi dietro la scrivania, rifiutò di accettarla. Il tedesco aveva ragione. Anche lui sapeva, evidentemente, che le dichiarazioni di guerra non rientravano fra i poteri e le competenze del governo italiano.
Quel confuso stato di cose ebbe una serie di gravi ripercussioni giuridiche. I soldati italiani che risalirono la penisola combattendo a fianco degli Alleati non furono mai considerati dai tedeschi «nemici combattenti», secondo le norme delle Convenzioni di Ginevra. E i soldati italiani che furono trasportati in Germania non vennero considerati prigionieri di guerra, ma internati. Grazie ai libri di Guareschi, Giovanni Ansaldo e Alessandro Natta sappiamo che furono trattati con molta durezza. Ma il trattamento sarebbe stato spietato, probabilmente, se il governo e i diplomatici di Salò non avessero frenato la rabbia delle autorità del Reich e protetto nella misura del possibile i loro connazionali. Come Renzo De Felice ha ricordato più volte, Mussolini sostenne che aveva accettato di tornare al potere per impedire che l’Italia venisse trattata come la Polonia. Se non avesse difeso gli italiani in Germania dalla collera nazista avrebbe smentito se stesso e pregiudicato quel tanto di consenso che ancora gli restava nel Paese Aggiungo, per concludere, che molte informazioni sulle imbrogliate vicende del 1943 sono contenute nel primo volume della decima serie dei Documenti Diplomatici Italiani. Questo «libro nero» della storia nazionale comincia malinconicamente con un telegramma scritto in un inglese approssimativo. E’ il dispaccio del 9 settembre con cui lo stato maggiore italiano comunica alla radio alleata di Algeri che ha lasciato Roma e che si sta dirigendo verso Taranto.

E prima o poi tutto torna a galla, mi pare che la questione sia abbastanza chiara, aggiungerei ancora che la Germania ancora occupata tecnicamente dagli alleati spiega parecchie cose ...

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